Compagni alza la voce: «Non accetto più accuse infamanti nei miei confronti»
«Mike era stato informato, ogni mia affermazione può essere comprovata da atti e documenti»
Dopo mesi passati in silenzio, l'ex presidente Stefano Compagni (ad oggi ancora socio del club granata) torna a parlare tramite una lettera inviata agli organi d'informazione nella quale ribadisce la sua estraneità alle accuse mosse dai coniugi Piazza e annuncia di avere dato mandato ai suoi legali di tutelarlo per via giudiziaria.
Dopo le recenti esternazioni apparse sugli organi di stampa e sui social network , ritengo doveroso ora fare sentire la mia voce, FORTE E CHIARA. Se fino ad oggi sono stato in silenzio è dovuto esclusivamente al rispetto che ho sempre avuto per la Reggiana, i giocatori, lo staff e i tifosi.
Dopo anni nei quali la Reggiana è stata coinvolta in scandali che hanno destabilizzato in modo grave tutto l’ambiente, ritengo che questa nuova bufera non solo sia dannosa ma sia soprattutto preoccupante per il futuro della Società stessa, soprattutto in un momento di risultati positivi, proprio quando servirebbe maggiore tranquillità. Purtroppo però non posso più fare finita di niente perché è stato portato un grave attacco personale del tutto ingiustificato ed inaccettabile in quanto destituito di ogni fondamento. Credo fermamente di essere un uomo e un imprenditore che ha raggiunto, con grande fatica e dedizione, buoni traguardi anche grazie ad un principio di vita fondamentale che è l’ONESTÀ.
Le accuse ora mosse nei miei confronti sono pertanto ancor più infamanti e devo quindi tutelarmi. Farò estrema chiarezza in tutte le sedi nella quali sarò chiamato a farlo sulla vicenda societaria che ha portato i sigg.ri Piazza ad entrare nella Reggiana. In questa sede ritengo necessario precisare solamente che prima che il Sig. Piazza in data 01.07.2016 formalizzasse la propria partecipazione nella società, gli è stata messa a completa disposizione tutta la documentazione necessaria a fare luce sulla situazione economica della Reggiana e nulla è stato nascosto, tanto che una accurata e approfondita due diligence durata oltre due mesi redatta da prestigiosi professionisti incaricati dallo stesso sig. Piazza, ha potuto mostrare ogni dettaglio finanziario e non, ancor prima che il sig. Piazza prendesse la propria decisione. Ogni vicenda societaria è stata posta in evidenza , ivi inclusa la vicenda riguardante il credito del Dott. Barilli, regolarmente indicato nei bilanci della società .
Ora i sigg.ri Piazza hanno dimenticato tutto ciò? Hanno dimenticato che condizione essenziale richiesta dalla Lega per l’iscrizione al campionato, è un regolare contratto di locazione o di proprietà dello stadio in cui la squadra deve giocare nel corso della stagione? Termine ultimo per l’iscrizione è il 30.6 ed in quella data il sig. Piazza non aveva ancora formalizzato la propria partecipazione societaria ma aveva apertamente manifestato la volontà di farlo e quindi non aveva la possibilità di firmare contratti e pertanto, prima di firmare il contratto di locazione dello stadio in data 09.06.2016, ho prontamente informato il sig. Piazza di tale incombente e delle condizioni contrattuali proposte da Mapei e lo stesso Piazza, insieme al suo uomo di fiducia, divenuto poi direttore generale, Sig. Franzone, hanno esplicitamente avvallato la decisione. Tutte le decisioni prese durante il periodo di negoziazione sono state sempre da me condivise con il sig. Piazza ed il Sig. Franzone, inclusa la scelta del ds Andrea Grammatica. Ricordo, se fosse necessario, che il sottoscritto non ha ormai da tempo alcun potere decisionale nella Società e quindi non può avere alcuna responsabilità in merito alle recenti scelte prese dalla attuale amministrazione, determinanti eventuali contenziosi così come riportati dalla stampa stessa ( “Reggiana assediata dalle cause di lavoro”).
Durante la mia amministrazione della Reggiana tutto quello che ho fatto in positivo o negativo è sempre stato comunque fatto solo ed esclusivamente per il bene unico della Reggiana e certamente senza nessun interesse personale. È vero che i sigg.ri Piazza hanno investito notevoli somme di denaro nella Reggiana, come peraltro ha fatto anche il sottoscritto per quello che ho potuto. A tal proposito mi preme sottolineare che i soldi spesi dai Piazza sono stati immessi nella società Reggiana e nemmeno un centesimo è finito nelle mie tasche od in quelle dei miei soci. Forse a questi signori sfugge il fatto che soprattutto in Italia essere proprietari di una squadra di calcio è una mission fatta di grandi sacrifici e spesso significa investire grandi somme di denaro con il rischio di vedere disperso l’investimento economico, ma con la soddisfazione di fare qualcosa in cui si crede fermamente: portare una squadra, i propri tifosi e una città intera verso più alti traguardi.
Detto ciò, se i coniugi americani vogliono apparire eroi gettando fango su di me, credo abbiano sbagliato strada. Spero vivamente di no ma se così fosse a me non va bene. Ogni mia affermazione può essere comprovata da atti, documenti, contratti, email, testimoni e quant’altro necessario a dimostrare che tutto quello che è stato affermato su di me è falso. Non sono più disposto ad accettare queste accuse infamanti e prive di ogni fondamento e per tale ragione ho dovuto mio malgrado dare mandato ai miei legali per adire le vie giudiziarie per tutelare i miei diritti e salvaguardare il mio nome, la mia famiglia e la mia Società .
Casalgrande, lì 12.03.2018
Stefano Compagni
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