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Il sindaco Vecchi: «Ripartiremo dalla categoria più alta possibile»

«Chi è interessato lo manifesti pubblicamente, non c'è molto tempo a disposizione. Serve un programma serio a medio termine»

16.07.2018 22:30

Nella Sala Rossa del Comune in Piazza Prampolini questa sera il sindaco Luca Vecchi ha tenuto una conferenza stampa per illustrare i prossimi passaggi che lo vedranno protagonista nella rinascita della Reggiana che ripartirà tra i dilettanti nella prossima stagione.

«Ho ritenuto giusto parlare pubblicamente al termine di una brutta giornata che giustifica l'amarezza e la rabbia dei tifosi - ha esordito il primo cittadino - Credo che ci fossero tutte le condizioni per evitarlo: c'è stato poco rispetto nei loro confronti e nei confronti della città come dimostra la foto pubblicata oggi dalla vicepresidente da Milano Marittima. Adesso ci sono le condizioni per ripartire insieme auspicando che le forze migliori comprendano la difficoltà di questo momento e siano disponibili a dare una mano per la ripartenza».

«Ricostruisco quanto è accaduto dal 12 giugno scorso: abbiamo appreso da 4 righe su un quotidiano l'intenzione di mettere in vendita la società quando fino ad allora mai era stata dichiarato al sottoscritto la volontà di smettere l'investimento sulla Reggiana, altrimenti avremmo trovato il modo e le forme per aiutare i Piazza. Il giorno in cui la proprietà ha incontrato la tifoseria al Mirabello era chiaro che quel tipo di scelta non era in campo. Da lì al 30 giugno abbiamo cercato di creare le condizioni per il salvataggio: ho chiesto subito di incontrare i Piazza ma ho constatato che il presidente era negli Stati Uniti mentre la moglie era a Milano Marittima e ho potuto riceverla solamente 9 giorni dopo. Ci siamo subito preoccupati anche dello stadio, constatando che non c'erano contatti con Mapei così ho fissato io un incontro a Milano dove due dirigenti granata sono tornati a Reggio con condizioni migliori rispetto alle precedenti come uno sconto sul canone, la dilazione del debito, la possibilità di organizzare amichevoli con club di Serie A e la gestione del bar, ma non c'è stata risposta da parte dei Piazza».

«Nei giorni successivi si sono manifestati dei soggetti interessati e così li ho convocati in Comune affinché diventassero una cordata sola. Hanno poi proposto un incontro alla proprietà che non c'è mai stato perché Piazza ha scelto di non parlare con loro. Tra il 30 giugno ed oggi in realtà i Piazza hanno cercato di portare avanti un percorso alternativo (Dana, ndr) annunciando l'iscrizione (il 30.06 ndr) e negli ultimi giorni si sono create aspettative eccessive. Va riconosciuto a Piazza il fatto di avere investito molto in 2 anni: si può scegliere di smettere, ma servivano modi e forme diverse aprendo un confronto con la città ed evitare un esito drammatico. La Reggiana è stata gestita come una mera proprietà privata, non c'era la volontà di cercare alleanze economiche ed è prevalsa la caratteristica di uomo solo al comando che è il contrario della filosofia della nostra terra. Piazza ha annunciato che ci avrebbe portato in Serie A in pochi anni, adesso invece siamo alle porte di un fallimento».

Ora cosa succederà?
«Ho parlato con i vertici della FIGC: non possiamo prendere delle decisioni finché il 19 o il 20 la Reggiana non sarà formalmente esclusa, poi ci sarà la pubblicazione di una manifestazione d'interesse e la definizione di criteri basati sulla qualità del progetto sportivo tra i quali includeremo la solidità dell'aspetto economico, il radicamento al territorio e la volontà di costruire un rapporto con la città e la tifoseria. Segnalo a tutti che noi abbiamo poco tempo a disposizione, dobbiamo conciliare un'esigenza pubblica in un lasso di tempo strettissimo. L'impegno da prendere è quello di lavorare per iscrivere la Reggiana alla più alta serie possibile, ma non possiamo promettere la Serie D perché serve un programma economico e sportivo solido e la disponibilità della federazione e trovare un posto in quarta serie. C'è bisogno di mettere in campo razionalità e lucidità per costruire un programma a medio termine di grande respiro. Serve progettualità, poi è chiaro che speriamo di ripartire dalla più alta categoria possibile».

Cosa si sente di dire ai tifosi? 
«Ho già avuto modo di parlarci: hanno avuto un atteggiamento responsabile nell'accompagnare la società nel percorso tra delusione e speranza che si alternavano ogni giorno. Credo che siano una risorsa, possono contare sul sottoscritto che farà l'impossibile per trovare in città una risposta per dare futuro alla Reggiana. Nell'anno del centenario dobbiamo porre le basi della rinascita a medio termine per poi ritrovare la gloria che questa squadra merita: servono razionalità e fermezza per prendere decisioni importanti».

La cordata di Romano sarebbe pronta...
«Per ora è l'unica che si è manifestata pubblicamente nei giorni scorsi. Alla base c'è tanta reggianità assieme ad altri partner non reggiani, però bisogna passare dalle interviste sui giornali alla definizione di un progetto che deve essere presentato pubblicamente. Serve un orizzonte di medio termine: da lì partiamo e per questo motivo non escludo che altri possano partecipare. Chiunque si presenterà, avrà il diritto di essere valutato. Auspico che tutti i soggetti reggiani che si erano già resi interessati facciano gruppo: è arrivato il momento di lavorare insieme e costruire un progetto in grado di dare un futuro alla Reggiana. Auspico inoltre che l'intero mondo economico si senta interessato a dare un piccolo o medio contributo alla storia che nell'anno del centenario non può essere fermata».

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