Tosi: «Partiamo a fari spenti, ma la Reggiana è una squadra che non si accontenta»
«Aspettiamo l'arrivo di Muratore e Pezzella e puntiamo su Mazzocchi, ma ci vuole pazienza. Scappini e Staiti? Scelta difficile ma necessaria»
Mentre la squadra ha iniziato con le prime sgambate a Carpineti, Doriano Tosi è rimasto in città rintanato nel suo ufficio di via Brigata Reggio. L’architetto granata ha davanti a sé una quarantina di giorni fatti di trattative: l’obiettivo è quello di costruire una squadra gagliarda in grado di reggere l’impatto con la Serie B e, perché no, provare a stupire tutti come accaduto nella passata stagione in C.
«Quest’anno partiamo per il ritiro con un cantiere aperto – sottolinea Tosi – Dobbiamo rassegnarci all’idea che sarà una stagione anomala con difficoltà enormi dal punto di vista economico, soprattutto sul mercato. Molta parte delle trattative saranno svolte durante la preparazione. E dire che di solito mi piace muovermi in fretta, ma quest’anno proprio non è possibile…».
Direttore, che atmosfera si respirava ieri mattina al raduno della squadra?
«C’è tanta voglia di fare bene e di stupire tra i nostri giovani. Abbiamo un gruppo che riparte da zero ma con una bella amalgama di atleti esperti. Quest’anno però sarà difficile costruire la squadra che vogliamo, ci dovremo adattare e portare pazienza».
Avete previsto qualche amichevole prestigiosa come quella con il Genoa dello scorso anno?
«Stiamo cercando di organizzare un incontro con una squadra di A per il 13 settembre ma non è semplice. Dubito inoltre che potremo disputare la partita a Reggio».
Ci parli un po’ dei nuovi arrivati: partiamo dal portiere Cerofolini…
«Cerofolini, assieme a Carnesecchi (Trapani, ndr), è uno dei portieri più giovani ed importanti in circolazione. Deve ancora acquisire esperienza e noi gli diamo la chance di poterlo fare».
In difesa avete acquistato Gyamfi dal Benevento. È lui l’erede di Spanò?
«Diciamo che ha caratteristiche atletiche e fisiche molto simili, mancano però l’esperienza e la personalità di Spanò. Nasce come terzino poi negli ultimi anni si è adattato a giocare anche in una difesa a tre, ma in quel ruolo prenderemo anche un altro jolly in grado di giocare sia a destra che a sinistra».
Germoni, dopo l’esperienza in B con la Juve Stabia, è arrivato a Reggio firmando un triennale…
«E’ un esterno scuola Lazio molto importante, già collaudato per la categoria che affronteremo. Mi aspetto molto da lui».
Si parla molto bene di Cambiaghi…
«Come l’anno scorso con Lunetta, abbiamo deciso di puntare su in esterno molto offensivo con qualità tecniche importanti. Cambiaghi inoltre può giocare anche spostato a destra o come trequartista».
Quali altre pedine mancano dallo scacchiere di mister Alvini?
«A destra siamo scoperti, ci manca un esterno di ruolo. Poi devono arrivare due centrocampisti e un trequartista con caratteristiche più offensive rispetto a Radrezza che reputo un jolly in grado anche di arretrare. In avanti poi servono due punte molto rapide, simili a Kargbo».
Pezzella e Muratore sono i due profili che avete individuato.
«Sì, loro sono i candidati che speriamo di portare a Reggio ma ci sarà da attendere. Ricordiamoci che il mercato parte ufficialmente il 1° settembre».
In attacco, mentre aspettate che il Crotone prenda una decisione sul futuro di Kargbo, come procede la trattativa con Mazzocchi?
«Ci stiamo impegnando molto per prenderlo, ma ormai non dipende più da noi. Sono Atalanta e Sudtirol che devono mettersi d’accordo (il club orobico riacquisterà l’atleta per poi prestarlo in B, ndr)».
La partnership con l’Atalanta è il leitmotiv di questo incipit di mercato…
«La Reggiana gode di prestigio e credibilità societaria e tecnica, merito del lavoro del nostro allenatore. Proprio per questo motivo squadre come l’Atalanta tendono a prestare giocatori importanti a club di cui si fidano, con principi di gioco a loro paragonabili. È un peccato però non avere risorse da investire come i nerazzurri per iniziare a costruire una nostra base di giovani. Adesso l’importante è sopravvivere, perciò accettiamo di buon grado anche i prestiti».
Le esclusioni di Scappini e Staiti, così come quelle degli altri cinque giocatori rimasti a Reggio, stanno facendo discutere…
«Saremmo rimasti tutti insieme come gruppo a Cavazzoli, ma lì adesso c’è un cantiere aperto quindi abbiamo portato un gruppo in montagna, dove i posti sono ridotti a causa del distanziamento richiesto, mentre i giocatori che non rientrano nei nostri piani si stanno allenando con la Primavera. Quando a settembre rientreremo in città saremo tutti assieme, lo prevede il regolamento. Però voglio precisare una cosa…».
Prego.
«La settimana dopo la promozione in B c’è stata una riunione della società ed io ho chiamato personalmente tutti i giocatori spiegando loro le nostre intenzioni nei loro confronti. Farlo mi è costato molto dal punto di vista umano e professionale. Sono stati nostri compagni in un’impresa storica ma da dirigente della Reggiana devo pensare al presente e al futuro prossimo. Affronteremo una categoria che richiede dei sacrifici e la rivoluzione della rosa per poter accedere ai contributi previsti dall’utilizzo dei giovani».
Non c’è il rischio che i giocatori esclusi dal progetto tecnico ma ancora sotto contratto possano impuntarsi per restare a Reggio?
«Il rischio c’è, ma se fossi in loro non lo farei. La nostra è stata una scelta aziendale e abbiamo preventivato il costo umano ed economico al quale andavamo incontro».
Dovremo abituarci a vedere una Reggiana ringiovanita rispetto alla scorsa stagione…
«Nelle nostre intenzioni non andremo oltre i 15 giocatori over 23 e dietro ciascuno di loro ci sarà un ragazzo giovane. Rozzio per ora è l’unico atleta “bandiera” (calciatori tesserati per almeno quattro stagioni consecutive, ndr), ma stiamo cercando di far rientrare in questa categoria anche Costa».
L’obiettivo della Reggiana quale sarà?
«Per chi è appena arrivato in B l’obiettivo deve essere quello di sopravvivere e consolidarsi, ma noi siamo abituati a non accontentarci. L’anno scorso siamo andati ben oltre i pronostici che ci avevano accreditato a metà classifica e anche in B vogliamo divertirci e provare ad arrampicarci in alto. Devono ancora arrivare diversi giocatori, quando saremo al completo vedremo che tipo di squadra avremo costruito...».
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