Otin Lafuente ha la testa sulle spalle: «La Reggiana avrà rispetto per tutti, ma paura di nessuno»
Tante giocate di prestigio in allenamento e nelle prime amichevoli, ma finora solamente un paio di minuti raccolti in Coppa Italia per il classe '96 Hector Otin Lafuente, esterno d'attacco spagnolo scuola Juve portato a Reggio senza remore dal ds Grammatica. Hector, quali sono le tue sensazioni dopo il primo mese passato con i nuovi compagni? «Sono contento di trovarmi in una grande squadra. C'è tanta intesa col mister, il primo impatto dentro e fuori dal campo è stato ottimo». Pensi che il gruppo sia già affiatato? «Sì e questo segna la differenza tra una squadra che fa un bel campionato e una squadra che diventa protagonista. Le qualità non ci mancano, il gruppo è pronto per raggiungere obiettivi importanti». Vi preoccupano le grandi avversarie che dovrete affrontare nel girone B? «Si sapeva che le difficoltà nella Serie C di quest'anno sarebbero aumentate. Noi seguiremo il nostro percorso e cercheremo di realizzare i nostri obiettivi: avremo rispetto per tutti ma paura di nessuno». Quale pensi che sia la caratteristica preponderante della Reggiana di Colucci? «Il mister vuole sempre che l'azione parta dal basso cercando di giocare il pallone, mentre in fase di non possesso dobbiamo aggredire l'avversario a partire dagli attaccanti». Il fatto che potresti trovare poco spazio in campo sarebbe un problema? «Sono giovane e non affermato, non potevo pretendere di venire qui e giocare tute le partite nonostante provenissi dalla Serie B: questo fa parte del mio percorso di crescita come giocatore. Ad ogni modo coglierò tutte le opportunità che mi darà il mister cercando di sfruttarle al 100%». Hai già carpito qualche trucco del mestiere dai tuoi compagni di reparto Marchi e Guidone? «Imparo ogni giorno dai piccoli gesti di tutti i miei compagni: l'approccio che mette Marchi negli allenamenti e la fame che dimostra Guidone nonostante i 30 anni di età sono cose da cui noi giovani dobbiamo trarre spunto». Cosa si devono aspettare da te i tifosi della Reggiana? «Non mi piace il calcio noioso, quindi cercherò di farli divertire senza far mancare il cuore e tanto pressing. I tifosi devono sapere che Otin ci tiene a questa squadra e si impegnerà al massimo per renderli felici». Ti aspetti un pubblico caldo quest'anno? «Ancora non ho avuto modo di giocare al "Città del Tricolore", però in Lega Pro ci sono davvero poche squadre che realizzano più di 3000 abbonati: sicuramente sarà una belle esperienza». Un giorno vorresti tornare a giocare in Spagna? «Sono sincero, il calcio italiano è sempre stato quello che mi piaceva di meno, però chi fa carriera qua è pronto per giocare in qualsiasi altro paese. Certamente in Spagna ci si diverte di più, in Inghilterra si dà risalto all'intensità, mentre qui in Italia la tattica fa la differenza e ti fa crescere di più a livello di testa». La tua squadra del cuore è una big del calcio spagnolo? «Assolutamente no, tifo per la squadra della mia città, il Real Saragozza».
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