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Diana: «Esultiamo solo per una sera, siamo all'ultima curva ma non abbiamo ancora fatto niente. Nessuno ci fa sconti»

«Non abbiamo amministrato bene e abbiamo preso gol con troppa facilità, ma siamo stati bravi a reagire. Chiederò ai miei giocatori di passare una Pasqua un po’ distratta, l'obiettivo è vicino. Ora è importante recuperare le energie fisiche»

06.04.2023 23:45

A prendere la parola in sala stampa dopo il 4-2 con la Fermana è solo mister Aimo Diana: la società granata infatti ha deciso che, da qui alla fine del campionato, al termine delle partite parlerà solamente l'allenatore.

«Una vittoria e una coincidenza era da tanto che non capitavano ma è una cosa che succede in tutti i campi - sottolinea il tecnico della Regia dopo la vittoria che restituisce la vetta alla Reggiana - Si può dire che sia stata un’esultanza che vale fino a questa sera. Ormai siamo all’ultima curva e sappiamo che un piccolo vantaggio non serve a nulla perché alla fine ci vuole il sigillo. Abbiamo una partita da preparare, venerdì ci alleniamo poi staccheremo un paio di giorni per Pasqua ma da lunedì torneremo a lavorare come abbiamo sempre fatto».

Ha visto la reazione che si aspettava dopo il pugno preso con la Recanatese?
«Ultimamente abbiamo preso vari pugni anche sui fianchi ma conosco la mia squadra e so quanto ognuno di noi tenga all’obiettivo. C’è da dire che in questo momento parlano tutti: in Italia siamo 60 milioni di allenatori. È normale che vada sempre così, ma l’importante è che non si combatta questa cosa. Certamente abbiamo deluso tante persone ed è normale essere contestati. Tuttavia ho chiesto ai ragazzi di non combattere questa situazione ma di trovare nuovi stimoli, come può essere dedicare la vittoria a chi li sostiene e li fa stare bene. Come soffriamo noi, lo fa anche chi ci sta vicino. Ora chiederò ai miei giocatori di passare una Pasqua un po’ distratta: le mogli e i figli capiranno. Io stesso per Pasqua starò con mio figlio ma in questi giorni sarò inevitabilmente un po’ sbadato. Mancano due settimane e l’obiettivo è troppo vicino. Fosse stato per me non ci sarebbe stata nemmeno la pausa, ma è anche giusto che i ragazzi stacchino un paio di giorni».

In settimana ci sono state critiche abbastanza feroci verso la squadra…
«Io ho le spalle larghe e faccio calcio da quasi trent’anni. Ho ricevuto critiche ben peggiori e ho affrontato problematiche molto più complicate in altre categorie. Credo sia importante imparare a leggere poco ed essere poco social. Questa settimana non ho letto nulla e sinceramente andando in giro ho ricevuto anche qualche complimento dalla gente. Poi sui social ognuno scrive quello che vuole: è quanto gli dai credito quello che conta».

La squadra agli allenamenti sembra sempre molto concentrata, mentre non sempre questo si vede in partita…
«In due anni che sono qui credo che questa squadra abbiamo fatto al massimo 5 allenamenti sbagliati. I giocatori si allenano sempre bene e per questo ritengo sia giusto che portino a casa le loro soddisfazioni. Detto questo, non abbiamo ancora fatto niente e non dobbiamo cambiare nulla: questo l’ho detto ai ragazzi anche dopo la partita con la Recanatese. Sono bastate due parole giuste e la squadra si è ricompattata bene: questo gruppo ha dei principi e non vuole disperderli».

La preoccupa la pressione che possono vivere certi giocatori?
«È successo anche nei campionati passati. È un po’ come quando ci si prepara per un esame all’università: in molti hanno già vissuto questa situazione ed è giusto che venga accettata. Un po’ di ansia c’è ma se la conosci alla fine impari ad avere più attenzione. In questo momento del campionato è chiaro che gli errori tecnici sono più probabili, anche perché se non fosse così i giocatori non sarebbero umani. Oggi non abbiamo amministrato sempre bene la partita. Abbiamo sbagliato l’ultimo passaggio in diverse occasioni e abbiamo preso gol con troppa facilità ma siamo stati bravi a reagire».

Avvio feroce con due gol di Nardi, mentre nel secondo tempo si è vista una Reggiana che non si è mai rassegnata a tenere aperta la partita…
«Sì, col mio staff volevamo trasmettere ai ragazzi una certa attenzione nel cercare subito il secondo gol, dopo aver segnato il primo. Poi i ragazzi hanno saputo aspettare anche se poi hanno commesso un po’ di errori. Sono comunque contento perché abbiamo creato tanto e abbiamo segnato 4 gol che era da un po’ che non li facevamo. Detto questo, possiamo dare di più nella rifinitura e manca ancora qualcosa per poter migliorare in queste ultime partite».

