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Diana: «Ho tanta fame e voglia di ripartire. Davanti a me vedo un percorso da finire e ce la metterò tutta»

«Non guardiamo al passato, ricominciamo da 0 punti: vogliamo essere ancora protagonisti perché nessuno meritava il finale della passata stagione. La nuova Reggiana? Penso che avrà lo stesso DNA, ma stiamo valutando profili più giovani»

15.06.2022 20:30

Aimo Diana e la Reggiana, la storia continua. Dopo alcune settimane di silenzio il tecnico granata torna a prendere la parola e lo fa, a margine della conferenza convocata dal presidente Salerno, per guardare soprattutto al futuro senza rinnegare ricordi felici e meno felici del passato.

«Innanzitutto ringrazio la società, il patron, tutti i soci, il presidente e il nuovo direttore sportivo che mi hanno voluto qua e sono orgoglioso di proseguire questo percorso – ha sottolineato mister Diana in avvio – Io sono rimasto in religioso silenzio perché sapevo che la società stava riflettendo, anzi credo sia stato giusto che io abbia parlato poco e ragionato su cosa è stato e poteva essere. Sono rimasto contento quando mi hanno richiamato perché la realtà delle cose dice che io da Reggio non sono mai andato via. Lasciare un percorso che ho iniziato, e onestamente pensavo fosse finito se non fosse per un certo episodio che capiterà una volta ogni 20 anni (il gol di Gagno, ndr), non mi andava proprio. Ho una grande carica, grande fame e consapevolezza. Voglio assolutamente dimenticare gli 86 punti fatti altrimenti l’anno prossimo arriveremo settimi o ottavi. Lo dobbiamo dimenticare come squadra. Ringrazio Doriano Tosi perché con lui ho lavorato bene e mi ha dato tanto, do il benvenuto a Roberto Goretti che per me potrà essere un grande appoggio essendo molto esperto e un ex calciatore, quindi parliamo la stessa lingua. Ho grande fame e carica, sono felice di essere qui e ringrazio chi mi ha permesso di rimanere».

Anche i giocatori volevano ripartire da lei…
«Questo mi fa piacere, perché si sono creati anche rapporti umani importanti: insieme abbiamo vissuto tante soddisfazioni».

Cosa cambia rispetto a un anno fa?
«Ho la stessa carica e voglia, quindi per me non cambia niente. Difficilmente guardo indietro, faccio i miei ragionamenti però tendo a guardare cosa c’è davanti a me e ho un percorso da finire e ce la metterò tutta».

Pensa di essere cresciuto dopo gli errori commessi?
«Ci sono tecnici vincenti che vengono punzecchiati al primo errore, ma questo è il nostro ruolo. Il calcio lo vediamo tutti in maniera un po’ diversa ed è anche giusto così. L’importante è avere sempre la possibilità di confrontarsi e avere modo di spiegare certe scelte. Credo di essere cresciuto molto, anche nella gestione. Da me si aspettavano di vincere e non l’abbiamo fatto, ora mi danno un’altra possibilità e cercherò di sfruttarla nel miglior modo possibile».

Alla Reggiana è stato imputato un atteggiamento sbagliato nelle gare decisive della stagione…
«Quando si devono giustificare due sole sconfitte nella stagione regolare è complicato, a volte se ne perdono 8 di partite e si vince comunque un campionato. Quelle che noi dobbiamo rimproverarci sono i due k.o. dei playoff. Le due sconfitte di campionato non erano decisive, penso a Lucchese e Gubbio. Certamente nel momento decisivo in cui si poteva allungare, mi rimprovero la sconfitta di Lucca: me la porto dietro come la FeralpiSalò».

Gli 86 punti in campionato rischiano di diventare un fantasma che vi porterete dietro?
«Per quanto mi riguarda no, ma dentro di noi sappiamo di poter raggiungere quel picco ma anche quello che è successo ai playoff. Di confronti ce ne saranno sempre, ma dobbiamo ripartire da 0 punti. Il pensiero di tutti è fare il massimo possibile, vogliamo essere protagonisti perché la società e i tifosi non meritano di finire come abbiamo finito».

Nessuno si immaginava un epilogo del genere…
«Questa sofferenza mi è rimasta dentro, mi dispiace anche di non essere riuscito a salutare a fine partita i tifosi che meritavano un applauso ma la sofferenza era troppa e mi viene da pensare che se c’è sofferenza allora c’è anche amore, ma a volte si commettono degli errori. Mi è dispiaciuto, era una cosa che non dovevo fare ma sono umano anche io».

Rivedremo lo stesso calcio della passata stagione?
«La mia proposta, in base ai giocatori che abbiamo, difficilmente potrà essere diversa. Cercheremo di cambiare in corsa e quando c’è bisogno: quest’anno, per esempio, abbiamo cambiato quando mancavano giocatori chiave, però il nostro DNA resta sempre quello».

Il suo staff è confermato?
«Il mio staff sarà composto da Alessio Baresi (viceallenatore, ndr) ed Esteban Anitua (preparatore atletico, ndr). Stiamo valutando anche altre figure da aggiungere. Il mio contratto è come quello dell’anno scorso: un anno più eventuale prolungamento se dovessimo raggiungere la Serie B».

Ha già iniziato a parlare di mercato con Goretti? Ci sarà subito da risolvere l’incognita Cigarini…
«Vedremo i tempi di recupero che avrà: io lo vorrei subito ma immagino dovrò aspettarlo. Lì in mezzo qualche cosa dovremo farla, per fortuna c’è parecchio tempo e abbiamo una squadra già formata. La conoscenza approfondita della Serie B da parte del ds penso si combini bene con la mia grande conoscenza della Serie C».

Vedremo un centrocampo diverso, magari con più corsa?
«La nostra era una squadra molto tecnica dove la palla correva più forte delle gambe, ma stiamo valutando qualche ragazzo più giovane e pensiamo di portate maggiore freschezza in determinati ruoli. C’è tempo per sviluppare tutto. Anche l’anno scorso il mercato aperto fino al 31 agosto ha dato tutte le possibilità di farcela».

State già pensando a cosa fare con i giocatori in scadenza?
«I rinnovi sono sul tavolo, ne stiamo parlando da pochi giorni. Alcuni ragazzi potrebbero ancora fare parte della squadra, non credo andremo avanti tantissimo tempo con questi discorsi. In ballo ci sono tante cose, valutiamo bene».

Telefonate dalla Serie B per lei ne sono arrivate?
«Ho avuto diversi colloqui quest’anno che poi non si sono concretizzati, ma sono cose normalissime specialmente se pensiamo alla stagione che è stata fatta. Non nascondo che mi hanno fatto piacere, ma ho sempre reputato questa una piazza da Serie B e la considero ancora tale ed è lì che mi piacerebbe andare con questa squadra. Ho aspettato con la speranza di avere una rivalutazione da parte della mia società e sono contento che sia accaduto».

Ora andrà in vacanza?
«Sì, avevo già prenotato tutto dopo il 12 giugno. Da lunedì trascorrerà una settimana in vacanza in Israele e Giordania per festeggiare i 15 anni di matrimonio, poi tornerò subito sul pezzo…».

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