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Il preparatore Cosmi: «Bisogna allenare le gambe tanto quanto la testa»

Le difficoltà per certi atleti nascono dalla mancanza di continuità negli allenamenti. Problemi sul sintetico? Non tutti si sono adattati»

07.03.2019 19:15

Davide Cosmi (a destra) assieme a Mauro Antonioli

Davide Cosmi, al fianco di mister Antonioli e del vice Piccoli da cinque stagioni, è il preparatore atletico della Reggio Audace: i successi e le sconfitte dei granata passano anche dai suoi programmi di lavoro iniziati lo scorso 13 agosto ad Albinea.

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«Questa stagione è stata approcciata in maniera diversa rispetto al solito - spiega Cosmi - La classica preparazione estiva non è stata fatta visti i noti problemi: abbiamo proposto il nostro programma standard di lavoro settimanale fin dai primi giorni, raddoppiando i carichi senza esagerazioni visto che il campionato sarebbe iniziato di lì a poco, cosa che poi non è successa (l’inizio della Serie D è stato infatti posticipato al 16 settembre 2018, ndr)».

Quanto si è sentita l'assenza di un ritiro vero e proprio?
«Svolgere una preparazione ad hoc in estate non è sempre sufficiente per arrivare in forma a fine stagione. Il ritiro serve principalmente per costruire l'identità di una squadra, conoscersi a livello di staff e giocatori, imparare a volersi bene e capire le caratteristiche specifiche di ogni singolo atleta».

Nel girone di ritorno la squadra ha raccolto tre punti in più rispetto alle prime 9 giornate dell'andata, ma ora sembra atleticamente in affanno. È così?
«Nelle ultime due partite abbiamo evidenziato un calo soprattutto secondo tempo, dovuto più che altro alle energie spese nella prima parte del match. Credo che per certi giocatori il problema principale sia la mancanza di continuità in allenamento».

Il continuo cambio delle sedi degli allenamenti può aver influito sul rendimento della squadra e sugli infortuni?
«Quando ci si allena in modo corretto il campo non fa la differenza. Certamente passare da un terreno in erba ricoperto di fango ad uno sintetico più compatto comporta un impatto importante sulla muscolatura dei giocatori: c’è chi ha maggiori problemi ad adattarsi e chi invece si trova subito a suo agio».

Ora state lavorando in ottica playoff?
«Stiamo svolgendo un lavoro piu intenso con i giocatori che finora hanno speso più energie e anche su quelli che hanno fatto fatica a trovare continuità in allenamento».

Nelle prossime partite, decisive per la classifica, a fare la differenza saranno le gambe o la testa?
«Per esperienza posso dire che sono le motivazioni a trasportare le squadra: se incontri avversi che non lottano per un obiettivo ovviamente in campo è facile mettere più impegno e voglia di vincere».

Quanto è importante la tecnologia nel vostro lavoro?
«Oramai fa parte della nostra ruotine quotidiana: usiamo il gps per monitorare il carico esterno dei giocatori in settimana e durante le partite. Per quanto riguarda il carico interno utilizziamo delle scale psicometriche (scala di Borg, ndr) per pesare la fatica in allenamento dei ragazzi».

C'è qualche giocatore in particolare che l'ha stupita in positivo in questi 7 mesi a Reggio?
«Onestamento no, i valori registrati sono in linea con quanto ci aspettavamo. I giovani ovviamente sono migliorati rispetto all'inizio poiché stanno attraversando una fase di sviluppo fisico e muscolare mentre gli over sappiamo che oltre un certo limite non possono più andare».

Prima di venire a Reggio ha lavorato per due stagioni a Ravenna in Serie D e in Lega Pro: com'è cambiata la preparazione atletica da una categoria all'altra?
«Diciamo che è cambiato il tipo di percorso da fare all'interno di una stagione: in Serie D lottavamo per i primi posti, al piano di sopra invece l'obiettivo era quello di salvarsi. In Serie C poi si lavora soprattutto con dei professionisti quindi si pone di più l'accento sulla tecnica e la tattica».

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