Forse l’assetto difensivo ha avuto qualche problema?
«Sì, qualcuno ha fatto più fatica del solito, in particolare Guiebre. Del resto, ci sono giocatori che hanno giocato tutto l’anno e possono soffrire un po’ di stanchezza fisica e mentale. Dobbiamo ritrovare un po’ più di attenzione sotto quest’aspetto. Ho chiesto ai difensori di giocare molto la palla e così è stato, soprattutto con Cauz e Luciani che spesso andavano ad inserirsi. Al contrario, dietro è mancata un po’ più di lucidità».

La vittoria è arrivata senza schierare due giocatori di valore come Cigarini e Montalto…
«Luca e Adriano sono due giocatori di grande personalità ma sono mancati non solo oggi, ma per diversi mesi. Siamo abbastanza abituati alla loro assenza ma direi che si stanno facendo sentire alla loro maniera. Tra l’altro, oggi è successa una cosa in spogliatoio che rimarrà nostra. Ad ogni modo, avevo intenzione di far entrare Cigarini al posto di Rossi, poi Pellegrini ha avuto i crampi e ho dovuto cambiare idea. Comunque al di là dell’aspetto umorale e di quello fisico, uno come Luca mi serve come calciatore».

Come sta Pellegrini?
«È uscito dal campo perché aveva i crampi, come è successo anche a Cauz e Nardi. È normale che li abbiano sentiti per quanto hanno corso stasera. Del resto, abbiamo optato per una squadra più intensa e ho puntato su quei giocatori che potevano dare quel qualcosa in più, in attesa di altri. Anche chi è subentrato ha dato il suo contributo, per esempio Lanini che ha sempre cercato la giocata migliore per riacquisire una maggiore fiducia.  Diciamo che ogni singolo giocatore sta lavorando al meglio per il bene della Reggiana».

A Olbia peserà l’assenza di Kabashi?
«Conosciamo bene il valore di Elvis ma se non ci sarà lui, giocheranno altri. Del resto, non ho mai avuto paura di fare delle scelte impopolari. Chi mi darà maggiori garanzie, entrerà in campo».

Si aspettava uno stop dell'Entella con la Lucchese?
«Sì, me lo aspettavo perché il campionato è questo. La Recanatese non ci ha regalato niente, così come la Lucchese ha bloccato sia Cesena che Entella. Nessuno ti regala nulla e sarà difficile anche ad Olbia: è giusto che sia così».

L’Olbia se la giocherà a viso aperto…
«Nessuna squadra si sta tirando indietro e sappiamo che ogni squadra ha il suo obiettivo. Ci dovremo attrezzare per il meglio. Come siamo riusciti a trovare le energie per quest’ultimo momento difficile, dobbiamo trovarne ancora altre. Se vogliamo vincere il campionato, bisogna arrivare a 83 punti».

Dopo la vittoria di Cesena in molti pensavano fosse fatta. Ora non bisogna commettere lo stesso errore…
«Qualcuno mi ha detto che ho fatto più di 160 punti in due anni ma a me non interessa. Alla fine conta quello che rimane e noi vogliamo rimanere nella storia della Reggiana. Già dall’anno scorso ho lasciato qualcosa indietro e sono voluto restare qui per questo. Non mi sento mai sicuro di questo campionato perché la Serie C è un campionato senza VAR e i risultati possono essere condizionati da decisioni sbagliate di un arbitro. Quest’anno non siamo stati bistrattati ma ci sono stati momenti fondamentali che magari potevano favorirci, come quel rigore non dato con la Recanatese. Quindi finche non ci sarà il VAR, sarà un campionato molto complicato. Questo non deve essere un alibi, ma il campionato non è finito anche per questi motivi».

Sarà importante ora l’aspetto mentale?
«No, credo sia fondamentale recuperare le energie fisiche. Il nostro cammino mentale è questo ed è difficilmente allenabile. Si cercherà di mantenere sempre l’unione di squadra, come se ognuno andasse in guerra col proprio compagno d’armi».

Come vivrà questa pressione nelle prossime due settimane per un obiettivo così vicino e così importante per la città?
«Abbiamo tanti pensieri così come li hanno i tifosi. I giocatori sono un po’ più fortunati perché staccheranno qualche giorno di Pasqua. Per noi non sarà così e lo stesso varrà per chi lavorerà in sede per organizzare la prossima trasferta. A Pasqua saremo tutti un po’ distratti. Poi da Pasquetta, anziché pensare ai picnic torneremo a lavorare con la squadra».


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