Venturi: «La classifica dice che ora siamo i più forti. Crediamo nei nostri mezzi, a Cesena non firmo per un pareggio»
«Al "Manuzzi" metteremo in campo tanta carica e furore agonistico: sarà una battaglia. Sono romagnolo e mi sentirò un po' a casa, poi ho tanti amici nella curva bianconera... Io una bandiera granata? No, però mi sento ben voluto dai tifosi»
«Gubbio è un capitolo chiuso: abbiamo festeggiato lunedì sera e ci siamo riposati martedì ma ora la testa va al Cesena – spiega il portiere granata Giacomo Venturi a quattro giorni dall’attesissimo big match di lunedì 20 febbraio al “Manuzzi” – I primi giorni della settimana ci concentriamo sul lavoro fisico, da venerdì penseremo anche alle tattiche e ad altri aspetti di competenza del mister».
In settimana lavorate molto sugli attaccanti avversari?
«Sì, sempre. La settimana scorsa per esempio abbiamo studiato Arena e Vazquez, per dire. Si analizza in modo diverso come battono una punizione piuttosto che un rigore, ma anche altre situazioni».
L’approccio alla partita per un portiere è importante?
«Sì. Il primo intervento che si compie può essere determinante in positivo o negativo, poi dipende da portiere a portiere. Diciamo che iniziare me dà fiducia».
Qual è la peculiarità del preparatore Marco Bizzarri?
«Ci fa lavorare in modo aggressivo, spregiudicato quasi. Ma ci sentiamo padroni dell’area di rigore ed è importante. Se io esco di più ora è perché interpreto il ruolo del portiere in modo diverso».
Hai mai avuto paura di non essere titolare?
«A inizio stagione era così».
Poi?
«Poi il mister ha deciso di cambiare…».
E in quel periodo come ti allenavi?
«Sapevo di non essere titolare ma mi sentivo bene fisicamente, infortunio a parte, e in allenamento ho sempre datò il massimo. Sono un professionista, se il mister mi manda in panchina ci vado».
Un portiere si giudica maggiormente per le parate importanti che fa o per la continuità?
«Ho letto spesso che nella scorsa stagione non ho fatto parate miracolose, ma penso che un portiere debba essere giudicato per la continuità e per la fiducia e la sicurezza che trasmette ai compagni».
È arrivato il momento di parare anche un rigore?
«Ci lavoriamo tanto, dietro c’è un grande studio. A volte va bene, a volte male. Melchiorri, per esempio, ci aspettavamo che calciasse nell’angolo dove mi sono buttato, ma l’ha fatto nella gara successiva e non contro di noi. Parare un rigore resta sempre molto complicato».
C’è un portiere al quale ti ispiri?
«Ho sempre seguito e guardato le partite di Peruzzi, ma è passato un po’ di tempo da quando si è ritirato. Adesso guardiamo un po’ tutti con Bizzarri e lui ci fa vedere tanti spezzoni di altri portieri per provare a capire come si comportano».
Come spieghi il feeling si è instaurato con i tifosi granata? Spesso ti accolgono con un boato quando entri in campo…
«Sinceramente non lo so. Sono enormemente felice dell’accoglienza che mi riservano perché mi dà la carica. Probabilmente vedono in me una persona di un certo tipo che ha instaurato un particolare legame con la società. Io amo tanto il tifo e quando compio parata mi piace prendere la carica e girarmi verso la curva ed esultare con loro».
Ti senti una bandiera della Reggiana?
«No perché non è il mio carattere. Mi sento un giocatore ben voluto, che dà una mano ai compagni».
Sei stato il portiere della promozione in Serie B nel 2020 e quest’anno hai conquistato il record imbattibilità… ci pensi ogni tanto?
«Sì e no. Sono cose che rimangono e fanno piacere ma nel calcio si fa presto a dimenticarsi di queste cose. Sono comunque orgoglioso di questi risultati: oltre al record c’erano le prestazioni che per me contano di più del record stesso».
La Reggiana ha la migliore difesa, alla pari col Cesena, e non ha subito gol per ben 16 partite…
«Sono bei dati, ma dietro c’è un lavoro importante non solo del portiere e della difesa, ma di tutta la squadra. Il sacrificio parte in avanti da Lanini e Pellegrini, poi ci aiutiamo tutti».
Però i gol evitabili subìti nelle ultime gare ti hanno dato fastidio?
«Un po’ sì, ma sono situazioni che accadono sul momento. Sul gol di lunedì ci eravamo disposti un po’ freneticamente, Laezza non è proprio un centrale e ha fatto una corsa di troppo andando a coprire una zona dove potevo arrivare io. Ma sono cose che capitano».
A Cesena dicono che la differenza tra le due squadre la sta facendo il portiere…
«So che a Cesena hanno avuto qualche incertezza all’inizio con Lewis e Tozzo, ma per un portiere certi errori possono capitare e alla fine conta poco se lo sbaglio e grande o piccolo se si è preso gol. Io cerco di fare le mie partite al meglio e di commettere meno errori possibili».
Ti senti di avere portato dei punti alla squadra?
«Assieme ai miei compagni. Ognuno fa il suo, siamo una squadra e il risultato è merito di tutti».
Come si sta da primi in classifica?
«Si sta come l’anno scorso. Sappiamo che bisogna tenere le antenne dritte fino alla fine e cercare di non perdere la mentalità costruita gara dopo gara da ottobre-novembre in poi. Non bisogna fasciarsi la testa se c’è una domenica storta ma andare avanti per la nostra strada».
Vi sentite i più forti?
«Lo dice la classifica ora, vedremo se sarà così anche alla fine. Noi siamo convinti dei nostri mezzi ma non dobbiamo fermarci».
Alle tue spalle avrai oltre 2000 tifosi granata per 45 minuti e molti di più bianconeri per il resto della gara…
«In questi contesti non ci si deconcentra, anzi avere grande tifo alle spalle aiuta a restare concentrati. Magari si fa fatica a comunicare con i compagni, però per me è un grande stimolo. Molto di più che giocare in uno stadio deserto…».
Per te, da romagnolo, quella del “Manuzzi” sarà una partita speciale?
«Ho tanti amici che vanno nella Curva del Cesena, poi ho anche giocato nel Ravenna… Ma devo dire che mi cambia relativamente poco, sono romagnolo e mi farà piacere sentirmi un po’ a casa…».
Che partita sarà secondo te?
«È la gara che tutti vogliono giocare. Ci saranno tante responsabilità, ma anche carica e furore agonistico. In campo sarà una battaglia».
Firmeresti per un pareggio?
«Preferirei non firmarlo, poi vedremo cosa succederà lunedì sera…».
Fuori dal campo… da papà come va?
«C’è un bel ritmo da tenere, però è bello. Ora stiamo iniziando finalmente a dormire…».
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