Gondo: «Avevo qualcosa da dimostrare alla piazza e a me stesso. La Reggiana è stata fenomenale a restare sul pezzo»
«Quando sono in campo non devo mollare, il bene della squadra viene prima del mio. Sinceramente non pensavo di poter reggere fino alla fine. Margini di crescita? Ne ho tanti, devo ascoltare le indicazioni di mister e compagni per migliorare»
Il ricordo dei gol falliti da Cedric Gondo contro la Cremonese è stato subito cancellato dalla doppietta decisiva contro lo Spezia che ha permesso alla Regia di conquistare il primo successo in Serie B: l'attaccante ivoriano è stato il grande protagonista dell'incontro andato in scena ieri pomeriggio al “Manuzzi” di Cesena.
«Avevo qualcosa da dimostrare alla piazza e a me stesso - ha confessato a fine gara il giocatore classe '96 - Ci sta sbagliare certe occasioni, ma non come è successo con la Cremonese. I miei compagni avevano bisogno di me. Sabato scorso abbiamo ottenuto un punto contro una grande squadra, ma potevamo fare molto meglio e se avessi segnato l’avremmo portata sul 3-1 e probabilmente l’avremmo chiusa».
Al di là della doppietta, sapevi che avresti retto fisicamente fino alla fine?
«In effetti nemmeno io pensavo che avrei tenuto per tutta la gara. Non avendo fatto un ritiro degno, non ero in forma al 100%. Sono molto contento per la vittoria: dovevamo portare punti a casa e la squadra è stata fenomenale a restare sul pezzo».
Non solo hai segnato due gol, ma hai anche dato una grossa mano in difesa, soprattutto negli ultimi decisivi minuti…
«In quel momento pensavamo solo a portare a casa i tre punti ed era fondamentale restare tutti sul pezzo. Lo Spezia è una buona squadra ma noi siamo stati bravi a tenere e a portare a casa questa vittoria».
In quali aspetti puoi ancora migliorare?
«Devo crescere in tante cose. Questa è stata una bella giornata per me ma devo continuare su questa strada e ascoltare mister e compagni che possono dirmi dove posso migliorare».
Fare a sportellate con gli avversari non ti dispiace…
«È una delle mie caratteristiche. Quando sono in campo non devo mollare e devo lavorare per i miei compagni: prima c’è il bene della squadra, poi ci sono io».
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