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Salerno e il futuro della Reggiana: «Dopo Amadei ci deve essere un altro Amadei. Io non vendo le mie quote»

«Sono arrivate delle proposte per entrare in società da fuori Reggio e dall'estero, ma da quello che ho visto avrei posto il veto. Senza continuità per 4-5 anni è difficile raggiungere l'obiettivo che sogno: il pareggio di bilancio»

15.01.2025 19:00

Dopo aver affrontare il tema delicato riguardante il mercato (QUI la prima parte dell'intervista, QUI la terza e ultima parte), il presidente Carmelo Salerno tocca un altro argomento per certi versi ancora più scottante: il futuro della società. Non è un segreto che il patron Amadei abbia iniziato a pensare a una Reggiana senza di lui al timone, ma le trattative per un concreto passaggio di testimone al momento sembrano ancora lontane…

«Romano Amadei è l'unica voce importante in società perché senza di lui la Reggiana non esisterebbe - ci tiene a precisare Salerno - Come abbiamo visto negli anni, non c'è stato nessuno che è venuto a prendersi una quota che i soci usciti hanno lasciato. Io ho aumentato un po' la mia, forse anche sbagliando sono arrivato al 30%, poi mi sono fermato perché negli anni ho speso delle follie. Per fortuna Amadei è arrivato al 65%: senza di lui la Reggiana non poteva esistere perché non c'è stato nessuno che ci ha chiesto delle quote. Adesso, come avete letto tutti, è un po' stanco e vorrebbe vendere. E quindi questo può diventare un problema perché bisogna trovare qualcuno che subentri alle quote di Amadei. Dico "subentri" alle quote di Amadei, perché le mie quote non sono in vendita. Io ho la speranza e la volontà di proseguire e continuare questo percorso che posso dire con orgoglio ho contribuito a far nascere. Da due anni a questa parte la Reggiana ha iniziato un percorso nuovo che purtroppo si è interrotto, con la partenza di Goretti, però possiamo ancora farlo crescere». 

In che modo?
«Quest'anno stiamo riscrivendo un altro percorso, ma se non si riesce ad avere continuità per 4-5 anni è difficile che si riesca a raggiungere quell'obiettivo che io sogno da tempo, cioè il pareggio di bilancio. L’anno scorso purtroppo si è interrotto qualcosa: la mia speranza è quella di continuare, cercando un socio che prenda le quote di Amadei. Se avessimo già raggiunto il pareggio di bilancio come speravo, non ci sarebbe stato problema a continuare anche da solo: la società sarebbe andata avanti perché la Reggiana si sarebbe autogestita. Purtroppo si è interrotto qualcosa l’anno scorso con la partenza di Goretti, ma anche di Nesta, e nonostante il rispetto per quelli che abbiamo ora, il lavoro che stiamo facendo è stratosferico. La crescita vera avviene quando per 4-5 anni si cresce tutti insieme e si lavora tutti insieme, ma basta che salti un tassello e tutto si interrompe. L'abbiamo visto concretamente nel centro sportivo: ci siamo fermati al campo e non siamo andati più avanti. Ma il centro sportivo ha bisogno di tre o quattro anni per diventare il centro sportivo più bello d'Italia».

Sta cercando personalmente dei nuovi soci? 
«Io non li sto cercando, perché quando si cerca qualcuno si trova la persona sbagliata. Le tante persone, potenziali acquirenti, che hanno incontrato non me ma gli altri soci della Reggiana, non credo che siano adatti, almeno da quello che ho visto. Nel nostro statuto c'è il diritto di prelazione e anche il diritto di veto, quindi quelli che sono arrivati fino ad oggi, che non hanno parlato con me ma con i dirigenti della Reggiana, su di loro avrei posto il veto. Il veto ce l'ha anche chi ha il 5% delle quote. La Reggiana non può passare da una delle persone più importanti che ci sono a Reggio Emilia, come Amadei, al primo che passa… Dopo Amadei ci deve essere un altro Amadei, un’altra persona con la moralità, l’esperienza e l’onestà di Amadei. Se devo continuare a lavorare con lui, deve esserci qualcuno che sia in possesso delle stesse qualità».

Ha parlato di potenziali acquirenti, ma sono tutti esterni a Reggio? 
«Sì, esattamente. Sono tutti esterni, qualcuno anche dall’estero».

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