Bardi: «A Cosenza una battuta d'arresto, contro l'Ascoli dobbiamo ripartire con forza. In Serie B bisogna essere costanti»
«Non guardo la classifica, dobbiamo fare punti con tutti. In ogni partita è necessario capire quando tenere botta e quando fare male. Io para rigori? Ho una buona media, ma la soddisfazione è nulla se poi non riesco ad aiutare la squadra...»
Francesco Bardi è stato il protagonista dell'intervista settimanale: dalla sala stampa del centro sportivo di Via Agosti, al termine del primo allenamento settimanale dopo tre giorni di riposo, il portiere classe ‘92 è tornato a parlare della sconfitta di Cosenza e si è proiettato sulla prossima sfida all'Ascoli, svelando anche quello che secondo lui è il “trucco” giusto per affrontare il campionato cadetto.
Dopo che hai respinto il rigore a Tutino stavi per uscire dal campo: cosa hai pensato?
«Ho pensato che mi sarebbe piaciuto dare il mio contributo alla squadra. È un peccato che la respinta sia andata lì, proprio sul piede dell’avversario, perché rimanere sull’1-0 sarebbe stato più vantaggioso per noi. Chiaramente il rigore non è mai facile e quindi è stata una bella dose di sfortuna che la palla sia finita sul piede dell’avversario per il raddoppio del Cosenza…».
Cosa ti ha detto il preparatore Marco Bizzarri quando ti è corso incontro?
«Mi ha detto di stare tranquillo perché sui rigori ci vuole una bella dose di fortuna, in questo caso non è andata bene ma sarà per la prossima».
Sapevi di essere un para rigori?
«Diciamo che in carriera avevo iniziato bene, poi ho avuto un po’ di anni nei quali non ho più parato rigori. Fortunatamente quest’anno ho una buona media, ma la cosa che mi preme di più è dare un buon contributo alla squadra. Con il Venezia ero contento per aver parato il rigore ma ancora di più per aver fatto il risultato, in questo caso la soddisfazione è nulla perché non ho aiutato la squadra».
Eppure sei stato indicato come uno tra i migliori in campo al “Gigi Marulla”…
«Ai riconoscimenti personali penso poco, lo dico con tutta onestà: penso di più alla mia prestazione nell’ambito della squadra, quindi al voler dare una mano e un contributo per ottenere un risultato positivo».
La Reggiana batte il Venezia, ora secondo in classifica, poi perde contro il Cosenza: quanto conta il fattore campo?
«Sicuramente giocare per i nostri tifosi che ci danno forza è qualcosa di speciale ma sappiamo che la Serie B è imprevedibile, non ci sono risultati scontati e vediamo delle sorprese ad ogni partita. Noi dobbiamo sempre avere la consapevolezza di voler vincere, poi possono capitare le giornate storte come ad esempio a Cosenza dove dovevamo e potevamo fare meglio e gli episodi non sono girati dalla nostra parte: facciamo comunque tesoro della prestazione per ripartire più forte».
Qual è il tuo bilancio personale delle prime tredici giornate dopo due anni in cui avevi giocato poco?
«Preferisco tracciare due bilanci: del bilancio personale posso ritenermi soddisfatto, ma il bilancio più importante è quello di squadra. La Reggiana è in crescita, venivamo da risultati positivi poi c’è stata una battuta d’arresto a Cosenza, che in campionato ci può stare. Dobbiamo trarre spunto da questa partita e ripartire con forza perché sabato prossimo (il 25 novembre, ndr) abbiamo una partita importantissima contro un avversario esperto».
La prossima giornata può essere considerata una sorta di prova del nove, visto che avete avuto un andamento scostante e in mezzo c'è una sosta lunga?
«Nell'ultima partita non abbiamo fatto bene, quindi il nostro può sembrare un rendimento poco costante, ma se prendo le ultime partite l’ultima sconfitta risale alla trasferta di Terni poi abbiamo fatto bene in casa con il Bari, abbiamo vinto con il Venezia, con la FeralpiSalò e con il Lecco che sta dando filo da torcere a tutti abbiamo fatto una buona partita. Non siamo soddisfatti della partita con il Cosenza e vogliamo rifarci con l’Ascoli, ma dobbiamo tenere presente che in Serie B più sia ha costanza e più si ottengono risultati positivi. Ogni partita va affrontata come se fosse una finale».
Non pensi che la Reggiana conceda troppe azioni da gol agli avversari?
«In una partita le occasioni ci sono sia da una parte che dall’altra. Siamo una squadra appena promossa, il nostro obiettivo è la salvezza quindi è normale anche incontrare compagini che ci possono mettere in difficoltà e noi dobbiamo cercare di stare uniti. La Serie B è un campionato molto equilibrato quindi ci sono i momenti in cui soffri, chiaramente bisogna capire il momento della partita in cui soffri e quindi tenere botta e il momento in cui puoi fare male. Questo è un po’ il trucco per affrontare la Serie B…».
I numeri dicono che la Reggiana quando va sotto non riesce quasi mai a recuperare il risultato.
«Chiaramente noi ce la mettiamo sempre tutta. Ci sono partite in cui facciamo meglio e altre peggio, ma non ci dobbiamo mai dare per vinti perché le gare si possono riacciuffare anche quando siamo sotto come è successo a Como, mentre con il Palermo perdevamo 1 a 0, siamo rimasti in dieci poi abbiamo avuto l’occasione di pareggiare ma alla fine abbiamo perso. Serve costanza mentale: può capitare di andare sotto ma non bisogna mai darsi per vinti, perché le partite durano fino al novantaseiesimo quindi può succedere di tutto».
Tu sei uno dei leader della squadra, anche in campo sei sempre pronto a spronare i compagni: questo aspetto psicologico può essere importante o anche i giovani stanno crescendo e c’è già una mentalità di squadra?
«Sicuramente i giovani stanno crescendo, ora spetta a noi giocatori più esperti indirizzare e consigliare questi ragazzi che secondo me stanno facendo veramente bene».
Alla tua età, Marco Bizzarri può insegnarti ancora qualcosa?
«Certo, deve e può insegnarmi qualcosa. Piano piano tutti i portieri stanno imparando il suo metodo, c’è un bel gruppo e questo ci permette di crescere che è la cosa più importante per dare un grosso contributo alla squadra».
Qual è stata la tua parata più difficile finora?
«Mi viene da pensare ad una parata che può essere risultata importante ad esempio con il Venezia e con il Pisa, dove sono venuti fuori punti visto che per me questa è la cosa più importante».
La classifica ti sembra in linea con i meriti della Reggiana?
«Sinceramente non guardo la classifica ma preferisco pensare partita dopo partita: il nostro spirito deve essere quello di andare in ogni campo contro ogni squadra e dire la nostra e fare punti. Questo deve essere il nostro punto di forza».
Ti stupisce che nove società abbiano già cambiato l’allenatore dopo tredici giornate?
«Ogni squadra ha le sue dinamiche quindi è difficile giudicare l’operato altrui. Ci sono squadre che stanno rendendo meno e spesso quello che paga è l’allenatore, però non posso giudicare».
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