Diana: «A Carrara serve una prestazione dignitosa. La Reggiana deve giocare con serietà e passione, dando tutto»
«Ci attende una partita complicata, dobbiamo ritrovare l'entusiasmo e gara dopo gara la capacità di giocare bene. I ragazzi devono capire che sono forti e liberarsi dai pensieri. La squalifica? Situazione evidente, inutile spendere altre parole»
Vigilia complicata per mister Aimo Diana, visto che domani sera nel posticipo contro la Carrarese sarà nuovamente costretto ad osservare la gara dalla tribuna, in seguito alla singolare squalifica arrivata giovedì. In campo la sua Reggiana è chiamata a riscattare la delusione del derby perso amaramente tra le mura amiche, cercando di accantonare subito le polemiche emerse dopo la gara id mercoledì…
Mister, pensa che la sconfitta con il Cesena sia stata un’occasione persa per la sua Reggiana?
«Rimanendo sui fatti tecnici, devo dire che è stato un peccato perdere perché avevamo approcciato bene, in continuità con le ultime partite, e potevamo fare una buona gara. Dispiace che questa sconfitta smorzi un po’ l’entusiasmo e crei malumori a noi e alla piazza, ma è stato comunque molto bello uscire tra gli applausi. In campo ho visto una squadra che ha gestito bene la gara in 10, aspettando i momenti utili sulle palle inattive per fare male. Il risultato poteva essere diverso, ma credo che Reggiana e Cesena se la giocheranno fino alla fine».
Dall’infermeria ci sono novità?
«Muroni è completamente a disposizione e ha qualche allenamento sulle gambe. Per Nicoletti si sta valutando se ricorrere o meno all’intervento (problema al tendine d’Achille, ndr), Hristov ne avrà ancora per una settimana e Varela per un paio. Poi c’è qualcuno con dei malanni di stagione ma questi sono casi da valutare giorno per giorno».
Cambierà molto la formazione?
«I ragazzi sono sempre quelli. Dietro siamo contati dopo la squalifica di Rozzio: sceglieremo tre difensori sui quattro disponibili. Tornano Kabashi e Muroni, quindi in mezzo abbiamo qualche possibilità in più».
Ai campi oggi si è rivisto anche Cigarini…
«La domenica non si allena a Bologna quindi era con noi. Ha ripreso il lavoro sul campo, lo step successivo che doveva fare…».
Che Carrarese affronterete?
«È una squadra che fin qui ha fatto un campionato in due fasi. Sul mercato si è rinforzata tantissimo, ma come tante squadre nel nostro girone e non solo è passata da un momento positivo a uno di difficoltà. I giallazzurri giocano in maniera diversa rispetto allo scorso anno con un 3-5-2, hanno ottimi interpreti e sostituti che mantengono la qualità alta nonostante i cambi. Giocano bene a calcio, dovremo stare attenti e concentrati. Sarà una gara complicata, ricordo infatti che nella scorsa stagione ci aveva creato non poche difficoltà».
Giocare contro una squadra che adotta lo stesso modulo quali vantaggi o svantaggi comporta?
«È una partita bella da preparare. Forse chi ha qualche idea di gioco in più può essere favorito, altrimenti potrebbe essere un uno contro uno a tutto campo con episodi e palle inattive in grado di fare la differenza».
Qual è il prossimo step da raggiungere dopo il sacrificio?
«Credo che la gente voglia venire allo stadio per divertirsi perché li abbiamo abituati così. Stiamo lavorando in questa direzione ma ci serve continuità in allenamento. Sono convinto che torneremo a giocare un buon calcio ma in questo momento viviamo tanti alti e bassi emotivi».
Alla squadra che tipo di prestazione ha chiesto?
«Una prestazione dignitosa. Poi a volte gli episodi diventano determinanti come successo contro il Cesena, e mi riferisco al calcio di rigore che ha cambiato l’inerzia della partita. Domani sera voglio che i ragazzi giochino con serietà, dignità e passione, uscendo dal campo avendo speso tutte le energie, sia che si perda o che si vinca».
La capacità di creare occasioni da gol resta il principale problema da risolvere?
«Solamente giocando un buon calcio si portano gli attaccanti in area di rigore ed è quello che stiamo cercando di fare. Tanti giocatori devono trovare maggiore serenità, magari dopo una prestazione importante. Nella scorsa stagione giocatori come Luciani e Cauz creavano spesso superiorità numerica e dovremo tornare ad essere anche quelli. Dopo Fiorenzuola siamo praticamente ripartiti da zero, adesso dopo i primi step bisogna ritrovare la capacità di giocare, i ragazzi devono capire che sono forti e liberarsi dai pensieri».
Si riferisce alle decisioni arbitrali?
«Non voglio che l’arbitro diventi un alibi e non credo nella malafede. Loro sbagliano come tutti noi. Mi dà solamente fastidio il fatto che ci sia una ricerca continua del colpevole come nel mio caso, ma se manca l’allenatore faremo senza. L’espulsione poi ce la siamo creata noi… Ma dopo la partita il primo pensiero dei ragazzi era quello di andare a Carrara per riprenderci i punti persi».
Quanto potrà incidere l’assenza dell’allenatore?
«Quando ero giocatore sinceramente non avvertivo tanto l’assenza dell’allenatore, magari per qualcuno potrebbe anche essere uno stimolo in più non avere un martello pneumatico a fianco. I ragazzi sanno prendere decisioni in campo da soli e hanno massimo rispetto per il mio staff. Io personalmente ho una fiducia sconsiderata in Alessio (Baresi, ndr): abbiamo la stessa linea di pensiero, siamo quasi in simbiosi».
La terza partita in otto giorni potrebbe crearvi qualche problema fisico?
«Visti i numeri contati in difesa qualcuno dovrà fare dei sacrifici, ma hanno tutti recuperato abbastanza bene e i sostituiti ce li ho. Tra Gubbio e Cesena veniamo praticamente da una gara completa in dieci e abbiamo tenuto bene. Poi, se qualcuno non se la sente alza la mano e si ferma».
Domani da dove seguirà l’incontro?
«Sicuramente sarò a Carrara e se avrò indicazioni da dare, le farò pervenire ai collaboratori altrimenti dovrei restare in albergo o a casa. In Serie C purtroppo non è semplice seguire una partita dalla TV perché mancano le telecamere ampie con in A o B, altrimenti sarebbe molto più semplice…».
Le è mai capitato di essere squalificato dalla tribuna?
«Assolutamente no. Abbiamo messo dentro anche questa…».
Si sente perseguitato?
«Non saprei. Se mi temono, forse mi perseguitano. Allo stadio ero in un angolo appartato assieme al ds Goretti: non so se hanno ragione o meno, ma si tratta di una situazione talmente evidente quindi non voglio spendere altre parole sulla questione…».
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