Rozzio: «C'è rammarico per i due punti persi. Vengo da un periodo difficile ma cerco di farmi trovare sempre pronto»
«Siamo arrabbiati perché non abbiamo concesso nulla, in settimana lavoriamo tanto sulle palle inattive ma dobbiamo migliorare. Ritrovare il Bari dopo il 2020 è stato bello. Di Cesare? Grande professionista, tra 9 anni vorrei essere come lui»
«Posso dire che siamo rammaricati per non aver conquistato i tre punti, tuttavia la reazione dopo il 3-0 di Terni c’è stata - ha sottolineato il capitano granata Paolo Rozzio in sala stampa dopo l'1-1 con il Bari - Abbiamo fatto un ottimo primo tempo, mentre il secondo è stato più equilibrato anche se non abbiamo praticamente concesso nulla a un Bari che è tra le squadre candidate alla promozione in Serie A. Siamo dispiaciuti perché abbiamo avuto diverse occasioni. Fare 1-1 contro il Bari potrebbe essere un buon punto, ma se rivediamo la partita c’è grande dispiacere».
Hai giocato contro il Palermo e nel derby a Parma, per poi fare quattro partite consecutive in panchina: come hai vissuto questo periodo?
«Si sa che il non giocare non fa mai piacere. Se potessimo, giocheremmo in 25. Io ho solo pensato a mettermi a disposizione, parlando con il mister e accettando le sue scelte tecniche. Posso giocare una, dieci o trenta partite, non importa. Io sono pagato per farmi trovare pronto sia se gioco 90 minuti che 10 secondi, devo sempre dare il massimo. Sono contento di com’è andata anche perché nonostante il caldo e nonostante venissi da quattro partite senza giocare ho retto bene fisicamente».
Sei uno dei pochi giocatori rimasti della famosa finale vinta proprio col Bari nel 2020: hai provato qualche emozione ad affrontare i biancorossi?
«Sì, ci ho pensato questa mattina in albergo e sono anche andato a rivedere qualche immagine di quella finale. Forse ero l’unico in campo di quella partita del 2020 e rigiocare contro il Bari è stato bello, ma ancor di più lo è stato giocare dopo essere stati fuori per diverse partite: è sempre emozionante come la prima volta».
A differenza del 2020, avete giocato davanti a oltre 10mila spettatori…
«Tutto il contesto ci ha garantito molte più emozioni. I playoff del 2020 ci hanno consegnato la vittoria, che ha dato un valore aggiunto a quelle tre partite. Giocare con gli stadi vuoti però è veramente triste, per i tifosi che patiscono da casa e per noi giocatori che abbiamo sempre bisogno dell’aiuto del pubblico: fare un campionato sostenuti dai propri tifosi è sempre emozionante».
Fa rabbia aver preso gol al primo tiro in porta del Bari?
«Sì, siamo arrabbiati perché in realtà non abbiamo concesso nulla. Purtroppo quello che ci ha penalizzato in diverse partite sono state certe piccole disattenzioni, soprattutto su palla inattiva. Abbiamo perso due punti che a fine campionato potevano servirci».
Perché, secondo te, capita troppo spesso di prendere gol sulle palle inattive?
«Perché in generale nell’essere umano l’attenzione ha una durata molto ridotta. È fisiologico che in 2-3 secondi l’attenzione sparisca. Purtroppo quei secondi a noi capitano proprio quando dovremmo avere l’attenzione al massimo. È un aspetto su cui dobbiamo migliorare: ci lavoriamo tanto in settimana, a volte più su quest’aspetto che sul gioco stesso».
In campo c’erano due capitani, entrambi ripartiti dalla Serie D senza cambiare squadra: che effetto fa giocare contro Di Cesare che a 40 anni gioca ancora ad alti livelli e ha pure segnato?
«Tra 9 anni vorrei stare come lui. Devo fargli i complimenti perché sta ancora bene e sta giocando titolare a 40 anni in Serie B: questo sta a indicare che ha una mentalità e una professionalità da categoria superiore. Gli faccio i miei complimenti anche per il gol perché lo ha segnato da attaccante vero».
Che Serie B hai trovato rispetto a due anni fa?
«Il livello si è alzato parecchio con certe squadre che vengono dalla Serie A e lotteranno per il vertice. Manca solo la Sampdoria che non ha ancora ingranato ma rimane comunque una grande piazza. Anche le squadre che lottano per non retrocedere si stanno rivelando fastidiose, perciò saranno tutte battaglie difficili. A Terni noi non eravamo assolutamente in giornata, ma bisogna anche dire che la Ternana ha dimostrato di essere una squadra ben organizzata».
Ottenere un punto in Serie B è più difficile che conquistarne tre in Serie C?
«Dipende. In teoria fare 1-1 col Bari sarebbe tanta roba ma poi se andiamo a rivedere la partita, si può dire che abbiamo perso due punti, giocando bene. Purtroppo in Serie B i particolari ti castigano di più che in Serie C».
Com’è essere allenato da un campione del mondo come Nesta, che giocava nel tuo stesso ruolo?
«È una bella sensazione. Fin dal ritiro gli ho fatto tante domande sulla difesa e lui mi ha dato delle risposte che mi han fatto capire che era un giocatore di un altro pianeta. Se il mister ha vinto tutto, un motivo c’è. Per noi difensori ascoltare tutti i suoi consigli è un motivo di orgoglio».
Mister Nesta ha speso parole importanti sulla tua grande professionalità.
«Sono parole che fanno sempre piacere. Vengo da un periodo difficile ma ho sempre cercato di allenarmi per il bene del gruppo e per lavorare per l’obiettivo comune che è la salvezza. A volte mi è mancato il ritmo partita e ho fatto fatica a terminare l’allenamento. Mancando un po’ di forze, ho integrato con del lavoro specifico. Fortunatamente siamo aiutati da uno staff molto competente che dà una mano sia a chi gioca ma anche a chi non gioca e cura certi particolari, come per esempio il lavoro in più, il riposo e l’alimentazione. Sono tutti dettagli fondamentali per un giocatore».
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