Trevisan non rimpiange il passato: «Se fossi rimasto, ora non starei festeggiando...»
Il difensore padovano auspica un cammino importante ai playoff per la Reggiana
Con 27 presenze e una rete all'attivo, Trevor Trevisan è uno dei baluardi della difesa patavina, la meno battuta del campionato, e domenica si appresta a tornare al "Città del Tricolore" da campione in carica con l'obiettivo di centrare i tre punti e magari farsi rimpiangere dalla società granata che la scorsa estate ha deciso di non confermarlo.
«Sto attraversando un bel periodo sotto tutti i punti di vista - ha confessato ai nostri microfoni l'ex difensore granata, neo campione col Padova - In famiglia va tutto a meraviglia, mio figlio Achille sta crescendo piano piano, poi è arrivata la tanto attesa promozione...»
State ancora festeggiando?
«I festeggiamenti ci sono già stati ma proseguiranno ancora in città perché abbiamo raggiunto un traguardo importante per una società che mancava dalla Serie B da tanti anni. Ieri però siamo tornati in campo ad allenarci visto che domenica ci aspetta una partita nella quale non vogliamo sfigurare».
Quali sono stati i punti chiave del vostro successo?
«Di sicuro abbiamo vinto perché siamo stati i più continui. Fatta eccezione per lo scivolone contro il Renate all'esordio, siamo sempre stati primi in classifica dal 21 ottobre in poi, restando in vetta per più di 6 mesi con un buon margine di vantaggio sulle inseguitrici. La società ad inizio stagione ha formato un gruppo importante con giocatori d'esperienza e giovani promettenti; il direttore Zamuner ha fatto sì che tutte le componenti funzionassero nel modo migliore».
C'è stato un momento in cui avete temuto di poter essere raggiunti?
«Dopo la nostra sconfitta a Trieste, se la Reggiana avesse battuto il Mestre nel recupero certamente le cose si sarebbero complicate in vista dello scontro diretto. Avendo tirato la squadra al massimo per tutto l'anno, ci può stare che subentri un po' di stanchezza fisica e mentale: guardare tutti dall'alto in basso fa consumare più energie rispetto a chi insegue. In questo campionato inoltre non c'è stata una sola partita in cui non si è dovuto combattere, e lo dimostrano anche i tanti punti conquistati dalle squadre che ora lottano per salvarsi».
Il netto calo di Reggiana e Sambenedettese vi ha dato una grossa mano...
«Sì, però se abbiamo trionfato, il merito va attribuito al buon margine costruito grazie alle vittorie e ai pareggi negli scontri con le dirette concorrenti per la promozione. Invece abbiamo faticato di più con le squadre da metà classifica in giù».
Sarà emozionante per te tornare al "Città del Tricolore"?
«Mi fa piacere tornare perché a Reggio ho trascorso una bella stagione conclusa ad un passo dalla B e della quale porto un ottimo ricordo. Ho fatto parte di un gruppo importante formato da bravi ragazzi con i quali sono rimasto in contatto».
Hai già scambiato qualche battuta con il tuo amico Bovo?
«Di recente ci siamo solo salutati, parleremo con calma domenica dopo la partita».
Fra tre giorni affronterete una Reggiana ferita che però ha un bisogno assoluto di punti...
«La formazione granata gioca bene a calcio, ce ne siamo accorti nel match dell'andata quando aveva iniziato a scalare la classifica, però avere un buon gioco non è sempre sinonimo di vittoria, lo si diceva anche ai tempi di Colucci. I primi mesi pieni di difficoltà sono stati determinanti per la Reggiana, altrimenti avremmo assistito ad un campionato molto più combattuto».
C'è una favorita tra Reggiana e Sambenedettese per il secondo posto?
«Onestamente non vedo nessuna favorita, entrambe le squadre sono attese da partite molto delicate. A Teramo per i granata non sarà affatto semplice contro una squadra in piena lotta per non retrocedere».
Dove può arrivare la squadra di Eberini ai playoff?
«I granata hanno dimostrato di essere una compagine molto forte. L'anno scorso il cammino si è interrotto in semifinale, quindi si dovrebbe arrivare fino in fondo per migliorarsi. Nella fase finale della stagione subentrano sempre moltissimi fattori, soprattutto quello climatico con il caldo. Se fosse possibile inoltre io eviterei le squadre del sud».
Quale pensi che sia stata la rivelazione del campionato?
«Il Mestre è la vera sorpresa, a mio avviso la squadra che ha giocato meglio in assoluto. Gli arancioneri, da neo promossi con tanti giovani in rosa, hanno stupito tutti e possono ancora sorprendere in questo finale di stagione».
L'estate scorsa hai atteso invano una chiamata da parte del club granata prima di firmare per il Padova...
«Ringrazio il cielo che non mi abbiano fatto quella telefonata perché altrimenti non avrei colto l'opportunità di tornare a Padova, la città in cui già vivevo, e vincere il campionato».
(Foto © Padova Sport)
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