Diana: «C'è entusiasmo ma bisogna restare concentrati. A Fermo dovremo cercare i tre punti con le nostre qualità»
«Ho dei dubbi che risolverò domani: servono giocatori con maggiori certezze atletiche. La solidità difensiva? Abbiamo trovato una comfort zone. Allungare in vetta è nelle nostre possibilità, ma penso che tante avversarie resteranno vicine»
«La partita con la Recanatese è stata giocata su un campo pesante e umido, poi abbiamo avuto un viaggio di ritorno lungo ma abbiamo recuperato abbastanza bene – sottolinea mister Aimo Diana a poche ore dalla partenza in treno in direzione Fermo, alla vigilia della delicata sfida contro la Fermana – In questo momento c’è buon entusiasmo, ma non possiamo pensare di abbassare l’asticella o la concentrazione. Abbiamo avuto poco tempo per allenarci e preparare la partita, ma credo che siano state fatte le cose in maniera giusta».
Chi recupera per domani?
«Rozzio ce la fa, Guglielmotti no. Cigarini ha ripreso oggi ad allenarsi con noi e parte assieme alla squadra. Ha voglia di tornare a respirare l’aria del ritiro e dello spogliatoio, siamo contenti che sia tornato a tutti gli effetti».
Ci sono altre sorprese?
«Varela ha la febbre e non parte: è arrivato stamattina al campo e l’abbiamo rispedito a casa. Cremonesi ha qualche fastidio ma viene ed è a disposizione. Troveremo comunque il modo di schierare una squadra molto competitiva».
Proprio il giocatore che martedì sera aveva fatto la differenza…
«È tutto da scoprire. Ha caratteristiche uniche per quanto riguarda la nostra batteria d’attacco, ci dà la possibilità di avere una scheggia impazzita là davanti. Ha margini di miglioramento importanti perché finora ha giocato in categorie in cui ha sviluppato poco il discorso tecnico-tattico, ma sta migliorando. Per noi è importante, non è una riserva e domani avrebbe potuto facilmente trovare una maglia da titolare…».
Hai dei dubbi sulla formazione da schierare?
«Si ne ho. Domani ho la mattina intera per valutare due o tre situazioni mediche sul campo».
I 6 diffidati le danno da pensare?
«Non ci penso. Nella terza partita ravvicinata cerco qualcuno con maggiore certezza a livello atletico. Sugli esterni siamo in difficoltà a livello numerico e se qualcuno dovesse mancare lì, avremmo la necessità di cambiare e sappiamo giocare anche a quattro».
Potrebbe toccare nuovamente a D’Angelo a centrocampo?
«Stiamo valutando i minutaggi che diamo. Per scelta ho cambiato due terzi del centrocampo a Macerata, ma l’importante è avere dentro giocatori che si sentono vivi e possono rendersi utili da un momento all’altro. Nemmeno loro sanno se giocano o non giocano, ma devono sentirsi vivi. Valuteremo tante cose la mattina prima della partita perché ho la fortuna di avere un gruppo con valori omogenei».
Pellegrini ha calciato un rigore da giocatore esperto…
«Vedo tutti i giorni Jacopo e devo dire che fa della professionalità la sua dote. Ha margini di miglioramento enormi nella continuità della partita. Il rigore battuto è dato dalla voglia che ha l’attaccante di sentirsi importante in quel momento. Ogni volta tutti i miei attaccanti possono partire dall’inizio o dalla panchina indipendentemente dal numero di gol segnati ma per il tipo di gara che ho in mente di fare».
Rosafio come lo vede?
«Lo vedo bene nel senso che aveva trovato continuità poi ha avuto un problema contro la Torres. A Macerata era pronto come ultimo cambio se ce ne fosse stato bisogno. Sta bene e si è ristabilito completamente dalla contusione avuta. Lo tengo molto in considerazione perché mi dà soluzioni diverse».
I risultati degli ultimi test atletici danno una mano alle scelte dell’allenatore?
