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Cigarini: «Abbiamo sofferto l’importanza della gara. Dobbiamo crescere per affrontare questi momenti»

«Il pareggio con la Carrarese non ci soddisfa, ma la reazione della squadra è un segnale positivo. Un giocatore deve dimostrare di essere forte tutta la settimana, ma soprattutto in partita. Non accuso nessuno: dobbiamo crescere tutti, io in primis»

22.02.2025 21:00

Dopo il pareggio interno per 2-2 contro la Carrarese, la Reggiana allunga la striscia positiva di risultati ma senza piena soddisfazione. Il centrocampista reggiano Luca Cigarini analizza la prestazione della squadra, evidenziando i punti positivi e quelli su cui bisogna ancora lavorare, in un’intervista lucida e ricca di spunti di riflessione.

«Un risultato dal sapore diverso rispetto a Frosinone? Sinceramente no. La scorsa settimana abbiamo preso gol al 94’, ma oggi cambia comunque poco per noi - sottolinea amareggiato il calciatore classe '86 in sala stampa - Un pareggio è sempre un pareggio. Abbiamo fatto un buon punto, ma sappiamo che non siamo contenti al 100%».

Cosa è mancato?
«Bisognerebbe fare un’analisi più approfondita della situazione. Abbiamo forse subìto troppo l’importanza della gara. Dovevamo e volevamo vincerla perché era uno scontro diretto, ma forse non siamo ancora abbastanza maturi per affrontare partite del genere».

Si può salvare qualcosa da questa prestazione?
«Sicuramente la reazione al doppio svantaggio è una cosa positiva. Poche volte siamo riusciti a recuperare una partita, perciò è un segnale incoraggiante. Oltretutto, fare gol alla fine ti lascia sempre quel qualcosa in più».

La Reggiana è una squadra che soffre psicologicamente le partite importanti?
«Sì, la storia del campionato dice questo e non ci vogliamo nascondere dietro a un dito. Diverse volte abbiamo toppato quelle partite che ci avrebbero fatto vivere un altro tipo di campionato. Ne prendiamo atto e lavoreremo per migliorare sotto quest’aspetto».

Tu cosa puoi dare alla Reggiana in questo finale di stagione?
«Tutti possono migliorare, io in primis. Ad ogni modo la partita è diversa dagli allenamenti. Un giocatore deve dimostrare di essere forte tutta la settimana, ma soprattutto il sabato e la domenica, perché è quello per cui si vive. Io in carriera ho fatto settimane negative, ma sono sempre stato abituato a fare le cose in una certa maniera. Ho giocato con compagni che magari non si allenavano tanto durante la settimana, ma poi alla domenica andavano forte: bisogna dare di più quando si gioca la partita».

Qualcuno non si sta impegnando come dovrebbe?
«Assolutamente no. Intendo che come gruppo bisogna fare di più quando serve. È un discorso che abbiamo già affrontato negli spogliatoi e i miei compagni lo sanno, gliel’ho già detto. Non è un attacco a nessuno, anche perché io in primis devo fare di più. Per esempio, oggi sono entrato in una maniera, la volta prima non l’ho fatto come avrei dovuto. Deve esserci una crescita collettiva e individuale, e deve beneficiarne tutta la squadra».

In prospettiva futura questo punto vi potrà servire?
«Per come si è messa la partita, è un buon punto, mentre prima della gara non avrei firmato per un pareggio. Se avessimo ottenuto i tre punti, sarebbe stata una vittoria molto importante, anche perché avremmo affrontato il nostro obiettivo salvezza in modo diverso, magari con una mente più libera».

Si può trarre qualche insegnamento da squadre come la Carrarese?
«Sì, oggi sono stati bravi come lo siamo stati noi col Frosinone. Non siamo una squadra che schiaccia le partite, ma possiamo prendere da esempio la Carrarese come altre squadre. La settimana scorsa il Frosinone ha fatto molto poco e ha pareggiato solamente al 94’. C’è sempre da imparare: a noi manca lo step per fare quel qualcosa in più».

Subite tanti gol su calcio piazzato: l'assenza del capitano Rozzio comincia a pesare?
«Paolo sotto questo aspetto rappresenta un’arma in più, sia a livello difensivo che offensivo. È vero che ci sta mancando tanto, ma credo anche sia più un problema di squadra. La mancanza di qualcosa non può colmarla solo un giocatore come Rozzio».

Da reggiano, cosa può chiedere la Reggiana ai suoi tifosi?
«I nostri tifosi sono comprensibili, anche perché quando una squadra non vince è giusto essere arrabbiati. Al di là di un coro, oggi come in tutti questi anni non li ho quasi mai visti rimproverare la squadra. Forse è capitato solo un po’ l’anno scorso, ma loro si sono sempre dimostrati dalla nostra parte. Penso che siano un plus per noi».

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