Viali: «La Salernitana giocherà la partita della vita, la Reggiana non dovrà barcollare ma reagire colpo su colpo»
«Per noi sarà una prova di maturità: dovremo essere bravi a non accendere i nostri avversari e soprattutto l'ambiente. Il presidente Salerno ha trasmesso grande convinzione alla squadra. Guidetti? Tra noi c'è grande sinergia, sono molto sereno»
A due giorni dalla delicatissima sfida dello stadio Arechi contro la Salernitana, mister William Viali questa mattina ha preso la parola dal centro sportivo di Via Agosti concentrandosi sulla sfida salvezza di sabato che non lo vedrà protagonista in panchina a causa della squalifica di un turno inflitta dal Giudice Sportivo, ma si è anche soffermato sulle ultime operazioni di mercato e sulla sfida pareggiata domenica scorsa al “Città del Tricolore”.
Mister, a 48 ore dalla partita di Salerno qual è la situazione dell’infermeria?
«Rozzio come sapete è ancora fuori per infortunio mentre Pettinari si sta allenando un po’ a parte questa settimana perché ha un fastidio a una caviglia: nelle prossime ore cercheremo di capire se riuscirà a migliorare questa situazione. Poi, per il resto, Girma ha cominciato a lavorare con il gruppo: diciamo che lo stiamo integrando al lavoro completo».
Avete delle tempistiche precise sul recupero di Rozzio?
«Credo che sia abbastanza presto fare una proiezione di tempistica. Però sta crescendo, sta lavorando, il percorso è positivo.
Girma invece è prossimo al rientro?
«Sì, la sua è una questione di condizione: bisogna riportarlo a pieno regime e cercare di aiutarlo a trovare la condizione migliore».
Il viceallenatore Max Guidetti dovrà interpretare la sua filosofia in campo?
«No, la nostra filosofia è comune. Lavoriamo insieme da tanti anni e tra noi c’è una sinergia netta, quindi non mi sono neanche posto il problema. Da questo punto di vista sono molto molto sereno».
Quando è stata l’ultima volta che si è dovuto fermare per squalifica?
«È passato un po' di tempo… Da quando hanno aggiunto il quarto uomo non sono mai stato espulso. Infatti per me è stata una novità anche per come è venuta visto che non ho discusso con nessuno: forse la gestualità non è piaciuta in un momento di tensione, però valeva pure per me il momento di tensione… Ad ogni modo vivrò questa partita da lontano ma cambierà poco per i 90 minuti della gara».
Cosa vi è rimasto dentro di Reggiana-Bari?
«Chiaramente la prestazione in una partita particolare: la squadra ha affrontato momenti difficili in cui poteva virtualmente faticare e invece si è esaltata. Quello che ci portiamo dietro è il coraggio che ha avuto, la lucidità di come ha continuato la gara anche in inferiorità numerica e la voglia che ha dimostrato di cercare di vincere la partita contro tutto e tutti».
Tra le partite con Bari e Salernitana in mezzo c’è il mercato e di recente sono arrivati due giocatori: Sosa e Kumi. Cosa possono dare alla Reggiana?
«Sono arrivati due giocatori in ruoli dove avevamo a livello numerico qualche limite. Si tratta di due ragazzi molto interessanti che, secondo me, hanno le caratteristiche giuste per completare il nostro organico.
Kumi è pronto, invece per Sosa quanto tempo occorrerà attendere?
«Sosa stiamo cercando di recuperarlo il più velocemente possibile e per essere un giocatore che si è allenato qualche settimana da solo, lo abbiamo trovato discretamente bene come condizione. Chiaramente deve trovare il ritmo da gara, il lavoro da duello, da partita: contiamo di recuperarlo velocemente».
Sabato affronterete una Salernitana trasformata dal calciomercato…
«Infatti ci saranno un po' di incognite: hanno fatto una sola gara con il nuovo allenatore, con 5-6 calciatori nuovi e per di più contro il Sassuolo che sapete tutti essere una partita un po' atipica in questo campionato. Quindi non abbiamo grandissimi punti di riferimento. La Salernitana è una squadra in evoluzione con un nuovo allenatore che porta le sue scelte tattiche. Sappiamo più che altro che dovremo essere bravi a dare continuità al nostro lavoro: questa è la parola chiave. Andiamo a giocarci una partita in un contesto ambientale complicato, dove immagino che questa nuova aria di freschezza con il cambio tecnico e l'arrivo di molti giocatori nuovi possa facilitare anche l’entrata del pubblico. Probabilmente quella contro di noi, nella loro testa, sarà la prima vera partita per provare ad accorciare la classifica e la vivranno come la partita della vita. Quindi dovremo essere molto lucidi, però la Reggiana ha dimostrato ultimamente di non temere queste cose. Mi sembra che la squadra sia diventata molto matura».
Ha fiducia nella sua Reggiana?
«Le prestazioni che abbiamo fatto nell’ultimo periodo ci fanno arrivare a questa partita con grande convinzione. Però, nello stesso tempo, sappiamo che ogni gara è diversa e dobbiamo essere bravi a non accendere la Salernitana. E quindi, automaticamente, l’ambiente che lì è particolarmente caldo».
Con Lucchesi squalificato l’ipotesi è quella di sfruttare Sampirisi in mezzo con il rientro tra i titolari di Fontanarosa?
