Lombardo: «Con il duro lavoro sono riuscito a ritagliarmi il mio spazio. A Padova sarà una battaglia»
Il 22enne granata parla a quattro giorni dalla sfida con i biancoscudati
L'exploit in campionato della Reggiana è partito dal piede destro di Mattia Lombardo nella sfida casalinga contro il Fano dello scorso 3 novembre: il suo gol direttamente da calcio piazzato ha dato il via alla serie di sei risultati utili consecutivi che hanno proiettato la compagine granata nella parte sinistra della classifica. Dopo una serie di partite da terzino destro, il figlio d'arte classe '95 è tornato ad accomodarsi in panchina per poi rientrare in campo schierato da centrocampista.
Mattia, che cosa è cambiato per te dall'anno scorso?
«C'è una diversa convinzione: in questa stagione ho avuto l'occasione di mostrare il mio valore anche grazie al lavoro fatto durante l'anno precedente. La mia forza principale è stata quella di aspettare il momento giusto e farmi trovare pronto».
Ti manca ancora qualcosa per diventare un titolare di questa Reggiana?
«Il mio obiettivo è quello di perseverare con il lavoro tutti i gironi perché la scelta finale spetta sempre al mister. In qualsiasi ruolo decidano di farmi giocare volgio dare il massimo impengo e non sbagliare quando chiamato in causa».
Hai enfatizzato molto la parola "lavoro"...
«Sì è così. L'hashtag che mi accompagna da tanti anni è #credercisempre: sono sicuro che se si lavora con perseveranza e costanza verso se e verso i compagni i risultati arrivino prima o poi e per raggiungere questo obiettivo sono seguito da un personal trainer in palestra e collaboro con un mental coach».
Meglio centrocampista o terzino?
«Sono a completa disposizione dei mister e della società. Nella scorsa stagione sono stato impiegato inizialmente come terzino destro poi ho preso fiducia in quel ruolo e ho avuto la possibilità di migliorare facendo esperienza con prestazioni importanti in questo campionato. La versatilità sta diventando un mio punto di forza».
Cosa dobbiamo aspettarci dalla partita contro il Padova?
«Sarà sicuramente una sfida stimolante e combattuta. Andiamo all'Euganeo con la consapevolezza dei nostri mezzi per ottenere il massimo risultato: dovremo dare il 120% in campo al servizio della squadra e seguire le indicazioni del mister in settimana».
La classifica dice che i patavini vi precedono di ben 11 punti...
«Per quello che stiamo dimostrando ora la classifica è bugiarda, però sono stati i risultati mancati nei primi mesi a farci capire quello che serviva per puntare in alto. Ora abbiamo convinzioni profonde e forti e si sta creando una compattezza importante nel gruppo».
Il vostro cambio di registro a cosa è dovuto?
«Ora abbiamo le idee più chiare e l'entusiasmo è diverso. Sappiamo di essere una squadra forte e l'intensità che mettiamo negli allenamenti la mettiamo anche in campo e vogliamo proseguire su questa strada fino alla fine della stagione».
Il calcio di punizione è il pezzo forte del tuo repertorio: da chi hai imparato a calciare così bene?
«Diciamo che mi ispiro a Pjanic ma già dalle giovanili della Sampdoria ho sviluppato questa abilità che ho rafforzato negli ultimi anni».
Tu e Riverola litigherete in campo per battere la prossima punizione?
«A inizio partita il mister decide che può calciare, poi l'ultima parola spetta a noi giocatori in partita: di solito tocca a chi se la sente di più e magari ha già in mente quale traiettoria dare al pallone».
Hai già parlato di rinnovo del contratto col ds Magalini?
«Per ora non è iniziata nessuna trattativa. Sono in scadenza a giugno però mi voglio guadagnare il rinnovo sul campo tramite il lavoro in settimana e le prestazioni alla domenica o al sabato».
Qual è il tuo rapporto con papà Attilio?
«Dal punto di vista calcistico è piuttosto distaccato perché lui mi ha sempre lasciato grande libertà di scelta nella mia carriera, ma non manca di darmi dei consigli. Negli anni passati quando facevo fatica a ritagliarmi dello spazio mi ha suggerito di cambiare strada però io ho deciso di andare avanti con la carriera da calciatore».
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