La Serie C e il calcio italiano al bivio: concludere la stagione o fermarsi?
Dall'assemblea della Lega Pro in programma domani difficilmente emergerà una linea di pensiero comune. A decidere le sorti della stagione granata potrebbe essere il Consiglio Federale
L'emergenza sanitaria Covid-19 ha stravolto la vita degli italiani nel giro di poche settimane e di conseguenza anche il mondo del pallone. Se all'inizio l'interrogativo principale riguardava la data di ripresa degli allenamenti e dei campionati (l'ultimo DPCM ha stabilito lo stop fino al 13 aprile), con il passare dei giorni ci si è iniziati a chiedere se ha davvero senso riprendere oppure conviene alzare bandiera bianca di fronte a quanto sta accadendo.
La UEFA pare intenzionata a fissare la data del 3 agosto come deadline per terminare i principali campionati europei, auspicando quindi una ripresa delle competizioni momentaneamente sospese entro l'estate, compatibilmente con l'evolversi della pandemia nel vecchio continente. Oggi il ministro dello sport Spadafora ha detto che il Governo sta preparando «un piano straordinario per le iniziative che devono partire da maggio, cioè da quando speriamo di poter essere fuori dall'emergenza Coronavirus per pensare al futuro». Una visione tutto sommato ottimistica che cozza con quella di molti club di A, B e C. Proprio domani mattina la Lega Pro ha organizzato una call conference con tutti i 60 club iscritti: tra i temi all’ordine del giorno ci saranno le considerazioni sullo stato dell’emergenza Covid-19, sulla stagione in corso e le azioni da intraprendere, su cosa fare del campionato 2019-2020 e il problema dei sacrifici e quindi i contratti dei calciatori. Da quanto è emerso nelle ultime ore, un nutrito gruppo di società sarebbe pronto a chiedere l'annullamento della stagione. Su questo punto il presidente Ghirelli però ha le idee ben chiare. «Non dobbiamo dividerci. Una simile decisione comporterebbe danni irreversibili, soprattutto sotto il profilo economico e legale - si legge sul Corriere dello Sport - Se la decisione di sospendere e annullare il campionato venisse assunta dalle società, cioè i datori di lavoro, non ci sarebbero le basi giuridiche per legittimare la riduzione o l’interruzione dei pagamenti, perché la prestazione sportiva non sarebbe interrotta per cause di forza maggiore. L’unico organo deputato a decidere per la sospensione o annullamento del campionato è il Consiglio Federale».
All'orizzonte, nel vasto mare delle ipotesi, anche una possibile riforma dei campionati: adesso è troppo presto per sapere quale sarà la strada intrapresa dal calcio italiano, si va avanti forzatamente un passo alla volta.
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