Diana: «Non abbiamo giocato da Reggiana, ma per vincere serviva qualcosa di diverso»
«I ragazzi hanno capito che bisognava giocare con la palla lunga. Sappiamo che manca qualcosa ma anche che abbiamo lottato fino alla fine. I quattro cambi? All'inizio volevo farne solo due, ma ho voluto rischiare»
«Sapevamo che questa non era una partita con le condizioni ideali per le nostre caratteristiche - ha rimarcato mister Aimo Diana dopo il triplice fischio che ha sancito la vittoria della Reggiana contro la Recanatese - Potevamo fare meglio dal punto di vista tecnico ma non era facile riuscirci in un campo complicato per noi come per la Recanatese: in questi casi è più facile difendersi che attaccare. Non siamo riusciti a sbloccarla all’inizio e l’abbiamo portata avanti per un po’ e a un certo punto ero quasi contento di portare a casa il pari anche perché il palo di Sbaffo mi aveva un po’ preoccupato. Invece i ragazzi hanno capito che c’era da giocare con la palla lunga, al di fuori di ogni mio pensiero di calcio. Serviva questo, nonostante un gioco poco consono alla squadra: queste sono partite da vincere. Portiamo a casa una vittoria che non era scontata e dà grande morale e soprattutto continuità. Mi dispiace per la Recanatese, ma avevamo anche un po' di credito da recuperare con la fortuna e gli episodi questa volta sono girati dalla nostra parte».
Non era il caso di impostare dal basso su questo campo…
«Noi abbiamo determinate caratteristiche e i nostri attaccanti non sono abituati a ricevere palle lunghe, perciò a un certo punto nel secondo tempo ho preferito cambiare. Ho inserito Pellegrini e Varela perché in un certo senso dalla panchina hanno visto bene la partita e hanno capito cosa bisognava fare».
Nonostante il palo di Sbaffo, la Reggiana ha avuto le sue occasioni soprattutto con D’Angelo e Guiebre…
«Abbiamo avuto un paio di occasioni importanti a testa, ma credo che non siamo ancora molto precisi su certi palloni. Quando porti a casa vittorie come questa, sai che qualcosa è mancato ma sei anche consapevole che la squadra ha lottato fino alla fine. Abbiamo fatto un calcio diverso dal nostro che può non piacere e non piace nemmeno a me, però questo è quello che bisognava fare per vincere».
Sulla formazione iniziale non hai voluto risparmiare nessuno, né fare troppi stravolgimenti…
«Avevo solo la necessità di rimettere dentro Kabashi perché so che ha bisogno di giocare, anche se a volte è andato un po’ in difficoltà. Ho puntato anche su D’Angelo perché si è allenato bene e perché è abituato a questi tipi di campi che ricordano un po’ quelli del sud. Mi spiace non aver inserito Rosafio come ultimo cambio per provare a vincere la partita, ma poi Laezza ha avuto i crampi e ho fatto entrare Luciani. Per il resto, ho cercato di dare continuità, soprattutto a Montalto e Lanini che hanno fatto bene. Inizialmente volevo fare solo due cambi ma poi ho voluto rischiare con quattro perché vedevo la squadra che non riusciva a recuperare le seconde palle e mi sono fidato di chi entrava perché aveva visto da fuori cosa serviva in campo».
Ora come si prosegue?
«Dobbiamo essere bravi a recuperare le energie visto che venerdì saremo di nuovo in viaggio. Bisogna scavare a fondo nella nostra rosa per trovare i giocatori più pronti in questo momento».
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