Nesta: «La vittoria di Monza è dimenticata, pensiamo solo al Cittadella. Sono carico e non vedo l'ora di iniziare»
«In B gli avversari mettono più pressione che in A, l'interpretazione della gara deve essere più feroce. Il mercato? Non vedo l'ora che finisca, arriveranno i giocatori che riusciremo a prendere. Kabashi? Non ha bisogno di essere convinto»
Pronti, partenza… via! L'antipasto offerta dalla Coppa Italia è stato sicuramente un piatto piacevole da assaporare, ma da domani iniziano ad arrivare sulla tavola le portate principali e si comincia a fare sul serio visto che ci sono in palio i primi punti salvezza. Alessandro Nesta è carico e pronto per mettersi nuovamente alla prova in Serie B dopo più di due anni di assenza contro il Cittadella, avversario ostico ma alla portata di Rozzio e compagni. Nessuna anticipazione sulla formazione e dal mercato da parte del tecnico laziale…
Mister, la squadra come si presenta al debutto in campionato?
«Stiamo bene, di infortunati c’è soltanto Nardi con un piccolo risentimento muscolare che abbiamo gestito in settimana: lo portiamo con noi, vedremo se potrà fare 20-30 minuti o niente».
Nessun’altra defezione, neanche Kabashi o Guglielmotti al centro di diverse notizie di mercato?
«Ad alcuni giocatori abbiamo comunicato che partiranno, Kabashi e Guglielmotti non rientrano tra questi, pertanto, sono a disposizione e faranno di tutto per portare la Reggiana al massimo».
Kabashi ha bisogno di essere convinto a restare?
«Non lo devo convincere. Chi è qua si mette a disposizione, abbiamo un obiettivo da raggiungere poi chiaramente c’è competizione coi compagni e chi sta meglio gioca. Se devo convincere qualcuno allora c’è qualcosa che non va ed è meglio prendere un’altra strada…».
Qual è il suo stato d’animo per questo nuovo inizio in Serie B?
«Sono carico e non vedo l’ora di iniziare: da tutta la vita cerco la competizione. Posso perdere o vincere, questo è il bello o il brutto dello sport. Il dubbio e l’incertezza ti danno adrenalina e mi fanno piacere questo lavoro».
Pensa che ci possa essere troppo entusiasmo dopo la vittoria di Monza?
«Dobbiamo prendere sempre nel giusto modo il calcio d’agosto: va bene l’entusiasmo ma non possiamo pensare che certi risultati siano la normalità. In Serie B la pressione in campo dell’avversario è più cattiva che in A, lassù hai più spazio per giocare ma la pressione che ti danno in B non c’è. Il Cittadella pressa forte, abbiamo già dimenticato Monza e sappiamo che ora inizia un altro capitolo dove conta la classifica. L’interpretazione nostra deve essere ancora più feroce».
Cos’altro ci può dire sugli avversari?
«Da anni il Cittadella sceglie giocatori con determinate caratteristiche, ha lo stesso stile di gioco e modulo e porta molta pressione sugli avversari: se ragioni troppi e sei lento, ti saltano addosso e fanno male».
Il fatto che la squadra di Gorini abbiamo un modulo speculare alla Reggiana è un fattore positivo o negativo?
«Non cambia nulla, ci alleniamo sempre schierati come se fossimo in partita. Ogni modulo ha pro e contro, noi possiamo soffrire su alcune cose e loro pure. Chi sfrutta meglio le debolezze dell’avversario avrà la meglio».
Potrebbe riconfermare in blocco la squadra vista dall'inizio a Monza?
«Nessuno lo può sapere, tranne io e il mio staff. Non dico mai la formazione per non dare vantaggi all’avversario e per non far venire il muso ai giocatori. Voglio che ci sia entusiasmo, poi quando siamo al campo la squadra vede la formazione e ha le sue reazioni. Io i miei 11 titolari li ho già decisi».
Vido e Pettinari sono pronti per partire dall’inizio?
«Sono un po’ indietro, non tantissimo, ma hanno bisogno di fare minuti. Li sfrutteremo nelle prossime partite».
Vido, visto che è un ex, può avere qualche motivazione in più?
«Non credo perché è rimasto in buoni rapporti con il Cittadella. Nel fare le nostre scelte mandiamo in campo i giocatori che pensiamo possano rendere meglio».
