Broso: «Sono tornato per vincere, a Crema non vogliamo più sbagliare»
«Ponsat e Zamparo? Nessun problema, mi so adattare»
Antonio Broso è stato uno dei primi giocatori a firmare per la nuova Reggiana, portato in granata da mister Antonioli che già lo aveva allenato per due stagioni a Ravenna tra Serie D e Lega Pro, ma in pochi sanno o ricordano il suo breve trascorso a Reggio Emilia nella stagione 2008/09.
«Quando giocavo nella Berretti avevo solo 16 anni, ero praticamente un bambino - ricorda l'attaccante classe '91 - Venivo in prestito dal Parma quindi vivevo là in convitto con altri giocatori, era la mia prima esperienza lontano da casa. Sono rimasto molto addolorato quando ho saputo che mister Stefano Caroni non c'è più (è scomparso nel 2016, ndr). Non ho avuto modo di vivere il mondo dei grandi qui a Reggio però ricordo bene la squadra di Pane con Martini, Ingari, Dall'Acqua, Ponzo e Maschio con il quale ho giocato per due anni in Serie D a Chieti».
Sei tornato per riportare la Regia tra i professionisti?
«L'obiettivo è proprio quello. Siamo tutti qui per fare un grande campionato: avevo l'occasione di restare in Serie C ma l'ambizione della società e della piazza sono state così contagiose che non ho dubitato al momento di scegliere in quale squadra giocare. Appena mi hanno chiamato abbiamo trovato l'accordo in un giorno perché la volontà era quella di tornare».
Come hai vissuto le prima quattro settimane con la Reggio Audace?
«La prima è stata abbastanza dura, c'erano poche certezze e un via vai continuo di giocatori infatti abbiamo lavorato soprattutto dal punto di vista fisico perché non era molto sensato approfondire la parte tattica. I giocatori importanti come Staiti, Rozzio, Narduzzo e Cavagna sono arrivati dopo, ma non ho mai avuto dubbi sul fatto che la società avrebbe allestito una rosa importante».
Al debutto col Sasso Marconi è arrivato il tuo primo gol, seguito da due prestazioni un po' opache con Lentigione e Sammaurese...
«Sono un attaccante strutturato, mi serve del tempo per entrare in condizione e smaltire i carichi di lavoro. Nella prima partita ho fatto gol, ma penso di aver giocato meglio la seconda a livello di prestazione, nella terza invece credo di aver dialogato bene con Ponsat e sono contento che abbia segnato. Non ho inciso come vorrei ma non sono preoccupato, siamo solo all'inizio».
La sconfitta con la Sammaurese è una di quelle che serve per maturare?
«A volte certi k.o. aiutano a capire i propri errori, però al di là del risultato guardando un po' le statistiche non siamo andati malissimo. Cercheremo comunque di analizzare tutti gli errori in modo da non ripeterli più».
Fra pochi giorni si inizia a fare veramente sul serio a Crema...
«A livello fisico non potremo probabilmente essere all'altezza degli altri e magari troveremo lo stesso caldo di domenica al Mirabello ma sono solo alibi, in settimana lavoreremo per preparare la partita al meglio. Andiamo a Crema per vincere, sapendo però che c'è anche l'avversario e non andrà sottovalutato».
Sulla carta la formazione lombarda è una delle più temibili del girone...
«Confido sul fatto che i nostri tifosi ci seguiranno in grande numero e ci daranno una mano. Il Crema ha tanti giocatori importanti come Nicola Ferrari (ex Vicenza e Modena, ndr) e Stankevičius (ex Brescia e Samp, ndr) quindi ha l'obiettivo di fare un campionato di vertice come noi. Non sarà facile giocare là ma in generale in Serie D non esistono partite abbordabili: bisogna sempre scendere in campo con la voglia di vincere indipendentemente dal nome dell'avversario».
I tifosi ti hanno sorpreso in queste prime tre partite?
«Dopo una ripartenza dalla Serie D dopo che si era sognato di approdare in B, vedere così tanta gente allo stadio potrei direi che mi abbia sorpreso però so che i tifosi sono sempre stati una certezza per questa società. Il calore delle oltre 2000 persone al Mirabello dava una carica incredibile quasi come se fossero state il doppio: sono convinto che il pubblico sarà il nostro dodicesimo uomo in campo durante tutto l'arco della stagione».
Il prossimo arrivo di un attaccante come Zamparo ti spaventa oppure no?
«Ho tantissimi stimoli per questa stagione, l'arrivo di altri giocatori con la voglia di fare bene può solamente giovare alla squadra».
Potresti giocare anche al fianco di un ariete o preferisci un compagno più mobile come Ponsat?
«In passato ho giocato con entrambe le tipologie di attaccanti, quindi è indifferente. Con un ariete in campo diciamo che vengo meno incontro al pallone e cerco di sfruttare maggiormente gli spazi: a me piace attaccare la profondità così come concretizzare i cross in area di rigore».
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