«Erano una fotografia del momento e ci hanno detto dove si può migliorare e decelerare. Abbiamo delle prove personalizzate per ogni giocatore e da gennaio struttureremo un lavoro calibrato per ciascuno di loro».
Vincere all’ultimo pensa che sia stato un segnale positivo?
«In questi primi mesi ho avuto tanti segnali diversi. Non dobbiamo seguirli ma restare concentrati sul vissuto e sul fatto che era una gara una complicata ma l’abbiamo vinta».
Ora si può allungare in vetta?
«Tante volte si è pensato che la prima squadra in grado di realizzare un filotto sarebbe riuscita a vincere il campionato, ma fare filotto è complicato anche se è nelle nostre possibilità. Ci scontriamo spesso con gli episodi e con i campi difficili. Bisogna essere bravi a cogliere sempre il giocatore che dà la sensazione di essere più pronto rispetto a un altro».
La sua Reggiana ha dimostrato anche di saper cambiare pelle, come accaduto a Macerata.
«Dalla panchina ho detto qualche volta in più di buttare la palla lunga ma i ragazzi in campo hanno avuto una lettura chiara della partita. Domani affrontiamo una squadra che viene da due vittorie importanti e che sta facendo un buon percorso. Con le nostre forze e qualità dovremo cercare di prendere i tre punti perché abbiamo un obiettivo importante da raggiungere».
Quella contro la Fermana è una partita diversa dalle altre da preparare?
«Non tanto. Ho studiato la Fermana in video e ho visto che sa aggredire quando c’è bisogno di farlo in casa e sa anche aspettare come accaduto a Siena. Credo che contro di noi saranno aggressivi, quindi dovremo essere bravi a uscire dalle pressioni iniziali con pochi tocchi e dovremo metterla sul piano tecnico dove abbiamo qualcosa in più. Giocheremo contro avversari forti di categoria e giocatori giovani, rapidi e di bella speranza che ci mettono spesso in difficoltà».
Un solo gol subìto negli ultimi 6 match è la conferma di una ritrovata solidità difensiva?
«Nelle ultime partite siamo riusciti a stare dentro 35-40 metri tra attaccanti e difensori, lo abbiamo fatto vedere bene in video ai ragazzi. Quando una squadra è corta arriva da tutte le parti. Questa è la nostra comfort zone, siamo dentro i parametri e questi aiutano in generale i giocatori a trovare i risultati».
Guardando al bicchiere mezzo vuoto, si può dire che la sua squadra stia faticando ancora a capitalizzare le azioni da gol e soprattutto i calci da fermo?
«Il cinismo è sempre mancato, ma dipende dalla coperta corta o lunga che si ha a disposizione. Costruire tante occasioni da gol a Macerata era complicato, ma ci sappiamo adattare. Per me il bicchiere è sempre mezzo pieno ma non nascondo che sulle palle inattive non stiamo facendo cose buone. Gli angoli conta tanto come si battono e non lo stiamo facendo molto bene. Paradossalmente ho abbassato il livello di preparazione per togliere un po’ di pressione. La base deve essere una bella battuta e la Fermana ha Giandonato che è uno specialista: dovremo stare attenti in primis alle palle inattive contro di noi».
Dopo 16 giornate si aspettava di ritrovarsi il Gubbio alle spalle e Cesena ed Entella più distaccate?
«Sì perché poteva capitare a noi il contrario. Ci aspetta un campionato livellato e nessuna di noi, le famose squadre importanti, ha ancora dimostrato di essere una super potenza. Quindi c’è speranza per tutti e mi aspetto che tante squadre restino vicine».
Cosa manca per raggiungere quel livello?
«Tante cose, tra le quali essere più bravi sulle palle inattive e creare maggiori occasioni da gol. Magari siamo cresciuti in altri aspetti, ma dobbiamo equilibrare il tutto e ciò vuol dire fare 90 punti».
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