Radrezza: «Dobbiamo arrivare pronti ai playoff con le gambe, la testa e il cuore. Spero di evitare il Padova»
«A febbraio ho avuto il Covid e sono rimasto lontano dalla squadra per due settimane: recuperare fisicamente non è stato semplice ma ora sto bene. La sorpresa per Marchi? Un piccolo pensiero lo meritava, ora gli auguro il meglio»
Tra i giocatori che vedono nei playoff l'occasione giusta per lasciare la propria impronta sul campionato della Reggiana c'è sicuramente Igor Radrezza, centrocampista simbolo della passata stagione in B che nel girone di ritorno, a causa di alcuni problemi fisici, non è riuscito a trovare abbastanza spazio in campo.
«Quello di oggi è stato un test importante in cui non bisognava farsi male ma soprattutto servivano minuti nella gambe - ha dichiarato il numero 21 granata dopo lo 0-0 di Verona - Dobbiamo arrivare al 17 maggio pronti e non sbagliare nulla. Questa è stata una settimana di duro lavoro con il preparatore atletico, ci stiamo avvicinando ai playoff e ora diminuiremo i carichi di forza per arrivare brillanti alla prima partita nella quale dovremo essere pronti con le gambe, la testa e il cuore».
Nel girone di ritorno il tuo minutaggio è calato: ora stai bene?
«Ora lo posso dire: a febbraio ho avuto il Covid per la prima volta e per non allarmare la squadra sono rimasto lontano dai ragazzi per due settimane nel periodo in cui c'erano tre partite a settimana. Qualche strascico è rimasto a livello fisico e respiratorio per almeno un mese. Adesso sto bene e mi sto allenando alla grande. Arriviamo pronti tutti per i playoff».
Da quando hai iniziato a pensarci?
«Dal triplice fischio di Teramo. Per qualche giorno abbiamo staccato la testa, ora che ci stiamo avvicinando aumenta la concentrazione».
Quale avversaria preferiresti evitare?
«Spero solo di non trovare sul nostro cammino il Padova per una semplice questione romantica visto che sono un ex. Alla fine andrà bene chiunque, dobbiamo solamente pensare a non sbagliare i 180 minuti e arrivare fino in fondo».
Che sorpresa avevate preparato per Marchi a fine gara?
«È stata una cosa improvvisata con la moglie e la sua famiglia. Un piccolo pensiero se lo meritava, per quello che ha dato a noi e per l'amicizia che ci lega. È un peccato che la partita si sia giocata a porte chiuse altrimenti anche i tifosi lo avrebbero omaggiato. Non so cosa vorrà fare adesso, sicuramente rimarrà nel mondo del calcio e gli auguro il meglio perché se lo merita».
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