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Viali: «A Frosinone serviranno una mentalità positiva e grande energia. Ogni punto fa la differenza per la salvezza»
«L'obbligo della Reggiana è ripetersi nelle prestazioni: la costanza sposterà gli episodi a nostro favore. Chi recuperiamo? Non possiamo regalare giocatori al 50% in partite così importanti, aspetteremo fino all'ultimo per prendere una decisione»
A 48 ore dal calcio d'inizio, mister William Viali ha presentato la sfida tra Frosinone e Reggiana analizzando le condizioni della squadra, in modo particolare il recupero dei tanti giocatori assenti la settimana precedente. Il tecnico granata domenica dovrà osservare il match dalla tribuna poiché squalificato: in panchina al suo posto ci sarà il vice Guidetti.
Mister, come ci si allena sotto la pioggia battente?
«Questa settimana è stata un pochino pesante, ma stamattina siamo stati fortunati perché quando siamo usciti sul campo aveva smesso di piovere, quindi abbiamo lavorato abbastanza bene nonostante il campo fosse pesante».
Dal primo minuto, quanti dei giocatori che erano influenzati potrebbero giocare a Frosinone?
«Ho preso qualche appunto perché siamo rientrati a piccoli gruppi durante la settimana… Il primo gruppo ha ricominciato martedì con la squadra, facendo un paio di sedute non complete per monitorare i sovraccarichi. Da giovedì questi primi quattro giocatori (Štulac, Libutti, Kumi e Reinhart, ndr) hanno fatto tutto. Poi si sono aggiunti Portanova e Marras negli ultimi due giorni. Visto che ho qualche altro problema da valutare, aspetteremo fino all'ultimo per fare scelte perché non possiamo regalare un giocatore al 50% o al 60% in partite così importanti al di là delle sue qualità. Le scelte saranno fatte su chi almeno di partenza ha la prestazione completa».
Sosa potrebbe essere una vera alternativa a Libutti sulla sinistra?
«Sì, già quando l'ho scelto me lo immaginavo. Onestamente ha fatto anche meglio di quello che potessimo aspettarci. Non aveva ancora giocato una partita intera e ha risposto bene, anche se non era al 100%. Ha mostrato un grande atteggiamento, non molla mai nemmeno in difficoltà, ed è sicuramente un innesto che ha alzato il livello del gruppo».
La Reggiana non ha mai perso più di due partite di fila: come vive questa situazione?
«Rispetto a come è stata costruita la squadra e a quello che ha fatto e alle situazioni capitate nel mercato di gennaio, la Reggiana sta facendo grandi cose. Pretendo che tutti abbiano questa mentalità e vivano le situazioni con grande energia e grande positività».
Si può parlare di “ultima spiaggia” o è troppo pesane come parola?
«Direi di no. È pesante per chi scende in campo, ma abbiamo l'obiettivo di raggiungere la salvezza e ci siamo sempre stati dentro. La classifica è molto corta: credo che dall'ottavo posto all'ultimo ci siano 11-12 squadre che si giocheranno la salvezza fino all'ultima giornata. Non si può avere paura di queste dinamiche se si vuole raggiungere questo traguardo, chi ha paura non può fare questo mestiere. Sono le prestazioni e la continuità che ci devono dare certezze».
La Reggiana come può migliorare il rapporto tra occasioni create e gol fatti?
«Lavoriamo sotto questo aspetto perché la crescita della squadra è netta nelle prestazioni, ma ora servono risultati. La forbice tra occasioni create e gol fatti, o tra occasioni concesse e gol subiti, è troppo ampia. Creiamo molto più degli avversari e concediamo molto meno, ma nelle ultime due partite non siamo stati premiati. Sono convinto che sia tutto frutto di varie situazioni, tuttavia questo rapporto dobbiamo spostarlo a nostro favore perché nell'ultima parte del campionato diventa determinante».
Gli episodi sfortunati come le autoreti possono pesare?
«Sì, sicuramente gli episodi non ci hanno favorito nelle ultime prestazioni. Però voglio che la squadra rimanga focalizzata. L'unico obbligo è ripetersi nelle prestazioni: a forza di ripetere, sono convinto che alla lunga gli episodi si pareggino. Pretendo che la Reggiana continui a giocare con grande coraggio, come ha sempre fatto: bisogna averlo fino all'ultimo minuto dell'ultima partita».
Negli scontri diretti, tallone d'Achille della Reggiana, cosa si aspetta in più contro il Frosinone?
«È un dato oggettivo, ma secondo me la Reggiana ha grande equilibrio nei risultati. Sette vittorie per una squadra che si deve salvare a questo punto del campionato sono un dato positivo. Però dobbiamo imparare anche a non perdere, perché ogni punto può cambiare l'esito finale. La mentalità che pretendo è che ogni punto sia festeggiato, perché è sempre importante in Serie B. Specialmente per chi lotta per mantenere la categoria».
Che tipo di gioco adotta il Frosinone?
«Hanno fatto un mercato importante e cambiato molto rispetto al girone d'andata. Nell'ultima partita con il Catanzaro hanno giocato con il 4-3-3 rispetto al 3-5-2 precedente: per la prima volta in stagione hanno cambiato, non sappiamo cosa potranno fare ma noi siamo pronti a entrambe le situazioni. Troviamo una squadra che ha fatto un ottimo risultato con il Catanzaro, però dobbiamo concentrarci sulla nostra prestazione».
Il Frosinone prepara la partita come se fosse la gara della vita: può essere un vantaggio per voi?
«Io sono stato anche dall'altra parte rincorrendo dal fondo e so che lo stato d'animo può essere spostato dall'episodio che cambia il risultato. Noi dobbiamo arrivare pronti e vivere la partita con lucidità, indipendentemente dagli episodi che non devono spostare la prestazione. Dopo il gol del Cesena ci siamo un po' persi sotto l'aspetto nervoso e abbiamo faticato nell'ultima mezz'ora dopo un avvio positivo. Abbiamo fatto esperienza, ora questo non deve più succedere».
Gondo secondo lei avverte più di altri le critiche del pubblico?
«Credo che tutti i calciatori, rispetto al loro ruolo, possano attraversare momenti meno positivi. Quando non si riesce a fare bene quello per cui ci si allena è normale non essere nel momento ideale. Gondo, per il suo ruolo, e Bardi, che di recente ha subito gol spesso alla prima occasione avversaria, hanno avuto momenti difficili, ma entrambi possono fare molto bene».
Il “piano B” della Reggiana non sta funzionando quando andate sotto?
«Il "piano B" c'è: a Bari ha funzionato. Probabilmente è più facile creare in spazi ampi che in situazioni di densità bassa e fisica. Bisogna fare in modo che le partite vadano sul binario ideale per le caratteristiche della squadra. Dobbiamo essere bravi a finalizzare presto, perché spesso creiamo più occasioni prima dell'avversario».
Cosa pensa della sua squalifica e della situazione del VAR sempre più criticato?
«Dispiace molto non essere in panchina per una partita del genere. L'errore sull'espulsione di Vergara è avvenuto proprio davanti a me e ho avuto l'istinto di reclamare, ma senza offendere nessuno. Sono stato espulso due volte nell'ultimo mese, ma negli ultimi sette anni non era mai successo. Questo indica che c'è poca serenità e chiarezza in campo in questo momento».
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