«Quando ci sono queste emergenze si provano cose diverse che possono essere Sampirisi, Fontanarosa e Nahounou. Sono un allenatore che tendo poco a sottolineare le difficoltà settimanali, le mancanze: non mi piace che la mia squadra abbia quella cultura dell’alibi. In questi giorni ci siamo allenati bene e con le scelte che farò saremo pronti per giocare la nostra partita. Le eventuali difficoltà non saranno date dalle mancanze».
Le caratteristiche fisiche di Nahounou potrebbero rivelarsi utili, magari in marcatura su Cerri?
«È uno dei difensori centrali che abbiamo pronti per la gara, quindi è una delle possibilità insieme alle altre due».
Un cambio di assetto tattico è da escludere?
«Saremo sempre noi con la nostra elasticità e quindi sotto quel punto di vista non ci sono assolutamente problemi».
La classifica è sempre corta: playoff a due punti, playout a quattro… Sarà così fino alla fine?
«Assolutamente sì, la Serie B è fatta così e quest’anno sembra ancora più equilibrata. In questo periodo bisogna pensare maggiormente al percorso e continuare a far crescere la squadra, continuare a dare continuità nei particolari. Credo che la partita di Bari sia un esempio netto di quello che stavamo cercando. Quindi, al di là degli episodi negativi che possono succedere dentro una gara, è necessario restare aggrappati ai risultati. Per preparare il rush finale delle ultime 7-8 gare bisogna costruire questo periodo più per la crescita di mentalità e di atteggiamento».
Le disavventure con il VAR possono cementare ancora di più il gruppo?
«Più che gli episodi in sé, secondo me sono le reazioni avute dopo quegli episodi che possono cementare il gruppo e la mentalità. Come ho già detto dopo la partita, credo che sia una questione di situazioni. Casualmente, mi piace pensare così, nel girone d’andata non siamo stati fortunati con le decisioni del VAR e qualche dubbio arbitrale. Statisticamente parlando sono convinto che nel prossimo futuro saremo più fortunati, perché alla lunga più o meno le cose poi si compensano».
Il presidente Carmelo Salerno ha confermato l’intenzione di rimanere in società ancora a lungo: le sue dichiarazioni possono dare un bel segnale alla squadra?
«Chiaramente io non avevo bisogno di leggere la sua intervista, nel senso che ci confrontiamo spesso. Ieri ha fatto un passaggio coi ragazzi che non vedeva da qualche settimana: è stato molto positivo, molto energico, e ha voluto trasmettere grande convinzione alla squadra. Per il resto, io mi fermo lì. Il futuro degli allenatori viene contato ad ore, più che a settimane, quindi mi preoccupo poco del futuro a lungo termine».
A Salerno sugli spalti ci sarà sicuramente grande entusiasmo: l’obiettivo principale della Reggiana sarà quello di rimanere sempre in partita anche se dovesse andare sotto, visto che i campani qualcosa in difesa la concedono sempre?
«Secondo me quando ci sono partite di questo tipo, dove tutti si aspettano la svolta o la ripartenza, è quasi come un incontro di boxe. Se al primo cazzotto rimani rigido e dritto, gli altri prendono meno coraggio. È chiaro che se alla prima sbandata, al primo soffio uno comincia a barcollare allora si va ad accendere ancora di più questo entusiasmo. Quindi la cosa che pretendo è che la squadra resti bella dritta, col petto in fuori, pronta a prendere anche qualche cazzotto ma non a barcollare. Anzi, deve essere pronta a reagire, a darlo indietro, e a quel punto lì potremo controbattere all’aspetto ambientale con grande personalità».
L’idea per sabato, come si è già visto con il Bari dopo l’espulsione quando non ha inserito un difensore al posto di Maggio, è quella di mettere in campo una squadra comunque offensiva?
«Siamo una squadra che non fa molti calcoli, vogliamo sempre andare sopra ritmo spingendo sull’acceleratore. Culturalmente siamo costruiti così, viviamo e ci alleniamo per fare quello. La scelta con il Bari è stata più che altro per cercare di non regalare la partita in mano agli avversari. È stata una scelta molto coraggiosa, ma nello stesso tempo ero anche pronto, se non avessimo retto, a cambiare in corsa e saremmo andati step by step per vivere il secondo tempo. La squadra l’ha presa come un segnale di grande positività e quindi abbiamo retto per tutta la partita ed è stato il plus che probabilmente non ci ha fatto perdere metri dentro la partita e ci ha fatto condurre la gara. Sabato faremo in modo di non subire la partita».
Dopo la prova di coraggio e di orgoglio con il Bari, la sfida dello stadio Arechi è quella della maturità?
«Può essere catalogata così, come quella della maturità. Quando c’è questo equilibrio così sottile, ogni partita sposta molto. Più che altro per l’aspetto ambientale, perché ormai credo che questa squadra abbia un’identità forte ed è convinta di quello che fa. Però abbiamo imparato che basta una partita sola per rovinare tutto: mi porto sempre dietro Cittadella come esempio. Quella partita è stata un buco nero, anzi una buca dentro un percorso che era in grande crescita, perché avevamo fatto grandi partite col Sassuolo, con la Cremonese e a Cesena. È stato un buco nel nostro percorso di crescita: abbiamo trovato questa voragine, ci siamo cascati dentro e quindi queste situazioni non possono più capitare. Questi blackout rischiano di sporcare percorsi molto lunghi, di colpo, in 90 minuti, e condizionare tanto la situazione. Questo non deve assolutamente più succedere».
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