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Nesta: «Stiamo attraversando un momento difficile, ora dobbiamo resistere e prenderci le nostre responsabilità»

«C'è stata una flessione evidente, bisogna ritrovare lo spirito di non arrenderci per calmare le acque. Il Brescia? Squadra solida e dura da affrontare. Il coraggio nel giocare è necessario, se ci arrocchiamo tutti dietro perdiamo le partite...»

09.12.2023 15:00

Ripartire dopo una sconfitta in un derby è sempre molto difficile, farlo dovendo fronteggiare un numero importante di assenze complica ancora di più le cose ma mister Alessandro Nesta vuole comunque vedere una reazione da parte della sua squadra, pur consapevole di affrontare un Brescia in forma a caccia di punti salvezza.

Mister, come sta la squadra?
«Qualcuno è fuori, altri giocatori li valutiamo domani per vedere se recuperano o meno. È un momento un po’ così… Ma ci siamo».

Non le sembrano un po’ troppi gli infortuni?
«Sì, è così. Il problema c’è, però stiamo cercando di capire come risolverlo: ora abbiamo fatto qualcosa, vediamo se funziona o meno. Tra un po’ dovremmo iniziare e a vederne i frutti…».

Quante volte ha ripensato ai primi 40 secondi di Modena?
«Ci ho ripensato il giusto. È stata una partita che ha fatto male a tutti, abbiamo sbagliato impatto come altre volte quindi ragioniamo sul trovare il modo per cambiarlo».

Dopo la sconfitta del “Braglia” il presidente Salerno e i tifosi hanno messo sotto accusa l’atteggiamento della squadra: è d’accordo?
«Come impatto sicuramente: abbiamo giocato tre partite in cui non c’è stato e sono arrivate le difficoltà fin dal primo minuto. A Modena siamo riusciti a rimettere in equilibrio la partita nel secondo tempo, a differenza di Terni, ma poi abbiamo perso».

Che corde ha toccato dopo il derby?
«Sicuramente l’aspetto mentale è stato toccato subito in vari modi: qualcuno con un tono più amichevole, altri meno. Non è colpa dei giocatori o dell’allenatore, ma va trovato un equilibrio perché a una squadra che si deve salvare non può succedere quanto capitato nel derby. I miei giocatori sono ragazzi giusti, confido nelle persone e negli uomini perché nello spogliatoio ne ho tanti».

Di situazioni sul filo del rasoio ne ha già vissute?
«A chi fa questo mestiere capita sempre due o tre volte l’anno, quindi vanno messo in conto altrimenti conviene cambiare mestiere…».

Come se ne esce?
«È necessario ritrovare un gruppo omogeneo perché per giocare a calcio servono giocatori che corrono e che hanno la mentalità giusta e altri giocatori che definisco indispensabili. Dobbiamo recuperare i giocatori importanti perché questi alzeranno il livello e chiaramente faranno crescere il nostro gruppo di giovani».

I giocatori sentono di avere una responsabilità maggiore per Reggiana-Brescia?
«I giocatori e l’allenatore: dobbiamo fare tutti qualcosa di più e dare un segnale. Purtroppo chi entra non è al top e chi esce ricomincia, una flessione c’è stata chiaramente però dobbiamo ritrovare lo spirito di non arrenderci che ci deve portare a calmare le acque».

È stata una flessione fisica o di gioco?
«Perdiamo il filo del gioco e tante cose, dobbiamo ritrovare la stabilità e l’equilibrio oltre ai giocatori esperti che permettono ai giovani di crescere e fare tanti errori. Dobbiamo recuperare i Romagna e i Rozzio per ricostruire un gruppo di esperti in grado di guidare i nostri ragazzi».

Che squadra è quella di Maran?
«L’abbiamo studiata in questi giorni: è una squadra che ha trovato la quadra, molto compatta e pericolosa in ripartenza. Sarà un avversario difficile da affrontare».

Cosa si aspetta dalla Reggiana di domani?
«Mi aspetto un impatto alla partita differente. Le onde durante la gara sono tante, ma sicuramente servirà un impatto diverso come attenzione, agonismo e tante altre cose».

La sfida con il Brescia ha un’importanza che va al di là del risultato?
«Il messaggio che do è questo: siamo come un pugile stordito, quindi ora bisogna tenere botta e fare punti, in qualunque modo, perché stiamo attraversando un momento di difficoltà. Poi arriveranno momenti in cui saremo più belli, ma oggi e fino alla sosta dobbiamo portare a casa la pelle. I tifosi devono fare i tifosi, se sono delusi va bene perché è un loro diritto. Spero che la gente venga allo stadio e ci spinga come ha fatto finora. Abbiamo visto assieme ai ragazzi la passione che ha la città per la squadra, a tifosi quindi non chiedo niente».

Avverte compattezza attorno a lei e alla squadra?
«Nel club siamo tutti qua e lavoriamo per il bene della Reggiana. Come allenatore mi sento molto responsabile, i giocatori devono fidarsi di me e io mi prendo la responsabilità su tutto».

Il fattore campo finora è stato sfruttato poco…
«In casa abbiamo disputato buone partite, magari non per 90 minuti ma 50-70. Fuori invece abbiamo giocato gare buone ma ci sono stati anche degli scivoloni».

Ha pensato a cambiare qualcosa, magari rinunciando a un po’ di coraggio e spregiudicatezza?
«Tatticamente anche noi vorremmo cambiare qualcosa e spostare dei giocatori ma non vi riusciamo per via dell’infermeria piena… Però se ci arrocchiamo tutti dietro perdiamo le partite per come la vedo io. Il coraggio nel giocare e imporre il proprio gioco ci vuole, invece fatichiamo ad aspettare tutti dietro perché non abbiamo il mestiere per stare bassi. Io non porto spregiudicatezza, sotto palla siamo sempre in due o tre. Bisogna essere più concreti e capitalizzare meglio le grandi opportunità che si costruiscono nell’area avversaria».

È arrivato il momento di Romagna?
«È a disposizione, vediamo come sfruttarlo perché si è allenato con noi per una settimana. A Modena era in panchina per stare con la squadra, non so se ora ha i 90 minuti nelle gambe. Potrebbe fare fatica…».

Il rendimento altalenante di Crnigoj è dato da problemi di natura fisica?
«Per me è arrivato in ritardo, poi si è fatto male dopo un allenamento, quindi ha faticato a trovare la forma e ad avere continuità. Il suo continuo dentro e fuori non lo aiuta di certo a prendere condizione».

Antiste preferisce utilizzarlo a tutto campo o come terminale offensivo?
«Credo che Antiste sia un giocatore offensivo che attacca la porta e ha un grande volume. A me piace come tuttocampista ma alla fine lo abbiamo tenuto lontano dalla porta solo a Cosenza, tutte le altre volte lo abbiamo portato dentro l’area. Sappiamo che ha caratteristiche offensive ma dà tanto volume che ci serve».

Portanova più vicino alla porta può essere una soluzione?
«Io ci penso da tanto, però dobbiamo prima trovare la quadra».

 

 

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