Il saluto di Quintavalli: «Abbiamo scritto una storia semplice. La Reggiana è tornata grande»
Dopo due anni e mezzo lascia la carica di presidente ma continuerà a sostenere il club come socio nel CDA: «Unione e condivisione sono la forza della Reggiana»
Dopo 884 giorni, Luca Quintavalli lascia la carica di presidente della Reggiana cedendo il testimone a Carmelo Salerno. L'ex numero uno granata ha salutato i tifosi e la città di Reggio organizzando una conferenza stampa che si è tenuta nel tardo pomeriggio presso la sede di Olmedo a Ghiardo di Bibbiano.
Il pres ha ricordato i momenti più difficili affrontati nel 2018 quando assieme agli altri soci fondatori e ad altri compagni di viaggio ha ricostruito la Reggiana partendo dalle fondamenta, fino ad arrivare ai momenti più felici con l'approdo in Serie B nel 2020 dopo 21 anni di assenza.
Cara Reggio Emilia,
con felicità e tanta riconoscenza Ti scrivo queste righe rivivendo nei pensieri un percorso iniziato nel Luglio 2018 e che mi ha visto Presidente della nostra amata società AC REGGIANA 1919. Un cammino lungo, tormentato, fatto di corse ed affanni, cadute e risalite, lacrime e sorrisi che mai hanno intaccato quella determinazione e mentalità ereditata dallo sport: focalizzati sull’obiettivo.
Questa volontà di non fermarsi mai, dedicando passione, denaro, tempo, sonno, sentimenti per un sogno invisibile della gente e dei nostri calciatori, ci ha portato oggi a parlare di Reggiana con orgoglio e non con vergogna.
Vi rimando velocemente a quel 31 Luglio 2018 quando qualcuno pensò a me per rappresentare un gruppo di uomini straordinari, ognuno legato al calcio e alla città con storie diverse, ma accumunati da quella voglia individuale di fare qualcosa per tutti. NON CONOSCEVO NESSUNO, MA MI SONO FIDATO. NESSUNO MI CONOSCEVA E SI SONO FIDATI. Il bene della Reggiana e di Reggio Emilia, al di là della paura: accettai l’incarico, dicendo “CI PROVO”.
Ricordo con riconoscenza infinita e simpatia quei 5 supereroi Reggiani, pionieri dell’avventura granata:
- Mauro Carretti
- Giuseppe Fico
- Cristiano Giaroni
- Mauro Rondanini
- Gianni Perin
Ognuno in grado, con proprie doti, di compensare i limiti degli altri: questa la forza della REGGIO AUDACE FOOTBALL CLUB contro ogni pronostico sportivo e societario.
Due soci NON SOCI che voglio menzionare, perché meritevoli del mio rispetto e della gratitudine di una Piazza intera, hanno fatto parte in maniera riservata ma nevralgica all’ottenimento di questi obiettivi. Il primo ha vissuto la ripartenza ed ha permesso di tramutare i brogliacci e le idee confuse in una società calcistica oggi capace di appassionare le piazze, il Dott. Corrado Baldini: con Lui e presso di Lui, i nostri sogni, pensieri, dubbi, gioie, hanno sempre trovato un parere professionale competente ed un consiglio da amico.
Il secondo, non per importanza, mio socio in Olmedo e primo tifoso allo stadio, Giovanni Tarabelloni che ha compensato, supportato ed assecondato le tante mie assenze mentali e fisiche di questi 3 anni di Presidenza, operando con doppia energia in azienda per non perdere pezzi, stringendomi allo stadio con la felicità di un bambino nelle tante vittorie della Regia.
GRAZIE PER QUANTO FATTO PER IL BENE DELLA SOCIETA’, OGGI PATRIMONIO COMUNE.
