Colucci: «Il ritardo di condizione non deve essere un alibi, domenica ce la giocheremo a testa alta»
Mister Leonardo Colucci, al termine del match con la Virtus Verona vinto per 2-0 dalla Reggiana, si è soffermato sugli aspetti positivi messi in mostra dai granata a pochi giorni dal debutto in Coppa Italia. «Sono contento, c'è stato il massimo impegno da parte di tutti - ha sottolineato il tecnico granata a fine gara - stiamo facendo la squadra a singhiozzo e ci sta che qualche meccanismo vada ulteriormente oliato. Non è cambiato niente dalla vittoria contro la Selezione Montagna e non cambia niente nemmeno dopo la vittoria di oggi (ieri, ndr)». La Reggiana è parsa indietro di condizione rispetto agli avversari... «Il campionato inizia il 28 agosto ed è quello che conta. L'alibi è la scuola dei deboli, quindi.... Noi non ne cerchiamo. Si affrontano le partite a testa alta, con grande dignità, spalle larghe, abbiamo fatto due amichevoli, andiamo domenica e sono convinto che i ragazzi se la giocheranno». La formazione vista in campo contro la Vecomp sarà la stessa che vedremo domenica a Salò? «Siamo partiti con il 4-3-3: c'era qualcuno che è stato perfetto nell'eseguire ciò che gli avevo chiesto, qualcun altro magari meno, poi abbiamo cambiato, creando maggiore densità in avanti, più situazioni. Noi dobbiamo essere comunque bravi ad interpretare bene e velocemente il cambio di sistema indipendentemente dagli interpreti». L'atteggiamento in campo è stato molto aggressivo, a partire dagli attaccanti che erano i primi a difendere in fase di non possesso... «Se dall'attacco iniziamo a difendere, si può tenere la linea alta ed essere comunque pronti, se gli attaccanti invece si fermano, il loro primo nemico lo trovano nell'allenatore. Quando vedi un Nolè, un Marchi, un Guidone che corrono e rincorrono questi sono di esempio per i più giovani, perché se lo fanno loro, figuriamoci se non lo possono fare quelli più freschi...». Avrete maggiori pressioni nel giocare fuori casa con la Feralpi? «No. A me dispiace solo per la gente di Reggio: è logico che giocare la prima in casa davanti a propri tifosi, sarebbe stato diverso, però è un dato di fatto, e per noi è il vero primo test contro una squadra professionistica, ed è una partita di avvicinamento al campionato. Giocare in casa o fuori, per noi non deve cambiare nulla, la nostra mentalità deve essere sempre la stessa, propositiva».
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