Kargbo: «La fiducia in me non è mai mancata»
L'attaccante classe '99 è stato il protagonista assoluto del match con la Triestina: «Contento per i miei primi gol da professionista»
Chi si immaginava una Reggiana spuntata senza i suoi bomber Marchi e Scappini si è dovuto ricredere: per un pomeriggio il sierraleonese Augustus Kargbo ha vestito i panni del supereroe e, al netto dei tanti errori davanti alla porta, ha trascinato la sua squadra ad un successo importante contro la corazzata Triestina.
Oggi hai finalmente segnato i tuoi primi gol in granata. Che emozioni hai provato?
«Sono contento anche perchè sono i miei primi due gol da professionista. Devo ringraziare società, mister e squadra per la fiducia che mi hanno dato. Al di là dei miei due gol, sono felice di avere contribuito a questa vittoria».
Ti sei tolto una bella soddisfazione dopo che nelle precedenti partite non riuscivi a sbloccarti...
«Si, anche nei momenti difficili mi sono stati tutti vicini e io ho solo pensato a lavorare. Sono contento per i gol ma soprattutto per la vittoria. Ce la meritiamo dopo il duro lavoro e i tanti sacrifici che abbiamo fatto».
Dedichi questa tua doppietta a qualcuno in particolare?
«Ci sono state tante persone che hanno creduto in me, in primis la mia famiglia e il mio procuratore che mi ha portato qui. Sono stati fondamentali».
Il mister oggi ti ha chiesto di metterci sacrificio e di giocare molto per la squadra...
«Sì, anche a Vicenza contro l'Arzignano è stato così. Purtroppo lì il campo non era nelle condizioni migliori e non sempre siamo riusciti a fare quello che ci chiedeva il mister. Qui invece il campo è bellissimo e questo ci ha permesso di fare quelle giocate che avevamo preparato in settimana».
C'è molta intesa coi tuoi compagni. Ottimo oggi il dialogo con Zanini e Staiti...
«Sì, questo è frutto di una preparazione fatta durante la settimana. Abbiamo lavorato bene da gruppo vero e vogliamo continuare seguendo sempre le indicazioni del mister. Se continueremo così, sono sicuro che otterremo sempre buoni risultati».
Chiami sempre il lancio lungo. Anche sulle palle impossibili ci arrivi con scatti incredibili...
«Il mister mi chiede questo. Conoscevamo i valori della Triestina, ma anche i loro difetti. Abbiamo studiato bene questa partita: il mio compito era quello di attaccare sempre la profondità, facendo anche un po' di sponde per servire i compagni».
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