Diana: «Ci sentiamo defraudati. Non so come finirà il campionato, ma noi lotteremo fino alla fine»
«La direzione arbitrale ha messo in difficoltà la mia squadra: nel primo tempo non c'eravamo più con la testa. La traversa di Zamparo è stata la scintilla che ci ha fatto ripartire e alla fine avremmo anche meritato di vincere»
In sala stampa, dopo il 2-2 di Cesena-Reggiana in rimonta grazie alle reti di Zamparo e Lanini nella ripresa, arriva soltanto il tecnico granata Aimo Diana che per la prima volta da quando è a Reggio parla apertamente dell'arbitro e lo fa in modo deciso.
«Abbiamo subito due gol per due clamorosi errori arbitrali e questa volta non posso non metterlo in evidenza - sottolinea il tecnico granata - Due errori che hanno condizionato tantissimo la partita. Tra l’altro tra il primo e il secondo tempo il direttore di gara mi ha detto di aver cambiato delle ammonizioni, non era Contessa ma Camigliano. Insomma, hanno messo veramente in difficoltà la mia squadra con due errori clamorosi e tanti atteggiamenti che non vanno bene: il rigore non c’era, visto che il fallo era fuori area e il raddoppio era in palese offside. Nel primo tempo, dopo quei due errori, avremmo potuto subire anche 6 gol perché i ragazzi non c’erano più con la testa, dopo ciò che avevano visto e subìto. Gli arbitri non si possono permettere di fare certe cose: ci sentiamo defraudati. Non ce l’ho col Cesena, che ha fatto la partita che doveva fare, ma col direttore di gara che è responsabile per le decisioni prese, anche nei confronti degli errori dei guardalinee; così come quando una squadra perde non è colpa dei giocatori, ma dell’allenatore».
Mister, il primo tempo sottotono della sua Reggiana nasce da queste decisioni aribitrali, in primis il rigore concesso dopo una decina di minuti?
«I ragazzi erano carichissimi per questa partita, ma queste decisioni hanno pesantemente condizionato il loro primo tempo, tant’è che dopo l'intervallo hanno deciso di scendere in campo per riprendersi ciò che era stato loro sottratto nella prima frazione di gioco. Sapevamo che col Cesena saremmo andati un po’ in difficoltà, ma non come siamo andati in difficoltà nel primo tempo, condizionati da certe decisioni. Tra l’altro, voi, dalla tribuna certi atteggiamenti non li notate, mentre noi dal campo li notiamo tutti e nell’atteggiamento dell’arbitro c’era dell’astio, tant’è che la squadra è andata in difficoltà e ha giocato un primo tempo molto nervoso».
Ha parlato con l'arbitro a fine gara?
«Mi ha ribadito che il rigore c’era e il fuorigioco no. Non sono andato oltre per evitare di incappare in squalifiche. A volte cerco di calmare gli animi, ma vi assicuro che, in situazioni come questa, risulta davvero difficile. Oggi è la prima volta che parlo degli arbitri, ma questo volta non potevo non farlo: è stato troppo evidente. Peccato che in Serie C finisca tutto così: nessuno domani scriverà nulla, nessuno ne parlerà e soltanto noi che avremo subito questo torto ce ne ricorderemo. Ora penso solo alla prossima partita, all’Imolese, per cercare di fare punti e di lottare per il primo posto fino alla fine».
La svolta nella ripresa è arrivata anche grazie al passaggio al 4-3-3?
«Ho semplicemente tolto i giocatori più nervosi in modo da riassestarci con calma e ripartire. Tra il primo e il secondo tempo sono state dette le parole giuste e i ragazzi sono rientrati in campo con una voglia matta di vincere questa partita e il campionato; perché anche oggi, come nella vita, quanto senti che qualcuno ti ha tolto qualcosa ingiustamente, vuoi fare di tutto per riaverlo. Eravamo certi che sarebbe bastata una scintilla e così è stato: la traversa è stata quella scintilla, poi siamo stati padroni del campo, come abbiamo fatto in tantissime altre occasioni, ma non siamo riusciti a segnare il terzo gol. Peccato, perché questa gara avremmo potuto vincerla e alla fine l’avremmo meritata».
Come ha trovato la squadra nello spogliatoio dopo il triplice fischio?
«Era come se avessimo perso e questo mi dispiace. Vedere il mio capitano con la testa in terra vuol dire che qualcosa non va e non mi piace. Pazienza, ora viene il giorno di riposo e ripartiremo senza fare le vittime. Venderemo cara la pelle contro tutti, se vogliono farla diventare una guerra faremo la guerra».
Cosa si sente di dire ai mille tifosi che erano al vostro fianco?
«Mi dispiace che abbiano dovuto assistere a quanto successo nel primo tempo. Io la squadra la voglio vedere così come nel secondo e credo anche loro. Come ci credono loro, ci crediamo anche noi».
Quindi il campionato è ancora aperto?
«Io lo dico apertamente: non so come finirà questo campionato, ma noi lotteremo fino all’ultimo secondo, fino all’ultimo istante per conquistare questo primo posto. Abbiamo giocato in un’atmosfera fantastica, ma il direttore di gara ha rovinato tutto, tant’è che i ragazzi speravano solo di non subire altri gol entro la fine del primo tempo, per poi sistemare le cose nell’intervallo e così è stato. Con il secondo tempo di oggi abbiamo dimostrato di meritare di essere in cima alla classifica: abbiamo avuto tante occasioni, ma non siamo riusciti a vincere, dimostrando però di essere una squadra “con le palle”. Dopo di me non parlerà nessun altro perché non voglio che i ragazzi incappino in squalifiche, ma una cosa è certa: ognuno di noi si sente defraudato. Non vi dico i messaggi che ho ricevuto a fine gara visto che, tra l’altro, eravamo in diretta tv sulla Rai».
Come si recuperano cinque punti in cinque partite?
«Non è facile, ma noi ci crederemo fino all’ultimo istante e lotteremo per il primo posto. Se non ce la faremo sarà senza andare dietro ai commenti negativi o a situazioni sfavorevoli. Se dovremo fare i playoff, recupereremo qualche giorno poi il 17 maggio scenderemo in campo di nuovo con la stessa determinazione».
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