foto Silvia Casali
Primo Piano

Nesta: «La Reggiana deve ricompattarsi e reagire. È tutta una questione di testa: torniamo a giocare con coraggio»

«Il Palermo è in salute e in casa vuole vincere: vietato andare in confusione e soprattutto non bisogna perdere le distanze. È tutto l'anno che raccogliamo cocci, ma ci siamo sempre rialzati. Quota salvezza? Di sicuro 40 punti non bastano...»

25.04.2024 15:45

Il giorno prima della partenza verso Palermo, presso la sala video del centro sportivo di Via Agosti, mister Alessandro Nesta ha preso la parola in vista del match del “Barbera” (calcio d'inizio sabato alle ore 16:15) che arriva dopo un trittico di gare nelle quali la sua Reggiana è sempre uscita dal campo sconfitta, tanto da essere contestata dai tifosi dopo l'ultimo k.o. con il Cosenza.

«L’umore non è buono perché una sconfitta del genere ha fatto male a tutti – ha dichiarato in apertura di conferenza il tecnico granata - La settimana è stata lunga perché abbiamo ripreso un giorno prima rispetto al dovuto (domenica, ndr) per ritrovarci e ricreare entusiasmo e lo spirito giusto. I ragazzi piano piano stanno ritrovando l’autostima perché giocare senza è dura. Chi gioca sbaglia, la differenza la fa la reazione all’errore: la squadra si deve ricompattare e reagire al problema».

Su cosa ha lavorato principalmente?
«Curiamo sempre la tattica ma in questo momento bisogna lavorare soprattutto sulla testa: è li che si fa la differenza. Ai giocatori ho detto che la differenza dopo un k.o. la fa la reazione: ho cercato di trasmettere questo messaggio. Nella mia carriera sono stato operato dieci volte e mi hanno dato per “morto” tre volte, la differenza sta tutta nel modo in cui si reagisce. Dobbiamo mantenere il coraggio, ora non si può fare altrimenti».

La squadra dà l’impressione di provare paura una volta subìto il gol e non sembra avere la forza per reagire…
«Io non credo sia paura: a noi scappano di mano la partita e le distanze. A Venezia dopo il 2-0 degli avversari abbiamo continuato a giocare mantenendo le distanze come se non fosse accaduto nulla poi siamo stati premiati. Non bisogna farsi scappare la partita dalle mani e bisogna reagire. Per noi le distanze sono troppo importanti e se ci allunghiamo facciamo fatica con tutti».

Al “Barbera” mancherà Sampirisi che ha concluso in anticipo la stagione: conta di recuperare qualcun altro?
«Speriamo di recuperare Szyminski. Bardi invece non ci sarà».

Come procede il recupero di Vido?
«Piano piano sta tornando. Vido e Vergara si allenano con noi ma vengono da infortuni grossi; se avremo l’opportunità e la necessità li butteremo dentro».

Sta pensando di cambiare qualcosa a livello di formazione?
«Dobbiamo solo pensare a reagire perché cercare qualcosa di diverso a quattro giornate dalla fine non penso porti dei vantaggi. La tattica è importante ma la testa è fondamentale: non dobbiamo andare in confusione e dobbiamo fare le cose più semplici possibili. Bisogna crederci perché solo in questo modo possiamo far accadere le cose...».

Neanche in attacco?
«Abbiamo dimostrato in passato di poter coprire bene il campo e quando c’era Girma ci riuscivamo meglio perché lui era in grado di riempire l’area mentre adesso ogni tanto uno dei due trequartisti diventa punta. Bisogna capire i momenti della partita, ma devo dire che quando abbiamo cambiato modulo a gara in corso si è creata un po’ di confusione. La soluzione per me è capire quando mettere dentro certe caratteristiche al momento giusto».

L’ambiente che troverete Palermo la preoccupa?
«No. A Bari abbiamo giocato in un clima da Serie A poi siamo già stati in altri stadi importanti. Pensiamo solamente all’avversario che è una squadra forte e in salute ma allo stesso tempo dobbiamo restare concentrati su noi stessi e ricreare quel fuoco che ci manca. Bisogna ritrovare l’entusiasmo e il coraggio di giocare».

La squadra rosanero ha il terzo migliore attacco la terza peggiore difesa del campionato: che squadra si aspetta di affrontare?
«Sicuramente il Palermo è migliorato come distanze e forza e in questo finale si è un po’ alleggerito perché sa di dover puntare sui playoff ma li vedo giocare bene e provare a fare cose. In casa cercheranno ovviamente di vincere».

