Reggiana, i perché della retrocessione passano anche dai numeri
Troppi gol subiti, poche reti segnate e un girone di ritorno da dimenticare tra le cause del fallimento granata
A menta fredda, ora che si è concluso il campionato, è più facile prendere atto della retrocessione dei granata. Una retrocessione arrivata alla penultima giornata dopo la sconfitta in casa con la Spal ma che è partita da molto più lontano.
BUDGET E MONTE INGAGGI. I soci granata hanno messo sul piatto circa 12 milioni di euro per affrontare la stagione che si è da poco conclusa, senza dimenticare lo sforzo extra budget investito sul mercato di gennaio che ammonta circa ad un milione. Una cifra ragguardevole e un investimento importante che non è bastato per raggiungere l'obiettivo salvezza. Non avendo a disposizione i dati delle altre società, è più facile fare un raffronto con il singolo monte ingaggi della squadra (dati aggiornati a febbraio): con circa 4 milioni la Reggiana si posiziona al penultimo posto come investimenti sul parco giocatori davanti solo al Cittadella. Per vincere bisogna anche saper spendere bene - l'Empoli ha investito la metà di Spal e Monza - ma alla fine dei conti il vil denaro ha sempre un peso specifico molto elevato nel contesto calcistico.
IL PROBLEMA DEL GOL. Uno dei punti di forza della Regia versione 2019/20 era senza dubbio la difesa guidata da capitan Spanò. In questa stagione la retroguardia di Alvini, schierata il più delle volte a tre come nel campionato precedente, ha pagato a caro prezzo il salto di categoria e nemmeno l'inserimento di un atleta nel giro della nazionale come Ajeti è bastato per evitare alla squadra granata di affondare in più di un'occasione. Sono 57 le reti subite in 38 partite (54 gol sul gruppone in 37 gare effettivamente disputate); solo Pisa, Pescara ed Entella hanno fatto di peggio. Si tratta di 1.5 (1.46) gol subiti a gara, una media decisamente alta “sporcata” anche dalle 11 reti inflitte dal Lecce ai granata tra andata e ritorno, un unicum difficilmente ripetibile. Anche l'attacco è un tasto dolente: appena 31 gol fatti su 37 gare effettivamente disputate (0.84 a partita). A fare peggio della Reggiana le altre tre formazioni retrocesse in Lega Pro: Cosenza, Pescara ed Entella.
DISATTENZIONI. La Reggiana, alla pari con il Pescara, è la squadra che ha subito più reti nel primo tempo: 27. La metà di questi, 13, sono arrivati nei primi 20 minuti e il più delle volte alla prima vera occasione concessa agli avversari. Un passivo veramente difficile da recuperare per un squadra che, come dimostrano i numeri descritti poco sopra, fatica tantissimo a segnare.
POCHI PAREGGI. Con 22 sconfitte (una a tavolino) la Reggiana è, dietro all'Entella, la squadra che ha subito più k.o. in campionato. Sul fronte delle vittorie, appena 9, ha fatto meglio solo di Cosenza, Pescara ed Entella. Ma sul fronte dei pareggi, appena 7, la Regia di Alvini purtroppo non ha avuto eguali. I tanti punti gettati al vento nei finali di partita, per demeriti propri o anche degli arbitri (pensiamo a Verona), alla fine sono costati veramente caro.
LONTANO DA CASA SI SPEGNE LA LUCE. Tutto sommato al “Città del Tricolore” la Regia non è andata malissimo: 6 vittorie, 5 pareggi e 8 sconfitte per un totale di 19 reti fatte e 23 subite in 19 incontri, con la media di 1,21 punti a partita. Lontano da Reggio però i granata hanno raccolto troppo poco: appena 3 vittorie (una sola nel girone di ritorno) e 2 pareggi a fronte di 14 sconfitte (una a tavolino) con 12 gol fatti e 34 subiti (0,58 punti a partita).
GIRONE DI RITORNO DA INCUBO. La Reggiana ha chiuso il girone d'andata a fine gennaio al sedicesimo posto in classifica con 18 punti, in zona play out. Per raggiungere la salvezza o almeno mantenere quella posizione avrebbe dovuto fare un qualcosa in più negli ultimi quattro mesi di campionato invece da febbraio a maggio ha conquistato due punti in meno, appena 16. Nel girone di ritorno i granata hanno collezionato 11 sconfitte su 19 gare. Nella fase clou del campionato, da marzo in poi, è arrivato un solo successo, in casa con il Pordenone lo scorso 1º maggio. Capitolo scontri diretti: la Reggiana è riuscita a battere tre delle ultime sei classificate. Oltre ai ramarri ha sconfitto l'Entella in rimonta a febbraio, ha messo al tappeto l'Ascoli due settimane dopo e ha costretto il Cosenza al pari prima della pausa pasquale. Questi risultati, o almeno la doppietta con liguri e marchigiani, erano sembrati dei passi in avanti verso la salvezza. Non sono però bastati per evitare l'amaro epilogo…
Commenti