Non basterebbero ore per descrivere quanto consuntivato poi da quel 31 Luglio ad oggi, partendo dalla serie D concessa e non scontata, da quelle trasferte in campi parrocchiali inadeguati ad accogliere centinaia di cuori granata con bandiere e voglia di un bar, alle critiche per la scelta di due capitani, ad un miracoloso ripescaggio dopo 4 sberle nel derby di Modena, ad un avvio del centenario in Piazza Prampolini nello sconcerto di una maglia del Barcellona, ad una acquisizione apocalittica di un marchio ritenuto ad un certo punto quasi merce di scambio per vivere o morire, alla riapertura dei bar con somministrazione della birra allo stadio, alle tante ricapitalizzazioni per mancanza di soldi, all’annullamento di tutti gli eventi del centenario, all’insediamento di una guida spirituale di prestigio ed onoraria come il nostro Vescovo Camisasca, al mantenimento di uno Store quale patrimonio del centro storico, all’esclusione di soci non graditi, al consolidamento delle quote, alla presentazione, proprio qui, di Romano Amadei e Doriano Tosi nella gioia di una comunità intera, ad un campionato di serie C vissuto nell’anno del centenario, ad un’ambulanza granata realizzata raccogliendo donazioni dalla gente che soffriva, alla lettera di Infantino unica nella storia del calcio, alla malattia di un nostro calciatore, alla pandemia globale, alle parole di Spanò che ci salutava, ai ragazzi disabili sugli spalti insieme ai nostri tifosi, ad uno sconto Mapei sull’affitto stadio in caso di promozione in B, alla telenovela delle promozioni a tavolino tra noi e Carpi, ad una statua di Severino Taddei che per sempre rimarrà a custodia del nostro stadio, alla lettera del Pres letta ai calciatori prima della finale col Bari… per arrivare a quella sera del 22 Luglio 2020 giocando da sfavoriti in uno stadio vuoto e riportando a Reggio Emilia, in una notte magica, quella serie B che più di una categoria risultava “la terra promessa”. Il tutto nel tripudio di una PROVINCIA GRANATA in festa.
Se penso quindi che dal 31 Luglio 2018 al 22 Luglio 2020 non sono passati neppure due anni ed abbiamo affrontato, gestito e conseguito così tanti successi, allora mi convinco ulteriormente sul valore della scelta di averci provato. Grazie a tutti i soci ed agli sponsor per averci creduto: siete stati fantastici.
C’è ancora tanto da affrontare e tanto ci sarà da raccontare, perché la SERIE B insegna: serve umiltà, pazienza, mentalità per apprezzare questa categoria, bella e competitiva come non mai, mancata a Reggio da una generazione; questo il motivo per cui oggi l’obiettivo primario di noi soci sarà quello di rieducare i giovani neofiti al valore della cadetteria: gli stadi aperti daranno stimoli ad apprezzarla, capendone difficoltà e bellezza… nel frattempo, però Vi chiedo di capirla. E’ un campionato di altissimo livello, vicinissimo alla serie A e per certi versi più difficile, composto da 20 Club che hanno una sola e chiara ambizione: vincere. Noi vivremo questo campionato con grande umiltà, custodendo ogni punto vinto sul campo come un diamante donato a Reggio Emilia, solo allora apprezzeremo il valore di vivere la SERIE B. I ragazzi ed il Mister hanno bisogno di questa vicinanza e consapevolezza da parte della piazza, della stampa, degli sponsor, dei soci: a loro è stata chiesta una cosa molto semplice, come semplici siamo noi: rimanere dove siamo arricchendo il prestigio della maglia granata e della nostra città… non di vincere il campionato.
Verranno anni in cui gli elementi necessari a “sostenere le ambizioni” potranno farci pensare in grande, ma non ora: si cresce un po' alla volta e si matura giorno per giorno. VALE IN SERIE D, C, B, A.
Quella scritta in questi 3 anni dalla nostra società è una storia semplice, come quella del nostro territorio e di Reggio Emilia che accolse nel tempo dalle campagne della provincia, stuoli di famiglie povere ma con infinita dignità, divenendo nei secoli un centro aggregativo, più che un polo economico: di qui la nostra propensione all’inclusione e a quell’innata solidarietà che ci distingue, tramandata nelle generazioni.
Il nostro bene nasce dalla terra e dalla fatica che i nostri nonni hanno fatto per coltivarla traendone sussistenza: quella purezza di valori è rimasta nel nostro essere reggiani e questo abbiamo fatto in Reggiana, rimboccandoci le maniche, con umiltà e sudando giorno per giorno i nostri successi. Nella Reggiana di oggi, vivono i valori di ieri.
Abbiamo capito ed interpretato il calcio ad immagine del territorio, riaccendendo l’entusiasmo: questo il motivo per cui, con questa consapevolezza, ritengo serva conoscerlo quel territorio, in tutte le sue sfaccettature sociali, digressioni culturali, proverbi dialettali e passioni sportive, accettando quello che lui stesso pretende da chi lo vive; guai imporre nel calcio un credo diverso da quello che la storia ci ha insegnato. Ci hanno provato da oltre Enza e da oltre oceano con lo stesso identico risultato. Credo che il calcio come l’abbiamo vissuto ed interpretato, rappresenti il sorriso più vero di una comunità felice.
