L'ex presidente Barilli punta il dito sulla squadra: «Serve più discrezione nello spogliatoio»
Con l'obiettivo playoff ormai sfumato a cinque giornate dal termine, la prima stagione di presidenza Compagni si avvia verso un finale di campionato deludente. A prendere le difese della società interviene l'ex presidente granata Alessandro Barilli, che lo scorso anno affrontò un clima ostile nei suoi confronti. «Dirigere una società di calcio è un mestiere assolutamente difficile - ammette Barilli dalle colonne della Gazzetta di Reggio - e poi non tutte le stagioni calcistiche sono uguali. Chi ha preso il mio posto è in ogni caso leggermente più fortunato del sottoscritto: le critiche infatti vengono rivolte ai giocatori, a chi scende in campo, e non sono dirette a chi guida il club. Nel mio caso invece le contestazioni erano molto spesso indirizzate alla mia persona, non c’era lo stesso riguardo. Osservando come stanno evolvendo le cose ho inoltre la conferma di quanto ho più volte affermato. Cioè che non bastano i soldi né che è sufficiente operare con il massimo impegno per ottenere degli ottimi risultati». I motivi del flop di risultati secondo l'ex presidente sono da imputare a questioni interne allo spogliatoio: «L’impressione è che si sia creata una scarsa amalgama fra i giocatori, e inoltre servirebbe più discrezione negli spogliatoi oltre che nel collegamento fra società a squadra. Sensazioni epidermiche perché, ripeto, non vivo più direttamente quella realtà. Posso solo assicurare che la società è composta da persone pienamente affidabili, assolutamente a modo. Imprenditori che vogliono veramente bene alla Reggiana. Non meritano quindi troppe critiche per il noviziato che stanno vivendo». «Lo scorso anno - conclude Barilli - ricordo di essere passato da un migliaio di spettatori a oltre 11mila nella gara che purtroppo ci ha visto sfuggire di mano, per un niente, il traguardo finale. Ma anche chi mi è succeduto ha dato il massimo e non è colpa loro se non sono riusciti ad arrivare ai playoff. Avrei ovviamente preferito finisse in maniera diversa ma non me la sento di attribuire alcuna responsabilità diretta. Certo che è un peccato trovarsi a questo punto a metà classifica. Ma sono sempre dell’avviso che criticare chi si impegna, chi usa le proprie risorse e le energie per far brillare una società commette un grosso errore. Diamo loro il tempo di riprovare. Sono convinto che la prossima volta faranno di tutto per centrare il bersaglio grosso».
Commenti