Venturi: «L'esultanza finale è stata liberatoria. Continuiamo a pensare al nostro cammino, dobbiamo ripeterci»
«All'inizio abbiamo faticato, poi è venuta fuori la nostra superiorità fisica rispetto alla Torres. Ora servono quattro vittorie e dobbiamo entrare sempre in campo per i tre punti a partire da Rimini, forse la trasferta più facile per noi»
Attento per tutti e 90 i minuti di gioco, Giacomo Venturi ha mantenuto inviolata la porta granata nella sfida con la Torres e si è goduto al triplice fischio l'esultanza con i tifosi: «Oggi abbiamo faticato nel primo tempo e siamo stati un po’ frenetici - ha commentato al termine del match - Le due partite precedenti ci devono far riflettere e devono farci capire che è anche giusto pazientare»
Vittoria importante e tre punti pesanti…
«Senza dubbio. Venivamo da due partite senza tre punti e senza gol. Volevamo il +7 e per ora ci siamo riusciti in attesa del risultato con l’Entella, ma al di là del loro risultato dobbiamo pensare al nostro cammino. All’inizio si è faticato ma poi la Torres è calata e la nostra superiorità fisica è venuta fuori e posso dire che di rischi alla fine ne ho avuti pochi».
Ora incide il giocare prima o dopo di una diretta concorrente?
«Lo dicevo dall’anno scorso nel nostro duello col Modena. Noi entriamo in campo per i tre punti ma se oggi avessimo perso, l’Entella doveva comunque vincere per tenere il passo. L’importante è che la squadra sia ben focalizzata. Ora servono 4 vittorie e dobbiamo entrare sempre in campo per i tre punti».
Quanto è stato liberatorio l’urlo sotto la curva?
«Molto. A Pontedera in molti non erano soddisfatti ma anche io non lo ero. Tocca a noi pensare a determinare le nostre prestazioni e dobbiamo ripeterci anche nelle prossime gare. Se non le chiudi, devi comunque essere concentrato e sempre sul pezzo perché un qualsiasi episodio può risultare decisivo».
Con il Rimini sarà la trasferta più difficile?
«Sulla carta mi viene da dire che è la più facile da affrontare perché il Rimini è in una buona posizione in classifica, mentre noi facciamo più fatica con le squadre che si chiudono. Comunque noi andremo lì per vincere come sempre: pensiamo quindi a riposarci e a prepararla al meglio».
Questo è il momento più bello della tua carriera?
«Sicuramente le ultime due stagioni sono state molto positive, ma quest’anno manca ancora la ciliegina sulla torta. È il mio quarto anno a Reggio Emilia: a parte la stagione non positiva in Serie B, finora qui ho vissuto sempre delle belle annate».
In questi quattro anni qual è stato il miglior gioco della Reggiana?
«Forse il miglior gioco si è visto nella prima stagione di Alvini e nella Reggiana dell’anno scorso. Nella Reggiana di oggi sono cambiati diversi giocatori e c’è meno palleggio e più verticalità».
Quanto sta dando il preparatore Bizzarri alla tua carriera?
«Tanto, con lui sto facendo un lavoro importante. Bizzarri è uno che chiede molto coraggio: io credo di averne e devo dire che mi sto divertendo molto. Nelle uscite, ci vado con consapevolezza e in generale mi sento molto più sicuro».
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