Con questa idea di calcio “conviviale”, sono fiero di parlare della Reggiana come risultato sublime di un “equilibrio perfetto” tra capacità di fare calcio e capacità di fare impresa con il calcio. Raggiunto questo compromesso tra sport e territorio, risulta semplice trasmettere il valore di una città intera, senza digressioni politiche adottando il calcio, quello che piace perché diverte, per raccontarne storie del passato, bellezza dei luoghi e programmi per il futuro. Nulla va disperso di quanto raccolto, perché oggi rappresenta per Reggio Emilia una grande opportunità: farsi conoscere, apprezzare e visitare, sfruttando quell’attitudine mediatica che solo il calcio possiede, permettendo rilancio del turismo, visibilità delle aziende ed indotto economico.
Parlando di inclusione e di responsabilità sociale, posso ammettere che in questi anni non ci sarebbero stati così tanti sorrisi se non avessimo condiviso con lo sport i valori d’accoglienza propri di Reggio Emilia, città delle persone, esaudendo il desiderio più profondo di tanti ragazzi meno fortunati: giocare a calcio. La vita non è semplice per tutti, negando ad alcuni il diritto di vivere le gioie più semplici; penso ai ragazzi di quarta categoria in grado di giocarsi oggi un campionato riconosciuto dalla FIGC, ai ragazzi fragili mai andati allo stadio che possono oggi vivere coi tifosi cori ed esultanze di un gol, ad associazioni di volontariato che hanno abbracciato il nostro percorso condividendo pagine di storia e di calendario: queste cose DEVONO RIMANERE come punti fermi di un amore nato dal calcio e rivolto alla gente.
Per questa grande virtù e per la determinazione messa in campo per conseguirla, la Reggiana è tornata grande riaccendendo nel cuore delle persone quella voglia di parlare di calcio divertendosi, nella bellezza di commentarne una partita con gli amici o con l’orgoglio tipicamente reggiano di sentirsi allenatori il lunedì: questo dimostra di aver riacceso nel cuore della gente la passione per la Reggiana e questo per me è la soddisfazione più grande al termine del mio mandato.
Poi arriva il momento dei saluti: voglio anzitutto trasmettere serenità e gioia per un percorso che continua.
Il valore delle parole, l’intensità degli abbracci, la semplicità delle relazioni sono sensazioni ormai perdute che il calcio ha la magia di far rivivere: tutto questo rimarrà in me come una bella storia da narrare, in mezzo a quelle che hanno fatto del calcio il più bel modo per raccontare la vita della gente, la storia del territorio ed i desideri dei bambini.
Auguro al nuovo Presidente, fresco di nomina, di conseguire insieme a noi tanti stupendi risultati salvaguardando quelli ottenuti anche grazie al Suo prezioso contributo di socio e di non demordere mai dalla voglia di operare come la Reggiana ci ha insegnato in 100 anni storia: con umiltà, saggezza ed onestà. Tutti i soci rimarranno al Suo fianco come fatto fino ad oggi ricordando ancora una volta che la grande forza della Reggiana è da sempre stata, è e sarà l’unione e la condivisione. Per vivere e far vivere la Reggiana, serve conoscere la storia di Reggio Emilia e se non la si conosce, di studiarla poichè nelle gesta dei ragazzi in campo, vivono tradizioni e cultura dei nostri antenati: questa alchimia di sentimenti, merita il nostro rispetto.
Vorrei chiudere, con un affettuoso ricordo di Paolo Rossi che proprio oggi ci ha lasciato; mi colpì in passato con una frase che feci mia poi riletta come stimolo per ogni avventura, prima fra tutte quella di Reggiana:
“NON ERO UN FENOMENO E NEMMENO UN FUORICLASSE, MA HO MESSO LE MIE QUALITA’ AL SERVIZIO DELLA VOLONTA’. SOLO COSI’ SONO RIUSCITO AD AFFONDARE IL BRASILE”.
Grazie a tutti.
Luca Quintavalli
Il Presidente di AC REGGIANA 1919
10 Luglio 2018 – 10 Dicembre 2020
Commenti