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Il preparatore atletico Valentini: «La testa e le motivazioni contano tanto quanto le gambe»

«Lunetta e Scappini sono sulla strada giusta verso il recupero. Con un gruppo come il nostro, il lavoro di tutti diventa più facile»

09.01.2020 08:00

Il compito fondamentale affidato al preparatore atletico Stefano Valentini è quello di preparare al meglio la squadra per poter reggere l'intenso ritmo gara richiesto da mister Alvini. A margine dell'allenamento di ieri, Valentini è intervenuto ai microfoni della stampa per fare il punto della situazione.

Professore, innanzitutto: come sta la squadra?
«Bene, la sera del primo gennaio siamo ripartiti con un allenamento di ripresa per poi fare tre giorni di doppio. A casa i giocatori avevano un programma che hanno svolto in modo professionale, come sono loro: nessuna abbuffata di panettone quindi».

Ieri ha ritrovato anche Lunetta: come stanno lui e Scappini?
«Stanno seguendo il loro percorso. Lunetta viene dal periodo di riabilitazione che ha fatto a Cesena, dove aveva già lavorato sul campo, quindi ieri (martedì, ndr) ha svolto il suo primo allenamento in gruppo. Scappini aveva assaggiato il gruppo in maniera parziale già la scorsa settimana, quindi diciamo che siamo sulla direzione giusta».

Quando ha iniziato la collaborazione con Alvini?
«Con il mister ho iniziato l’anno scorso all’AlbinoLeffe. Prima l’ho sempre incontrato da avversario, perché io ero all’Ancona e lui al Tuttocuoio e poi alla Pistoiese. Poi è nata una stima reciproca personale, un rapporto di amicizia e quando ci siamo incontrati nei vari corsi di aggiornamento abbiamo scambiato opinioni sui metodi di lavoro. Successivamente lui ha cambiato preparatore, ha chiesto la mia disponibilità ed io ho accettato di iniziare questo percorso».

Cosa chiede ad un preparatore atletico Max Alvini?
«Non è proprio che chieda, il nostro è un metodo di lavoro che portiamo avanti, perché lavoriamo sia “a secco”, sia in modo integrato. Il mio compito è quello di pesare la seduta di allenamento insieme al secondo allenatore Montagnolo e sotto la supervisione del mister. Quindi cerchiamo di rivedere tutte le situazioni che si possono verificare in gara portandole in allenamento in maniera condizionate, che è l’aspetto che allena di più».

Nel calcio si sentono tante frasi fatte sulla preparazione e sui momenti di forma delle squadre, ad esempio che una formazione parte forte o che un'altra arriva in forma a febbraio. È vero tutto ciò?
«Per quello che posso dire in base alla mia modesta esperienza, io credo che sia nostro compito far sì che la squadra mantenga per più tempo possibile una performance adeguata. Che poi ci siano periodi in cui una performance è quasi massimale capita, ma capitano momenti in cui è anche più bassa. L’obiettivo è quello di mantenere uno standard abbastanza equilibrato. È chiaro che tutti gli allenatori vogliono partire forte, c’è poi chi ci riesce e chi no, a mio avviso una prestazione è determinata da più fattori. Tante volte sembra che la squadra vada più forte grazie alla preparazione, ma spesso se si è aggressivi e si recuperano palloni è grazie al posizionamento in campo e al lavoro tattico: senza quello si corre a vuoto».

È vero che si suda di più e si spendono più energie a rincorrere il pallone e non a giocarlo?
«Da un punto di vista nervoso sì, perché correre senza palla per un calciatore è noioso, non penso che ci siano giocatori a cui piace. Invece con la palla la fatica c’è ma sembra di meno, perché subentra l’aspetto motivazionale nel cercare di fare un’azione offensiva ed è quello che muove tutto».

Dica la verità, pensavate di essere a metà campionato al terzo posto in classifica? E soprattutto con questo calcio...
«No, non ci pensavamo, ma quando metti passione, professionalità, voglia e amore, tutti i risultati si possono ottenere. È naturale che abbiamo fatto qualcosa di straordinario sotto tutti i punti di vista, ma non è stato facile. Di lavoro ne abbiamo fatto tanto, ne abbiamo tanto da fare, però mi permetto di aggiungere una cosa: quando hai a disposizione un gruppo come il nostro, che è un gruppo di valore, che si mette a disposizione di noi dello staff, tutto diventa più facile».


Giovanni Fiori

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