Portanova sulla trequarti è una soluzione rivedibile?
«Non saprei: a centrocampo siamo pochi, dobbiamo riempirlo. Cosa succederà dopo Cittadella anche dal punto di vista del mercato è un’incognita. Ma noi stiamo pensando solamente alla partita di domani».
Che effetto fa portare mille persone a Cittadella?
«Sicuramente è bello ma sono curioso anche di vedere come sarà in casa: il pubblico sarà un fattore importante per noi e per i ragazzi. Vedo che c’è grande entusiasmo e questo comporta una responsabilità maggiore per tutti».
Quanto è difficile iniziare il campionato con il calciomercato ancora aperto?
«Non vedo l’ora che finisca. Prima o poi cambieranno la regola, è difficile iniziare con 5-6-7 giocatori in partenza o in arrivano. Lo spettacolo in campo ne può risentire livellandosi verso il basso».
Ci sono novità sull’arrivo del nuovo centrocampista?
«La zona dove dovremo intervenire di più è proprio quella, ma le dinamiche di mercato non sono precise: avevamo preso Rohdén ma lui è andato da un’altra parte. Non dico nulla…».
Novakovich è in arrivo?
«Nel mercato tu punti un giocatore e magari devi cambiare obiettivo perché arriva un'altra squadra che offre di più. Le caratteristiche della punta che cerchiamo le sappiamo, prenderemo quella che potremo prendere…».
In Bari-Palermo, anticipo del campionato, è successo di tutto…
«Le regole sul recupero sono cambiate, ora si accumulano minuti e dobbiamo farci l’abitudine. Le prime gare poi sono mentalmente sempre difficili, le squadre lunghe e confuse. Comunque, ho visto due avversarie molto forti…».
Per quanto riguarda il VAR ha detto qualcosa ai suoi difensori?
«Orami c’è da un po’, sappiamo che non si possono fare delle furbate perché poi le vedono. Sappiamo dove mettere le mani e dove no, questo è il mestiere del calciatore».
In queste prime gare si è vista spesso una Reggiana dai due volti: serve un’identità di gioco precisa per tutti i 90 minuti?
«I primi minuti sono sempre i più difficili, ci sono pochi spazi e le squadre avversarie sono fresche poi non dimentichiamoci che veniamo dal ritiro quindi le gambe si sciolgono col tempo. In futuro speriamo di iniziare bene e finire bene. Devo dire che col Pescara siamo partiti molto male, a Monza è andata un po’ meglio ma va tenuto conto del contesto: tanti dei nostri giocatori l’anno scorso facevano la Primavera, quindi serviva tempo per abituarsi, poi hanno preso coraggio e fatto una grande partita».
Una squadra coraggiosa e non rinunciataria e a volta spavalda: può essere questo l’identikit della sua Reggiana?
«Io dico alla squadra di avere coraggio fin dal primo giorno e lo ripeto anche oggi, un mese dopo. Nella fase difensiva bisogna sapere fare tutto, quando si ha la palla occorre avere coraggio nel tenerla e rischiare qualcosa senza riconsegnarla subito agli avversari. Nella proposta di calcio che faccio un allenatore ci sono rischi, e se le cose vanno male la colpa è sua. Noi cerchiamo di mettere solidità e qualità, pensiamo inoltre che i nostri offensivi abbiano volume importante nel difendere oltre che qualità nell’offendere. In tutto serve equilibrio».
A lei dà maggiori responsabilità essere visto, a livello nazionale, come un valore aggiunto per questa Reggiana?
«So che il successo è temporaneo, devi cercare di fare di tutto per mantenerlo: c’è bisogno di costanza nelle vittorie perché il vento gira veloce. Io, comunque, vivo tutto con serenità anche quando si parla bene di noi».
La maglia tricolore che ha debuttato in Coppa Italia ha fatto parlare di sé, positivamente, in tutta Italia…
«Ogni settimana imparo qualcosa di nuovo su Reggio: adesso ho scoperto della bandiera, appena arrivato mi hanno spiegato che ci sono due o tre cose che non devo dire. Piano piano sto prendendo confidenza. Un mese fa ero negli Stati Uniti e guardavo Inter Miami- Philadelphia e ora sono in un mondo nuovo che non conoscevo. Sono curioso, spero di andare avanti a lungo».
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