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Viali: «Contro la Salernitana voglio vedere maggiore intensità. Bisogna ricominciare subito a pedalare»

«Contro il Südtirol è mancato il solito atteggiamento: una volta sotto la Reggiana ha perso lucidità, non deve succedere. Rosa abbondante? Sì ma non è a regime: quando saremo al completo servirà un nuovo equilibrio per esaltare tutte le potenzialità»

20.09.2024 16:00

Mister William Viali non ha dimenticato il k.o. con il Südtirol che ha fatto parecchio discutere la settimana scorsa, ma ora guarda a testa alta al prossimo appuntamento contro una ferita Salernitana alla ricerca del riscatto proprio come Rozzio e compagni. Lo stop con i biancorossi deve servire da lezione - questo il messaggio del tecnico della Regia - la mentalità non deve cambiare a gara in corso ma rimanere sempre la stessa, e l'intensità deve aumentare perché è il fattore che permette di fare la differenza.

Mister, contro la Salernitana dovrà rinunciare solamente a Sampirisi?
«C’è ancora Lucchesi che sta lavorando a parte, per il resto sono rientrati tutti: Marras è in gruppo da ieri. Siamo quasi a regime…».

Si può dire che ora ha l’imbarazzo della scelta?
«È così, ma qualcuno non ha ancora la condizione per fare 90 minuti dall’inizio come Marras e Girma che non giocano una gara ufficiale dalla scorsa stagione».

Girma a che punto è?
«Secondo me potrebbe cominciare a mettere minuti nelle gambe. Confrontandomi con lui ho capito che ora può iniziare a farsi vedere in campo».

Girma, Vergara, Marras, Portanova, Maggio e Gondo: il rischio è quello di vedere una squadra troppo sbilanciata o riuscirà a governare questa abbondanza in attacco?
«Io non vedo l’ora di poter scegliere tra tutti questi nomi, il puzzle ideale però lo daranno solo le prestazioni. Domenica ho capito cose nuove di questo gruppo, sui singoli e sulla squadra. E tante altre sfumature del gruppo le imparerò solo vivendole. Per esempio, ho capito che dopo una partenza positiva appena subìto il gol la squadra perde lucidità e distanze, dopo il pareggio invece torna ad esaltarsi. Andare sotto fuori casa non è la stessa cosa che farlo in casa. Dal punto di vista psicologico dobbiamo certamente migliorare, poi ovviamente bisogna cercare di non andare sotto e restare dentro alla partita fino alla fine».

Štulac e Gondo sono parsi in difficoltà più degli altri…
«Gondo paga il fatto di non riuscire a trovare il gol, ma ha sempre fatto prestazioni di buon livello giocando per la squadra. Facciamo tutti il tifo per lui affinché torni a segnare il prima possibile. Per Štulac invece dobbiamo tenere conto che ha un percorso di crescita diverso e ha vissuto un’estate particolare, inoltre domenica scorsa non è stato aiutato dal contesto e dalla prestazione del centrocampo. Chiaramente su entrambi sto facendo delle valutazioni, ma Štulac per trovare la forma migliore ha bisogno di giocare».

Ignacchiti e Reinhart non pensa che possano portare più equilibrio alla squadra?
«È una domanda che mi aspettavo, ma potrei dire con loro abbiamo perso a Pisa. Ognuno ha caratteristiche diverse, io devo essere bravo a capire quando scegliere l’uno o l’altro. Con il Südtirol serviva gente brava a giocarsela di fisico più che di corsa, ma alla fine il risultato mi ha dato torto. In questo momento posso dire che tutti se la possono giocare».

Che avversaria è la Salernitana e qual è il calciatore più temibile da tenere d’occhio?
«Gioca con un 4-3-3 che può trasformarsi in 4-4-2 per essere più offensiva. I giocatori di mister Martusciello provano a comandare il gioco e lavorano bene come princìpi. Come singoli dovrei fare l’elenco di tutta la rosa… Noi dobbiamo sempre pensare di squadra e mantenere le nostre certezze anche dentro le difficoltà della gara».

I numeri dicono che i granata campani hanno il secondo miglior attacco e la peggiore difesa…
«Hanno un’identità ben precisa e qualità tecniche che aiutano chiaramente la finalizzazione. Sotto l’aspetto difensivo prendono qualche gol di troppo ma è presto per unire le statistiche alle caratteristiche delle squadre: cinque gare sono ancora poche e gli episodi fanno tanta differenza. Di sicuro incontriamo una squadra forte che con il Pisa in casa ha perso offrendo una buona prestazione cercando di comandare il gioco ma è stata punita dagli episodi».

