Narduzzo cerca una seconda opportunità: «Il duro lavoro in allenamento fa la differenza»
L'estremo difensore classe '94 ha debuttato sabato scorso nella vittoria a Fano
Davide Narduzzo ha atteso con calma il suo momento e sabato ha potuto difendere i pali della Reggiana da titolare nella vittoria dei granata a Fano. Prima della trasferta marchigiana, l'estremo difensore classe '94 era stato utilizzato solamente nelle due uscite in Coppa Italia di Lega Pro a novembre.
Come hai vissuto la prima gara di campionato con la maglia da titolare?
«È stata una bella emozione perché era da tanto tempo che non giocavo in campionato (Pontedera-Teramo dello scorso maggio, ndr). Quando ho saputo che Perilli aveva dei problemi alla schiena e non sarebbe sceso in campo ho continuato ad allenarmi forte per farmi trovare pronto».
Sei soddisfatto delle tua prestazione?
«Ho fatto un'uscita un po' avventata nella ripresa, ma forse ha indotto l'attaccante a calciare fuori. Per il resto direi una prestazione tranquilla».
Ti sei sentito coinvolto dalla squadra?
«Sì ma il coinvolgimento comincia già in settimana durante gli allenamenti nel coordinamento coi compagni».
Ora speri di prendere il posto di Perilli?
«È il mister che decide chi mandare tra i pali. Io credo molto al lavoro sul campo: l'allenamento ti porta a fare bene in partita e ad essere pronto».
Che rapporto hai con il tuo compagno di reparto?
«Fra di noi c'è rispetto reciproco e sana competizione. Ci stimiamo molto anche se non ci frequentiamo fuori dal campo. Parliamo spesso riguardo alle partite viste in tv o situazioni vissute personalmente».
Quali pensi che siano i tuoi punti di forza tra i pali?
«Ho altre caratteristiche rispetto a Perilli, anzi potremmo dire che siamo agli antipodi. Penso di essere più rapido e veloce».
Qual è l'umore della squadra a pochi giorni dal big match col Padova?
«Dopo il cambio in panchina forse abbiamo liberato la testa. Ora c'è un'atmosfera serena ma per continuare nella nostra striscia positiva serve sempre cattiveria. Se ci alleniamo come squadra in un certo modo i frutti durante la partita si vedono, di questo sono convinto. Col Padova dovremo scendere in campo cattivi e portare a casa i tre punti, conta solo questo».
Da quando è arrivato mister Menichini la difesa granata ha subito una sola rete: cos'è cambiato con lui in panchina?
«I metodi di lavoro sono differenti però molte cose ora ci riescono in maniera naturale, forse siamo più sereni tra di noi».
A voi portieri ha chiesto qualcosa di diverso?
«Con Colucci lavoravamo assieme alla squadra a livello di possessi perché ci chiedeva di giocare di più con i piedi, adesso invece lo facciamo meno».
Tu vieni dal Settore Giovanile del Milan: un giorno speri di tornare in Serie A?
«Penso che sia il sogno di ogni giocatore puntare al massimo, non necessariamente con la maglia del Milan. Intanto voglio fare bene alla Reggiana, spero di restare qui a lungo...».
Il contratto è in scadenza a giugno?
«Sì. Questi ultimi mesi mi serviranno per convincere la società a tenermi. Ribadisco che il lavoro continuo durante gli allenamenti è quello che ti crea la forza interiore per andare avanti anche se non giochi e la gente non ti vede. Lavoro duro e testa bassa, i frutti poi arrivano...».
L'altezza non è mai stata un limite?
«Se pensassi che lo fosse non avrei neanche iniziato a giocare. Nel calcio ci sono tanti portieri alti come me o anche più bassi. Per me non è un limite anzi lo vedo come uno stimolo in più per fare bene».
(Foto © reggianacalcio.it)
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