Libutti: «Giocare poco non è mai stato un problema. Ho la fortuna di far parte di un gruppo forte e speciale»
«Sono sicuro che Guglielmotti dalla prossima domenica tornerà ad essere in grande forma: lui mi dà tanti consigli sulla fase offensiva. Una Reggiana diversa? Gli avversari ci conoscono, ora cerchiamo maggiormente le punte»
Meno di 90 minuti in campo nelle prime 7 giornate di campionato per Lorenzo Libutti, uno dei veterani della Reggiana sbarcato sul pianeta granata nell'estate 2019. Il laterale di destro nato a Melfi domenica nella sofferta vittoria contro l'Ancona ha rilevato Guglielmotti prima di metà gara, contribuendo a mantenere inviolata la porta di Turk e a vincere la partita.
Entrare nel primo tempo è stato difficile per te?
«Diciamo che è stata una situazione particolare in cui eravamo in difficolta e loro attaccavano tanto. Sinceramente non mi sarei aspettato di entrare così presto: in quel momento non ho capito molto e mi sono trovato in campo, ho cercato di essere il più concentrato possibile per dare una mano alla squadra».
Tu però hai dato tutto…
«È stata una partita difficile, l’importante era sbagliare poco dietro e provare a limitare i loro attaccanti che sapevamo sarebbero stati pericolosi sulle fasce».
Hai detto qualcosa a Guglielmotti dopo la sostituzione?
«Tra di noi c’è sempre un rapporto speciale. Lui veniva da tante partite fatte bene, era più stanco del solito ma sono sicuro che dalla prossima gara tornerà ad essere in formissima come sempre».
Ti aspettavi qualche presenza in più in questo avvio di stagione?
«È normale che giocare fa sempre piacere e rende felici, ma per me non è mai stato un problema. So di avere davanti uno dei più forti della categoria e da lui posso soltanto imparare: mi sta molto vicino dandomi consigli preziosi in allenamento sulla fase offensiva dove devo migliorare. Per me è già una fortuna far parte di questo gruppo».
Tu resti uno degli idoli del pubblico granata…
«Con la città ho un bellissimo rapporto. A Reggio sto bene e per me è la cosa più importante, che si giochi o meno. Ringrazio il pubblico per tutto l’affetto, forse troppo: speriamo di ripagare questa fiducia».
La Reggiana è passata da essere una squadra brillante a una squadra che fatica tanto a imporre il suo gioco: ti sei dato una spiegazione?
«Ripetere quanto fatto l’anno scorso non è facile, tutti ci conoscono e sanno come venirci a prendere e in casa nostra tutti vogliono fare belle figura. Ci sta anche affrontare delle gare in cui si soffre di più, non si può dominare sempre».
Giocando così però non si rischia di vincere poco?
«Sì, ma domenica era importante trovare tre punti e bisogna essere contenti perché è venuto fuori un gruppo compatto che ha sofferto ma portato a casa il risultato».
Il gruppo ora è più coeso?
«Sì. Nelle difficoltà si vede la forza del gruppo e penso si sia visto alla grande domenica».
Che differenze ci sono rispetto a quello dello scorso anno?
«Io vedo tante somiglianze, ma quando cambiano i giocatori ci vuole un attimo di pazienza. Tutti i ragazzi sono persone speciali e piano piano stiamo formando un bel gruppo. Sono sicuro che diventeremo sempre più una famiglia per aiutarci nei momenti difficili».
Il modo di interpretare la partita però è cambiato…
«Stiamo cercando di trovare più spesso le punte perché l’anno scorso giocavamo maggiormente da dietro. Gli avversari ci prendono alti quindi trovare le punte con una palla alta può essere la soluzione».
Come si cura il mal da trasferta?
«Fuori casa è più difficile perché gli avversari danno qualcosa in più. Sappiamo di avere questa difficoltà, ora presteremo maggiore attenzione. Sappiamo che quella di Gubbio sarà una trasferta complicata e daremo il massimo sperando che serva per portare qualcosa a casa».
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