Guiebre: «Devo e posso migliorare. Giocando sempre con la mentalità giusta la Reggiana può vincere il campionato»
«Contro l'Olbia abbiamo rallentato ma non siamo inciampati: ora andiamo a Imola per i tre punti. L'anno scorso ho fatto bene ma devo crescere ancora per meritare la Serie B. Reggiana o Modena nel mio futuro? Ora penso solo a vincere in granata»
«Il primo mese in granata mi è servito per conoscere i compagni e adattarmi visto che venivo da una squadra che giocava in maniera diversa – sottolinea Razack Guiebre, protagonista dell'intervista settimanale che si è tenuta oggi presso la sede della Reggiana in via Brigata Reggio – Ora riesco a mettere in mostra le mie qualità e a metterle a disposizione della squadra. C’è ancora tanto da lavorare e tanta strada da fare, ma sono contento del rendimento che abbiamo».
In quali aspetti pensi di dover migliorare maggiormente?
«Nella gestione palla: in certi momenti devo saper leggere meglio le partite e decidere se appoggiarmi o no, se cercare la giocata o il compagno. Mi mancano quelle letture ma col lavoro arriveranno».
Dove hai iniziato a giocare?
«Nel settore giovanile in alcuni club a Forlì, poi sono passato al Rimini in Eccellenza salendo fino alla Serie C. Dopo un’esperienza non positiva a Rieti sono finito al Monopoli due anni fa».
Quali sono gli allenatori che ti hanno dato un qualcosa in più in carriera?
«Diana mi dà quel qualcosa che negli anni precedenti non avevo cioè la parte offensiva. Colombo a Monopoli invece mi ha dato tanto nella parte difensiva. Sono loro gli allenatori che mi hanno fatto evolvere».
Diana tatticamente cosa ti sta insegnando?
«Il mister vuole che si attacchino gli spazi, io ho corsa e fisico e se attacco lo spazio e mi arriva la palla creo difficoltà. Tutti mi definiscono un terzino ma a me non fa impazzire come ruolo ma posso farlo se mi ci mettono. Come quinto o quarto a centrocampo mi sono sempre trovato bene».
A chi ti ispiri maggiormente?
«Cerco di prendere qualcosa da tanti giocatori perché bisogna avere un bagaglio a 360 gradi. Dicono che assomiglio come gioco e come tipo di corsa ad Alphonso Davies (esterno canadese del Bayern Monaco, ndr) però se lui ha fatto la Champions e i mondiali e io sono in Serie C, vuol dire che tra noi c’è un divario importante…».
A te manca il gol?
«Ho avuto tante occasioni, devo diventare decisivo. Forse mi viene più facile passarla agli altri».
Sabato farete tappa a Imola: che partita vi aspetta?
«L’Imolese sta attraversando un buon periodo, troveremo una squadra tosta che cercherà di fare la partita della vita ma noi andiamo là con l’obiettivo di vincere. Non sarà facile perché nessuna gara è scontata: dipende tanto da noi e dalla nostra mentalità».
Nella precedente gara con l’Olbia cos’è mancato per arrivare ai tre punti?
«Dopo quattro vittorie di fila non è calata la concentrazione ma è mancata la concretezza negli ultimi metri e il gol. Se avessimo vinto, la prestazione sarebbe passata in secondo piano. Nel primo tempo potevamo fare di più, nella ripresa invece siamo tornati noi stessi. Abbiamo rallentato ma non siamo inciampati».
Non avete vinto, ma la difesa ha mantenuto la sua imbattibilità…
«Il reparto difensivo sta facendo molto bene, prendiamo pochi gol perché concediamo poco agli attaccanti e agli esterni. Possiamo sempre fare meglio, ma siamo contenti dei nostri dati».
Che idea ti sei fatto del campionato?
«Dipende tutto da noi. Vedo gli avversari e so riconoscere quanto siano forti i miei compagni: se entriamo in campo sempre con la mentalità giusta, questo campionato tocca a noi portarlo a casa».
Venire alla Reggiana è stato quel salto di qualità che ti serviva?
«Sicuramente. Avevo bisogno di trovare una società che puntasse a qualcosa di veramente importante. L’ambizione di vincere ogni domenica era da tempo che mi mancava: giochiamo in Serie C ma l’ambizione è quella di arrivare da un’altra parte».
Tu pensi di meritare la Serie B?
«Sta a me dimostrarlo. L’anno scorso ho fatto bene ma quest’anno devo fare ancora meglio per meritare la B perché non è bastato quindi devo e posso migliorare».
Sei arrivato alla Reggiana in prestito dal Modena: l’anno prossimo dove ti vedi?
«La Reggiana mi ha preso per andare in Serie B e io devo raggiungere questo obiettivo per la società e per me stesso. Cosa succederà l’anno prossimo non dipende da me ma dai direttori».
Quale compagno ti dà più consigli nello spogliatoio?
«Ci parliamo tutti, non c’è uno in particolare e questa è la cosa bella del gruppo perché nessuno si sente sopra agli altri».
Al giovane Varela, che come te arriva dai dilettanti, che consigli daresti?
«Secondo me ha qualità importanti e devo dire che esterni come lui in Serie C non li ho mai visti. Deve continuare a lavorare sempre e fare assist e gol. Più gioca e più prende fiducia».
Fuori dal campo stai vivendo la città?
«A Reggio venivo già da piccolo perché avevo dei parenti in città quindi conoscevo l'ambiente: essere qui è quasi come trovarmi a casa».
Come giudichi i risultati del Marocco ai mondiali, dato che sei nazionale burkinabé?
«Sono contento perché sono cresciuto in una comunità con tante etnie e ho tanti amici stretti del Marocco. Poi la nazionale del Burkina Faso è gemellata con il Marocco e tanti ritiri li facciamo là. Spero per loro che possano andare ancora avanti al mondiale, ma sono già entrati nella storia».
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