Nesta: «Con il Como ce la possiamo giocare alla grande, bisogna crederci. Serve la stessa identità per 90 minuti»
«A Pisa è mancato coraggio, ma non siamo preoccupati: la Reggiana può creare difficoltà a chiunque. Il mercato? Auguro il meglio a Pafundi, qualcuno arriverà. Eriksson? Siamo tutti vicini a lui. De Rossi è arrivato alla Roma al momento giusto»
L'ostacolo da sormontare in casa granata si chiama Como, una corazzata costruita per dare fastidio alle grandi e puntare alla promozione, ma la Reggiana di mister Alessandro Nesta è pronta per la battaglia e ha tutta l'intenzione di vendere cara la pelle nel primo match casalingo del 2024.
«Con il Como ce la possiamo giocare alla grande - sottolinea il tecnico granata alla vigilia dell'incontro con i lariani - Affrontiamo una squadra forte ma noi ci siamo. Non ci dobbiamo fare spaventare da nessuno perché quando siamo al completo e quando siamo mentalizzati abbiamo dimostrato di poter dare filo da torcere alle grandi squadre. Bisogna crederci».
Mister, in settimana è riuscito a digerire il pareggio di Pisa e soprattutto il gol annullato a Gondo?
«Sono ancora arrabbiato per il gol annullato. Anche se ci hanno spiegato il regolamento, per me era gol… Come ho detto subito dopo la partita, questi regolamenti sono troppo complicati per tutti. Ritengo che nella valutazione del fallo di mano in area debba essere presa in considerazione anche la distanza, ma andiamo avanti…».
Il secondo tempo deficitario dell'Arena Garibaldi può essere dipeso dalla condizione atletica della squadra?
«Non è un aspetto fisico ma mentale: dobbiamo portare la nostra identità ad essere sempre costante. Dopo aver segnato ci abbassiamo e lasciamo la palla agli avversari e non deve capitare. Prendiamo ad esempio il Cittadella: loro hanno sempre la stessa identità, per 90 minuti giocano sempre con un loro stile. Noi ne abbiamo uno nostro e dobbiamo sfruttarlo per tutta la partita».
La sua Reggiana finora è riuscita a conquistare più punti con le prime della classe rispetto alle ultime: ciò significa che anche con la corazzata Como ve la potete giocare?
«Ce la giochiamo con tutti, dipende sempre da noi: quando azzecchiamo la giornata si vede subito e siamo in grado di mettere in difficoltà chiunque. Noi lavoriamo sull'approccio alla gara per creare l'atmosfera giusta dal giorno prima o dal riscaldamento, poi le partite possono anche venire in un altra maniera».
Il Como che ha vinto 4-0 con lo Spezia che impressione le ha fatto?
«Credo che un risultato così largo sia stato un po' ingiusto per i liguri, ma il Como indubbiamente è molto forte e davanti ha tante soluzioni. È una squadra costruita per andare in Serie A, lo dicono anche le spese fatte».
C'è qualche aneddoto che la lega a Fabregas?
«Ci siamo incontrati in campo qualche volta, lui è giocatore forte che ha fatto una grande carriera però non ho aneddoto da raccontare».
Ci sono novità dall'infermeria?
«Romagna ha accusato un piccolo affaticamento e lo stiamo valutando, quindi potrebbe essere in dubbio».
Per colmare l'assenza di Bianco a centrocampo potrebbe proporre Cigarini e Kabashi assieme?
«Potrebbe essere così…».
Portanova come quinto sulla destra è una soluzione che valuta ancora?
«A volte giocare con due terzini veri ci frena un po', mettere un quinto più offensivo mi piace. In futuro vedremo cosa fare…».
I lariani vanno affrontati con coraggio oppure un po' di prudenza non guasterebbe?
«Abbiamo una difesa a cinque o a quattro, a non prendere gol ci pensiamo sempre e più indietro di così non si può andare. A Pisa, dopo aver dimostrato il nostro valore nel primo tempo è mancato un po' di coraggio nella ripresa, oltre alla continuità. Il prossimo step da fare è quello di riuscire a mantenere la nostra identità per 90 minuti. Quando andiamo in vantaggio facciamo fatica a riprenderci il pallone, la partita invece va controllata anche con il possesso e la gestione della palla».
Trovare la continuità nei risultati è il segreto per salvarsi?
«Abbiamo visto che due vittorie di fila cambiano la vita, dopo ti puoi permettere un pareggio o una sconfitta. Bisogna vincere quando è il momento, un pareggio diventa buono solo se ci attacchi qualche successo».
I numeri dicono che la Reggiana in un modo o nell'altro segna sempre, il problema però è che subisce troppo?
«Tutti concedono qualcosa, ma noi dobbiamo gestire meglio la palla anche per rischiare meno dietro».
È soddisfatto dal livello raggiunto durante gli allenamenti?
«Sì, molto. La squadra sta crescendo, ora bisogna dare continuità alle settimane e ai risultati. La crescita deve essere fisica, tecnica, tattica e soprattutto mentale. I cocci sono stati raccolti, ora bisogna andare forte e spingere perché tra un attimo finisce il campionato, il tempo vola».
I senatori necessari per dare una mano ai giovani sono tornati…
«Sì, è così. In un certo momento avevamo in campo troppi giovani con poca esperienza: quando la pressione sale, il giocatore esperto sa tenere botta e tranquillizza i ragazzi».
Cosa si aspetta di portare a casa dal mercato?
«Quello che arriva. Speriamo di portare a casa qualcosa di buono, perché se non lo è sta dov'è».
Magari una punta da alternare a Gondo?
«Tutti cercano la punta e chi l'ha presa l’ha pagata cara come il Pisa con Bonfanti. Oppure, se sei una piazza appetibile che può puntare in alto allora un giocatore viene prima da te. Il direttore Goretti sta lavorando, qualcuno arriverà».
È dispiaciuto che Pafundi abbia scelto di andare in Svizzera?
«Lui ha fatto sue scelte, noi altre. Ci abbiamo provato, io ho forzato un po' ma se uno non è convinto allora è meglio che non venga. Ognuno di noi ragiona con la sua testa, gli faccio l’in bocca al lupo».
Sulla sinistra il tesseramento di Angori non è andato a buon fine: attende comunque l'arrivo di un altro giocatore in quel ruolo?
«Avevamo puntato su un rinforzo per avere quella zona coperta a prescindere da tutto. Se dovesse capitare a tiro qualcosa di buono arriverà un rinforzo, ma dipende sempre dal prezzo. Pajac, a meno che non succeda qualcosa di grave, rimane con noi».
Pettinari potrebbe essere reintegrato?
«Lui è in uscita. Lo sanno tutti e lo sa anche lui»
In settimana ha lasciato un particolare messaggio al suo vecchio allenatore Eriksson…
«Sì, Le Iene sono andate a casa sua per portargli un messaggio dei suoi ex giocatori della Lazio dello scudetto. Siamo tutti vicini a lui in questo momento così difficile per lui. Personalmente mi ha insegnato a vivere il calcio e a trattare le persone in un certo modo. È grazie a lui se ora sono aperto e parlo con i giocatori trattandoli bene».
Cosa ne pensa invece dell'approdo di De Rossi alla Roma?
«L'ho sentito un mese e mezzo fa, abbiamo scambiato due chiacchiere sulla Reggiana dopo che l'ha vista giocare. Ritengo che sia l'uomo giusto al momento giusto, può fare bene alla Roma. Palladino a Monza è entrato in corsa ed è rimasto lì, secondo me può capitare la stessa cosa a De Rossi».
📲 Iscriviti al canale WhatsApp di TR
Commenti