Salerno: «Non mi pento delle scelte che ho fatto. In Serie C noi diamo e basta: serve maggiore omogeneità»
«Dopo Fiorenzuola non avrei scommesso un euro... Siamo i più forti e dobbiamo dimostrarlo. Presto entreremo nel nuovo centro sportivo, poi dovremo pareggiare il bilancio. Con il Sassuolo c'è un buon rapporto, potrebbero aiutarci con lo stadio..»
Il presidente granata Carmelo Salerno ha convocato questa mattina presso la sede del club una conferenza stampa per il classico brindisi e i saluti di fine anno, ma è stata soprattutto l'occasione per fare il punto della situazione sugli avvenimenti principali degli ultimi mesi. La Reggiana è campione d'inverno e l'ingresso nel nuovo centro sportivo di Via Agosti si avvicina, ma la linea del traguardo è ancora molto lontana…
«Da maggio in poi per noi ci sono stati tanti mesi intensi – sottolinea Salerno – Abbiamo rinnovato un po’ e a volte le novità non vengono capite e accettate però siamo felicissimi del percorso fatto anche se è stato abbastanza faticoso. Siamo campioni d’inverno: dopo Fiorenzuola non ci avrei scommesso un euro invece tra mille difficoltà siamo riusciti a tornare sulla strada giusta ma non ci si deve accontentare. Siamo grati a tutti gli sponsor che ci affiancano e a tutti i tifosi che ci seguono con grande passione. Ormai mancano pochi mesi per calpestare il prato del nostro nuovo centro sportivo: ne andiamo orgogliosi e anche tutta la città dovrà esserlo quando torneremo in Via Agosti. Stiamo investendo tanto per dare un futuro solido alla Reggiana. Sono contento di dove siamo arrivati».
Ha parlato di centro sportivo ma resta il nodo di Villa Granata: troverete un modo per recuperarla?
«Non è stata inserita nella convenzione stipulata poiché vincolata alle decisioni della Soprintendenza, ma non appena metteremo ufficialmente piede in Via Agosti la denunceremo perché è a rischio crollo. Nel tempo dovrà tornare a essere la residenza dei ragazzi e dei giocatori della prima squadra senza alloggio. Ci vorrà molta pazienza, ma speriamo di riuscirci».
C’è qualcosa di quello che ha fatto che cancellerebbe?
«Prima di prendere una decisione ci penso notte e giorno, quindi sono felice di tutto quello che ho fatto. Il cambiamento più rilevante è stato quello del direttore sportivo e non ho dubbi sulla scelta presa. Andiamo avanti su questa strada perché bisogna arrivare a fare un calcio sostenibile. Dobbiamo avere una casa, pensare al futuro. Dobbiamo prendere ad esempio il Perugia di Goretti o il Carpi e diventare un’azienda. Il calcio è un bene pubblico ma viene pagato da privati e questa situazione non può durare per sempre. Bisogna arrivare al pareggio di bilancio e se qualcuno ci è riuscito dobbiamo farlo anche noi: sarebbe un bene anche per la città e per chi verrà dopo di me. Il percorso intrapreso è faticoso ma non mi pento di nulla».
Chi pensa potrà mettere i bastoni tra le ruote alla Regia?
«Entella, Cesena e Gubbio. L’Entella ha una rosa fortissima, il Cesena un allenatore che ha vinto tanto mentre il Gubbio gioca bene. Non sono però del nostro livello: noi siamo i più forti ma bisogna dimostrarlo in ogni partita. Contro Olbia e Imolese non ci siamo riusciti quindi dobbiamo fare molto di più. I punti si recuperano facilmente, l’anno scorso eravamo a +8 sul Modena poi abbiamo chiuso a -2, spero non accada di nuovo».
Ha previsto un premio promozione per i giocatori?
«Il premio promozione è previsto nel contratto di ogni calciatore. E noi lo pagheremmo volentieri a fine stagione. Non c’è bisogno del rinnovo per essere i migliori in campo – precisa il presidente entrando nel delicato argomento dei rinnovi già evidenziato nel corso dell’intervista al ds Goretti – Vi anticipo che in società abbiamo dato l’input di rinnovare a fine stagione Rozzio perché lo merita. Questo concetto deve essere compreso dai calciatori. Tutti con i fatti devono mostrare il loro amore per la Reggiana, io mi sto svenando per il bene della società. Questa decisione deve essere condivisa con gioia da tutti: vogliamo arrivare a fine stagione per poi valutare assieme alla direzione tecnica e all’allenatore chi rinnovare».
I rapporti col Sassuolo come sono?
«Sono normali e cordiali. Ci siamo incontrati in estate e qualche mese fa l’ad neroverde Carnevali ha avuto un faccia a faccia con Amadei allo stadio. Abbiamo chiaro in mente cosa vogliamo noi e cosa vogliono loro. È arrivato Pellegrini e se ci sarà possibilità arriverà qualcun altro ma non credo ci siano strade aperte. Lo stadio curato da loro è bellissimo ma per giocare lì spendiamo 20mila euro in meno di quello che spende il Fiorenzuola per costruire l’intera squadra: parliamo di 680mila euro annui che versiamo a Mapei, non al Sassuolo. Per darci una mano potrebbero concedere lo stadio in comodato gratuito: per un’azienda che fattura miliardi non cambierebbe nulla…».
La riforma del campionato è stata bocciata e il presidente Ghirelli ha rassegnato le dimissioni: è stato determinante il suo no?
«Non solo il mio no ma anche quello di altri 25 presidenti. A Ghirelli ho spiegato in privato il motivo del no: il nostro stadio e la nostra città sono un valore aggiunto all’intero sistema calcio. Noi il 10% dell’incasso lo diamo ad altre squadre, noi lasciamo alle altre il minutaggio dei giovani… Poi si arriva a un certo punto in cui questa situazione non è più sostenibile e lo si capisce guardando a cosa succede a Padova e Trieste. Noi diamo e basta a questo sistema, secondo me manca omogeneità tra società. Noi accogliamo bene chi viene qui spendendo tanto per lo stadio, poi andiamo su altri campi dove non ci sono nemmeno i bagni ma i wc chimici: non si può gareggiare nello stesso torneo. Ripeto: serve maggiore omogeneità».
Come vede il suo futuro post Reggiana?
«Sono molto impegnato con il mio lavoro e ho poco tempo libero per la vita privata: ho dovuto lasciare l’insegnamento all’Università che mi piaceva molto per fare il presidente di una squadra di calcio. Secondo me le idee che ho io ce le hanno tutte le persone di buonsenso. Se non sarò più presidente, troverò il tempo di andare in vacanza…».
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