Rozzio: «Due punti persi al termine di una gara dominata. L'attenzione deve sempre essere al massimo»
«Dispiace non aver vinto ma dobbiamo anche essere consapevoli che abbiamo rischiato di perdere. Il gioco sta tornando a buoni livelli ma siamo poco precisi sotto porta. Se vogliamo vincere il campionato, le prossime gare non possiamo sbagliarle»
Tanto rammarico anche sul volto del capitano granata Paolo Rozzio al termine della gara pareggiata con il Pontedera, occasione persa dalla Reggiana per agguantare il primo posto in solitaria almeno per una notte.
Cosa vi siete detti a fine partita?
«Eravamo amareggiati per aver perso due punti dopo una partita che abbiamo dominato. Il Pontedera è una di quelle squadre che si chiude dietro, ma dispiace comunque non aver portato a casa la vittoria. Tuttavia dobbiamo essere consapevoli che in un paio di occasioni abbiamo anche rischiato di perderla e questo ci era già successo altre volte. Ci vuole sempre tanto equilibrio quando si vince, quando si perde e quando si pareggia. Il gioco sta tornando a essere come quello dell’anno scorso ma dobbiamo essere più precisi soprattutto negli ultimi metri».
Manca quindi l’ultimo passaggio?
«Mancano gli ultimi metri, intesi come voglia di fare gol e portare a casa il risultato. Tutti dobbiamo essere attenti per 95 minuti. Quando ti senti padrone del campo, l’attenzione tende a calare drasticamente, invece quando giochi con una squadra più forte, l’attenzione è sempre al massimo. Perciò se affronti una squadra che sta facendo fatica, abbassi l’attenzione e lì rischi di prendere gol. Su quest’aspetto dobbiamo ancora migliorare».
Il Pontedera ha messo una doppia marcatura su di te nelle palle inattive…
«È successa la stessa cosa anche a Chiavari contro l’Entella. Questo sta a significare che le altre squadre ci studiano. Dobbiamo comunque migliorare ed essere un po’ più precisi perché l’anno scorso abbiamo segnato molto da palla inattiva».
Il livello della prestazione difensiva della squadra è salito molto nelle ultime partite…
«Questo avviene anche grazie al lavoro di chi è là davanti, che ci tiene la palla coperta e ci permette di essere più aggressivi sugli attaccanti avversari. Poi ci sono altri momenti in cui chiediamo alle nostre punte di aspettare e far girare un po’ la palla per riprendere un attimo fiato e per trovarsi freschi per le successive azioni offensive. Nelle ultime partite gli attaccanti stanno facendo bene questo tipo di lavoro e ciò permette a noi difensori di regolarci meglio».
Ora vi attendono diverse gare contro avversarie di medio-bassa classifica che si chiudono molto: alla luce della prestazione odierna, potrebbe essere un problema per la Reggiana?
«Non ci possiamo nascondere. Se vogliamo vincere il campionato, queste partite dobbiamo vincerle».
Com’è ora il tuo rapporto con gli arbitri?
«Devo dire che è cambiato tantissimo. Prima ero uno che andava sempre a protestare, poi ho capito che non serve a niente anche perché alla fine loro non cambiano decisione. L’unica cosa che si può fare è cercare di dare una mano con un atteggiamento più propositivo: le proteste non portano a nulla e ti rendono solo antipatico ai loro occhi. Cerco quindi di dialogare di più e protestare meno. Una volta che l’arbitro fischia, la decisione presa è quella».
Commenti