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Quintavalli: «Crediamoci. Stiamo vivendo il momento più positivo da quando è nata la nuova Reggiana»

«Per superare il Potenza in campo ci dovrà essere la giusta determinazione. Ringrazio tifosi e sponsor per esserci rimasti vicini. L'uscita di tre soci? Senza di loro non saremmo qua, le porte sono aperte a tutti»

11.07.2020 17:48

Playoff, società, città e tifosi. Il Presidente granata Luca Quintavalli ha parlato a 360 gradi del presente e del futuro della Reggiana, non nascondendo una certa euforia per il tanto atteso esordio della sua squadra nella settimana che potrebbe portare la società ad un passo dalla Serie B.

«E' bello rivedersi dopo tanto tempo - esordisce il Pres - E' stato un periodo difficile dove il COVID ha toccato tutti. Siamo però riusciti a mettere in smartworking persino i giocatori che, nonostante il periodo di lockdown, sono riusiciti a mantenersi in allenamento: chi in un cortile di pochi metri, chi rincorso da un cane, chi fermato in pieno centro a Torino dai vigili, tutti mi hanno chiamato per mostrarmi come stavano lavorando e tutti noi siamo rimasti sorpresi della condizione fisica dei ragazzi dopo uno stop così lungo. Questo dipende dalla loro grande volontà, dalla loro serietà, hanno fatto tutto in autonomia e non è una cosa da tutti».

Presidente, abbiamo pescato la squadra meno forte?
«Arrivati a questo punto non penso ci siano livelli calcistici che possano essere condizionati da quello che hai fatto o da chi sei. Il Potenza merita di essere qui, inoltre in una situazione straordinaria come questa ti giochi tutto in 90 minuti e quindi tutto può succedere. Dobbiamo affrontare la partita di lunedì con la giusta determinazione».

Forse il nemico peggiore per la Reggiana sono proprio i cinque mesi di stop forzato...
«Quello che manca nella gambe è l'intensità della partita, non sicuramente quella dell'allenamento o della forma fisica. Ogni sabato sono ai campi e noto un livello altissimo, sia nell'esecuzione delle sedute sia nella cura dei dettagli, in cui sappiamo il mister essere maniacale. Il livello di professionalità è rimasto altissimo in questo team».

Il perdiodo di lockdown ha inciso sui costi della società?
«Sì i costi inaspettati ci sono stati ma sono stati ben gestisti, ci siamo sbagliati di poco nelle previsioni e c'è anche il modo di recuperarne un po'. Certo, in un bilancio d'impresa in cui c'era la prospettiva di recuperare gli investimenti fatti attraverso gli introiti degli scontri importanti che avrebbero riempito lo stadio, degli eventi del centenario, dell'iniziativa di crowfounding sospesa poi proprio nel momento in cui iniziava a coinvolgere le aziende, non è facile ma proveremo a ripartire e recuperare i costi non previsti».

Sono appena usciti tre soci, uno di essi era tra i fondatori...
«Senza di loro non saremmo qua, punto. Abbiamo vissuto momenti speciali e non c'è rammarico a pensare che siano usciti perchè tutto rientrava nel progetto di consolidamento di una società appena nata e nella sua proiezione verso il futuro. Se oggi Immergas è qui con noi è grazie al lavoro svolto in precedenza da queste persone, partendo praticamente dal nulla. La Reggiana è un patrimonio del territorio. A prescindere da chi è uscito e dalla possibilità di redistribuire le quote tra di noi, le porte sono sempre aperte a chi vuole darci una mano».

La squadra ieri è riuscita ad allenarsi allo stadio, non è stato facile averlo giusto?
«Non era banale nè scontata la concessione del campo da parte del Sassuolo che ringrazio per la disponibilità. Per noi è molto importante perchè riprendere confidenza con il terreno di gioco, anche solo per una sgambata, risulta quasi determinante. Da parte loro c'è stato uno sforzo importante che non era scontato perchè c'è un protocollo molto rigido da seguire».

Siamo ad un pareggio e due vittorie dalla B. Quanto ci ha pensato?
«A dire il vero, io ho sempre pensato ad una sospensione definitiva del campionato e quindi sapevamo che come migliore seconda avevamo qualche possibilità di essere premiati, anche se non abbiamo mai pensato di non meritarci la B sul campo. Adesso ci siamo vicini, la squadra è forte e coesa, c'è una città intera che ci crede. Penso sia il momento più positivo da quando è nata la nuova Reggiana».

Lunedì allo stadio saranno pochi i presenti. Come la vivrete?
«Abbiamo un palco ogni due persone e non saremo in tribuna. Si sentiranno soprattutto le voci dei giocatori e potremmo vivere una parte del calcio che solitamente non viviamo. Per quanto riguarda le riaperture non dipende da ovviamente da noi ma dal Ministero, noi possiamo solo mettere a disposizione una struttura nella quale è possibile far entrare una parte di pubblico nel rispetto totale delle norme. Speravo di poter riaprire già per questi playoff ma la cosa pià importante rimane la salute. Il virus non è sparito».

Quale sarà il futuro della Serie C dopo questo lockdown?
«Da questo punto di vista per molte società sarà un periodo  difficile, è quasi un miracolo vedere sponsor che ti dicono "sto ancora con voi" magari dopo aver subito pesanti crolli di fatturato. Il calcio finché non garantisce l'afllusso alla stadio non può darti grande visibilità. La Serie C deve avvicinarsi all'asset d'impresa, capire come un'azienda che si avvicina al calcio possa avere visibilità e detrazione fiscale. Dire quante società delle attuali 60 ne resisteranno con tutti gli adempimenti che comporta la Lega Pro è difficile: è più facile vedere una maggiore rotazione dando la possibilità a qualcuno di entrare in corsa. I club in difficoltà dovrebbero avere la possibilità di adottare un modello come quello che abbiamo adottato noi all'inizio: una società allargata con un socio di riferimento che sa fare calcio, e gli altri sotto che dividono l'investimento e minimizzano il rischio. Questa è una cosa che sostengo da sempre, questo per me è il futuro del calcio, almeno di questa categoria».

I tifosi hanno detto "no grazie" al rimborso degli abbonamenti...
«Io per come conosco Reggio Emilia e i suoi tifosi mi aspettavo un atto di vicinanza da parte loro ma ne sono comunque rimasto sorpreso, perchè giusto il tempo di un comunicato e la loro reazione è stata ferma e coesa. La loro unità rispecchia quello che è la Reggiana, e non posso fare altro che ringraziarli. Anche gli sponsor che si sono visti privare della propria visibilità durante le partite ci hanno confermato la loro fiducia per il prossimo anno, nonostante ancora si navighi a vista. Tutto il territorio è vicino alla Reggiana».

In caso di promozione, ci saranno dei premi?
«Qualora riuscissimo a raggiungere il nostro sogno ci sarà sicuramente qualcosa per tutti, se non lo abbiamo comunicato fino ad adesso è solo per ragioni scaramantiche. Non è detto che sia un premio in denaro, voglio lasciarvi un po' di curiosità...».

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