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La tattica di Reggiana-San Marino: 4-3-1-2 poco convincente, ma nella ripresa i cambi regalano un'indimenticabile rimonta

28.04.2015 12:00

 Alberto Colombo ripropone il 4-3-1-2 visto di recente nel match casalingo contro la Carrarese. In difesa De Giosa sostituisce lo squalificato Sabotic, c’è il rientro di Bruccini in mediana (esce Parola), Siega è schierato da trequartista centrale alle spalle della coppia di attacco Ruopolo-Petkovic (out Giannone). Sono quindi tre i cambi rispetto all’undici iniziale di Savona.     PRIMO TEMPO Come facilmente preventivabile la Reggiana tiene il pallino del gioco fin dai primi minuti, di fronte un San Marino ben coperto e pronto a sfruttare le ripartenze. I granata però sembrano slegati, i reparti molto distanti tra loro, il possesso palla troppo lento per aggirare i compatti ospiti. Le azioni si sviluppano per lo più con gli inserimenti dei terzini, Siega è trequartista centrale atipico che interpreta il ruolo non chiedendo palla sui piedi ma lanciandosi negli spazi liberi da attaccante aggiunto. E’ una prima frazione sotto tono quella dei granata, spesso in ritardo sulle seconde palle, con poca personalità anche nei singoli (ad eccezione di Ruopolo che chiude triangolazioni interessanti), in mediana il solo Bruccini all’altezza. Qualche occasione a onor del vero arriva comunque, stupisce però vedere la Reggiana in difficoltà nei meccanismi difensivi, con la retroguardia in affanno anche per la copertura approssimativa del centrocampo; censurabile l’atteggiamento in occasione del gol sammarinese, difesa completamente ferma, senza pressione sul portatore di palla e senza reattività nel correre a ritroso sulla verticalizzazione. La reazione non è immediata ma con il passare dei minuti arrivano palle gol importanti per i granata che chiudono però in svantaggio i primi, insufficienti, 45’.   SECONDO TEMPONella ripresa Colombo conferma gli undici, il copione è scontato, la Reggiana attacca a testa bassa, il San Marino arroccato negli ultimi 30 metri (a maggior ragione con l’inferiorità numerica), l’estremo ospite Caio Secco conferma ottime qualità disinnescando anche il penalty di Bruccini. Tempo di cambi: Ricci rileva Vacca, granata con un quasi inedito 4-4-2, con Siega in seconda linea a sinistra, il neo entrato a destra e Angiulli-Bruccini a presidiare il centro. Con la Reggiana protesa in avanti, un pallone perso banalmente è capitalizzato dal San Marino che in contropiede ammutolisce nuovamente l’incredulo pubblico del “Città del Tricolore”. Entra Alessi per Mignanelli, formazione ancora più offensiva con il trequartista centrale per un 3-4-1-2. La pressione granata è costante, arriva il terzo cambio con Messetti al posto di uno stanchissimo Bruccini. Piace l’approccio dei tre giocatori entrati nella ripresa, Ricci regala corsa (insieme ad Andreoni in costante proiezione offensiva), Alessi lucidità in mezzo a tanta approssimazione, Messetti grinta in mezzo al campo. E poi, il finale davvero da ricordare, la rimonta che prende forma con abnegazione, cuore e qualità e De Giosa spesso centravanti aggiunto per sfruttarne le capacità aeree e ricevere i lanci lunghi, come in occasione del rigore che nel recupero del recupero, Bruno Petkovic, con straordinaria tranquillità, trasforma.  

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