Messa spalle al muro la Reggiana ha quasi sempre trovato delle risposte…
«È tutto l’anno che i cocci li rimettiamo a posto. Abbiamo sempre dimostrato che alla fine ci tiriamo fuori dai casini e questo è un altro step con tanti cocci da raccogliere. Dobbiamo ricreare il nostro spirito senza mai sentirci sconfitti e darci per morti, bisogna tirare fuori gli ultimi punti che ci mancano…».

Per il match con il Palermo vi appellate all’attitudine positiva in trasferta?
«Mancano talmente poche partite che giocare in casa o in trasferta cambia poco, è tutta una questione di testa…».

La quota salvezza si è spostata?
«Non voglio dire niente perché sono scaramantico, ma sicuramente 40 punti non bastano. Che siano due, tre, quattro o sette i punti da andare a prendere, bisogna sempre dare il massimo di quello che abbiamo nel cuore e nella testa».

Le critiche del patron Amadei l’hanno sorpresa?
«Ho letto alla veloce ma penso che ognuno sia libero di esternare i propri disagi, ma io non ho tempo di pensare se la cosa mi fa stare bene o male. So solo che devo tirare fuori il massimo da questa squadra».

Nonostante le contestazioni e il clima teso, al vostro fianco ci saranno più di 300 tifosi anche a Palermo…
«Ci sta che i tifosi fischino e contestino, non sono per niente offeso e mi prendo le mie responsabilità. È stata un’annata difficile in tanti momenti ma siamo sempre rimasti sul pezzo poi il tifoso reagisce a quello che vede. Io devo pensare a portare a casa la pelle fino all’ultimo giorno».

Non si è tirato indietro nel confronto con gli ultras dopo la sconfitta con il Cosenza…
«I tifosi hanno detto quello che pensavano e noi abbiamo ricevuto il loro messaggio. Non è la prima contestazione che prendo nella mia vita, il mondo del calcio è anche questo. Io ho la coscienza a posto e parlo sempre con tutti allo stesso modo. Si può perdere o vincere ma affronto le cose in maniera diretta e senza nascondermi. Mi prendo le mie responsabilità e lo farò anche in futuro». 

Il direttore Goretti ha annusato pessimismo da parte dell’ambiente per le ultime quattro partite…
«Io voglio sempre vincere e so che a volte giochiamo con squadre forti e ci sono poche probabilità di riuscirci, ma tante volte sono rimasto sorpreso perché abbiamo fatto partite importanti. Il mio compito è quello di portare ottimismo, non mi interessa quanto viene detto al di fuori. Non cambio umore in base all’ambiente».

In una ventina di giorni, da Venezia al Cosenza, per la Reggiana è cambiato il mondo…
«Il tempo viaggia più veloce della realtà nel calcio, poi il risultato condiziona l’umore e tutto il resto. Per questo motivo dico che dobbiamo riportare su di spirito questa squadra».

Anche l’organizzazione difensiva è venuta a mancare in poco tempo…
«Più che di organizzazione difensiva parlerei di reazione al problema. Con il Cosenza abbiamo preso gol alla loro prima azione: bisogna ritrovare il fuoco che ci ha permesso di essere una grande difesa dove tutti hanno difeso bene e la squadra è stata efficace».

Come si spiega questi cali d’attenzione in partita?
«Tutte le squadre hanno avuto problemi e pure noi da neopromossi ne abbiamo avuti, anche se non abbiamo mai perse più di due partite di fila prima del Cosenza. Ora dobbiamo reagire perché non possiamo più permetterci di recuperare».

Le ultime quattro partite le affronterete pensando a una gara alla volta o farete anche qualche conto pensando ai giocatori diffidati?
«Pensiamo a una partita alla volta senza fare calcoli. Poi se ci dovesse essere qualche problema potremmo pensare a preservare qualcuno per la gara dopo». 

Il recupero della Reggiana deve essere solo mentale o anche fisico?
«Per me stiamo bene fisicamente, bisogna solo ritirare su la testa e avere coraggio e fiducia».

A inizio stagione avrebbe firmato per trovarsi in questa posizione a quattro giornate dalla fine?
«All’inizio si, ma ora no. La cosa buona è che ci siamo sempre rialzati e anche adesso dobbiamo farlo».

 

 

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