Espeche: «Desideriamo solamente tornare alla normalità. Il rinnovo del contratto può attendere»
Chitarra e giardinaggio tengono occupato il difensore argentino in attesa del rientro in campo: «Mister Alvini ora allena la nostra mente. Una società solida e l'empatia del gruppo fin qui hanno fatto la differenza»
Marcos Espeche sta passando le sue giornate in casa circondato dagli affetti familiari nella speranza di tornare presto a calciare il pallone su un prato verde, magari ancora per qualche anno con la maglia della Regia, e non ha dubbi su come si dovrebbe concludere la stagione.
«A casa stiamo tutti bene e questo è l'importante – sottolinea il difensore argentino classe ’85, 26 presenze in campionato – Dopo due settimane di auto isolamento volontario a Reggio sono potuto tornare a Lucca, ora aspetto solamente che questo brutto momento passi ma non so se la fine è dietro l’angolo…».
È passato più di un mese dall’ultimo allenamento: come riesci a mantenerti in forma?
«Avendo un giardino riesco a correre un po’ e a svolgere qualche esercizio di forza. In casa poi non mancano le cose da fare come i giochi con il bimbo, qualche strimpellata con la chitarra, un po’ di lettura e anche il giardinaggio».
Quali melodie prediligi?
«Svago un po’ senza seguire una logica precisa passando dalla musica argentina a quella italiana. Proprio ieri parlavo con Zamparo, un altro che come me prova a suonare la chitarra: ci siamo scambiati alcuni brani di Celentano».
Mister Alvini vi tiene sempre in riga?
«Ora come ora dobbiamo concentrarci principalmente sull’aspetto psicologico. L’emergenza fatica a rientrare, quindi stiamo lavorando sulla testa per evitare che questa situazione ci condizioni mentalmente».
Cosa bisogna evitare?
«Il mister non vuole che ci buttiamo giù di morale. Restare chiusi in casa condiziona tutti, soprattutto noi che eravamo abituati a vivere la quotidianità all’aperto all’interno di un gruppo. Non diventiamo pazzi, ma a livello calcistico se arriveremo ad una ripartenza servirà un approccio giusto e consapevole che non deve mancare anche in questi giorni difficili».
Come vorresti che finisse il campionato?
«Mancano 11 giornate e mi piacerebbe giocarle tutte. In giro leggo alcune ipotesi che parlano di un campionato ridotto o un playoff anticipato, ma dover affrontare subito gare da dentro o fuori non credo sarebbe il massimo. Vorrei inoltre disputare tutte le partite rimaste con a fianco il pubblico granata che fin qui ha contribuito in modo determinante nel nostro percorso di crescita».
Se invece si decidesse di concludere anticipatamente la stagione?
«Questo è un argomento molto delicato perché non esiste una soluzione in grado di accontentare tutti i club. Le squadre prime in classifica ovviamente vorrebbero essere promosse, però le seconde avrebbero avuto il tempo, almeno nel nostro girone, di poter raggiungere la vetta. Lo stesso discorso vale anche per le squadre coinvolte nella lotta per non retrocedere. Tutti noi giocatori desideriamo ripartire: tornare in campo vorrebbe dire che l’emergenza è rientrata e tutto è tornato più o meno alla normalità. Desideriamo solo questo».
Capitolo stipendi. La Juventus ha fatto un accordo interno per ridurre gli emolumenti dei calciatori: un provvedimento del genere potrebbe essere adottato anche dalla Reggiana?
«Discuteremo di questo nei prossimi giorni. Ad ogni modo credo che i calciatori non possano essere trattati tutti alla stessa maniera in tutte le categorie. Se un giocatore della Juve rinuncia al 70% del suo stipendio non ha gli stessi contraccolpi economici che potrebbe avere un atleta di Serie C...».
Il rinnovo del contratto è un altro argomento che ti riguarda molto da vicino…
«Sì, sono in scadenza a giugno ma questo non è il momento nel quale se ne può parlare. E’ in corso un’emergenza sanitaria che fa passare tutto il resto in secondo piano. Io comunque penso di avere dimostrato il mio valore dentro e fuori dal campo e mi metto a disposizione per discutere con la società, appena ne avremo la possibilità».
Sei stato presentato come difensore centrale, ma ti sei messo in mostra anche nei panni del centrocampista…
«Io mi sento difensore al 100%, però se c’è bisogno posso avanzare di posizione in un ruolo già ricoperto in passato perché la Reggiana ha degli elementi di primo livello e un’idea di gioco precisa che fa divertire sempre e comunque».
Quale istantanea di questa stagione faticherai a dimenticare?
«La prima giornata di campionato contro la FeralpiSalò. Quella gara è servita per capire come sarebbe andata la stagione: abbiamo compreso che la squadra c’era, il pubblico era dalla nostra parte e i giocatori erano in grado di mettere subito in campo le idee dell’allenatore nonostante la rosa fosse stata allestita praticamente da zero. Sul mio podio aggiungo anche la vittoria nel match del Centenario contro il Carpi e il derby di Modena».
Avresti mai creduto di poter lottare per il primo posto?
«Se me lo avessero detto, ci avrei messo subito la firma. I risultati ottenuti fin qui dalla squadra testimoniano la serietà di una società che lavora bene senza fare il passo più lungo della gamba. Avere le idee chiare e applicarle alla fine ripaga degli sforzi fatti. Tanto merito va dato dunque alla società e alla grande empatia che si è formato all’interno del club a tutti i livelli».
Qual è il tuo giudizio sulla prima stagione in maglia granata?
«Con così tante partite ancora da disputare non posso fare una valutazione completa, penso però di avere fatto un buon lavoro mettendomi sempre a disposizione del mister e dei compagni. Non ho niente da recriminare. Il valore importante della squadra a tutti i livelli, dallo staff tecnico a quello sanitario e organizzativo, ha certamente contribuito ad esaltare le qualità individuali di noi calciatori».
C’è il rendimento di qualche compagno che ti ha sorpreso?
«Penso che il rendimento di tutti noi sia molto elevato, ma se dovessi fare un nome direi Fausto Rossi: negli ultimi anni aveva faticato a trovare spazio all’estero, qui a Reggio si è rimesso in gioco e sta facendo la differenza. Anche Radrezza nelle ultime gare è riuscito a rendersi determinante nei successi della squadra».
Commenti