Dopo avere analizzato a fondo la partita, quali insegnamenti può dire di avere tratto dalla sconfitta contro il Südtirol?
«Analizzando la gara con lo staff e con i ragazzi non cambio molto il mio parere da quello che ho dato domenica scorsa, nel senso che secondo me abbiamo fatto noi la partita ma potevamo comportarci meglio con la palla tra i piedi. Nel primo tempo abbiamo concesso alcune ripartenze palleggiando male e facendoci trovare troppo aperti dietro. Gli episodi alla fine hanno condizionato il risultato ma se girano male vuol dire che l’atteggiamento non è preciso, e l’ho sottolineato ai ragazzi. Con la Sampdoria abbiamo vinto approfittando di un errore avversario, ma la fortuna non è stata casuale perché la squadra ha tenuto l’atteggiamento giusto dall’inizio alla fine. Contro il Südtirol non ho visto lo stesso atteggiamento, i gol subiti nel primo tempo sono arrivati con tutti i giocatori schierati: se fossimo stati più presenti avremmo potuto evitarli».

Prendere parte a questa Serie B è come trovarsi sulle montagne russe?
«Siamo dentro a un campionato normale, in ogni partita entrambe le squadre possono vincere e gli episodi cambiano gli equilibri tattici. Il vantaggio iniziale loro ha innalzato le nostre difficoltà: praticamente abbiamo giocato 90 minuto contro un avversario sotto la linea della palla. Il secondo svantaggio poi ha condizionato l’aspetto tattico e ci ha messo fretta nel voler raggiungere il pareggio».

Giocare in casa o fuori quanto può fare la differenza come mentalità e atteggiamento?
«Il modo in cui si gioca e vince lo decidono anche gli avversari. Ci sono squadre che ti portano a cambiare il piano partita, ma dai miei ragazzi pretendo che non manchi mai la lucidità nell’affrontare tutte le situazioni di campo che possono capitare. Vorrei vedere sempre la stessa mentalità come dimostrato fino ad oggi. Ma anche io come chi osserva da fuori non so ancora tutto della squadra, poi non siamo a regime perché ci mancano quattro o cinque giocatori importanti e dopo dovremo trovare un nuovo equilibrio per esaltare tutte le potenzialità della squadra».

Quale reazione si aspetta dopo questo stop che lascia delle certezze ma anche qualche dubbio?
«L'ultima sconfitta deve servire da lezione. La squadra non ha la necessità di cambiare tanto ma deve rimanere sé stessa e provare a comandare la partita, mettendo in campo maggiore intensità visto che affronteremo un’avversaria a cui piace giocare la palla. Dovremo essere bravi ad esaltare le nostre caratteristiche e non le loro, per questo voglio vedere un ritmo un po’ più alto».

L’alternarsi di vittorie e sconfitte può diventare un’abitudine considerata l’indole offensiva della sua Reggiana?
«Abbiamo un’impronta iniziale ben definita, probabilmente questa sarà la base ma nel nostro percorso di crescita si vedranno anche altre cose. Perdere rompe sempre le scatole, soprattutto in casa: domenica sera in sala stampa ero nervoso perché eravamo reduci dal record di abbonati e stavamo bene, c’era tutti per fare un bel regalo al nostro pubblico invece è andata diversamente. Quel k.o. ha fatto rosicare tutti e ci tengo a dire che questa squadra non si deve abituare a perdere. Per restare in Serie B c’è bisogno di continuità, quindi domani bisogna pensare a fare punti. La sconfitta fa male, va tenuta il più lontano possibile».

Bisogna vincere…
«Volvevamo vincere anche domenica scorsa. Domani è fondamentale fare risultato perché bisogna ricominciare a pedalare».

Pensa che la sua squadra possa giocarsela veramente contro tutte le avversarie, come ha affermato di recente il presidente?
«Per qualità e per mentalità ci proveremo con chiunque. Poi ci sono tre o quattro squadre nettamente più forti come organico, però mi sembra che dopo cinque gare ci sia un equilibrio importante. La definirei la partenza più equilibrata degli ultimi anni, con alcune grandi partite piano… Bisogna abituarsi a vivere ogni partita sul filo di lana».

 

 

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