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Diana: «A Lucca ci attende una gara difficile ed episodica. Siamo pronti per affrontare per questo tipo di sfida»

«La Lucchese è cambiata molto, ora sfrutta giocatori rapidi che solitamente soffriamo: sono pronte le contromisure. L'assenza dei nostri tifosi inciderà, proveremo a regalare loro una soddisfazione. Il mercato? Mi limiterò a dare dei consigli»

22.12.2022 17:30

Vietato distrarsi e pensare al Natale: le vacanze (una settimana di stop per i granata) sono dietro l'angolo, ma non sono ancora arrivate. È questo il monito che mister Aimo Diana lancia alla vigilia del match contro la Lucchese, ultima tappa di un 2022 pieno di emozioni, belle e meno belle, da chiudere con il botto.

«Il Natale porta un po' di svago, poi in settimana ci sono stati diversi impegni istituzionali - ricorda il trainer della Regia - Ma il risultato di domani non sarà frutto di tutto ciò: ci attende una gara difficile ed episodica, noi metteremo dentro quello che sappiamo fare e affronteremo la Lucchese nel migliore dei modi».

Mister, quali novità arrivano dall’infermeria?
«Cauz ha ancora qualche problema ma si è allenato, valuteremo meglio domani le sue condizioni. Guglielmotti è rientrato, Montalto sta meglio ma visto che non c’è sicurezza al 100% preferiamo non rischiarlo».

In settimana vi siete allenati anche sul sintetico?
«Gli ultimi giorni sì perché per curare la parte tattica serve un campo migliore. Vedremo quali condizioni troveremo al “Porta Elisa”, ma non ci poniamo questo problema».

Ha dei dubbi in attacco?
«Sempre, e non solo davanti ma anche in mezzo e dietro. La quadratura ce l’abbiamo, possiamo cambiare qualcuno in base alle sue caratteristiche».

Potrebbe toccare a Varela?
«Lo stiamo valutando perché con l’assenza di Montalto, che è la nostra vera prima punta, dobbiamo svariare gioco. Rosafio mi dà imprevedibilità, gli altri tre un po’ di profondità. Varela è in forte crescita e fino al termine della stagione ci può fare vedere qualcosa di interessante».

È pronto a rischiare Cigarini?
«Dall’inizio non è pronto per svariati motivi anche perché qualche fastidio se lo porta dietro e la condizione dei campi non aiuta. Durante la sosta lavorerà e il mezzo ritiro che faremo prima della ripresa sarà fondamentale. Da gennaio rientrerà a tutti gli effetti e mi auguro possa farsi trovare pronto per le gare importanti che arriveranno. Ma sappiamo comunque che già lo abbiamo ritrovato».

Il ricordo della trasferta di Lucca della scorsa stagione è ancora presente?
«Sì, ma da allora loro sono cambiati molto come allenatore e giocatori. Secondo me la Lucchese ora è più forte, poi sul suo campo hanno perso Cesena e Carrarese, quindi ci attende una gara molto ostica. Un girone dopo i rossoneri sono cambiati molto anche negli interpreti e nel modulo: troveremo delle difficoltà ma ci faremo valere».

In che modo sono cambiati?
«Hanno adottato un 4-3-3 con giocatori rapidi davanti e tre prime punte, hanno un centrocampo dinamico e vivo; all’andata invece giocavano col 3-5-2. Dovremo affrontare avversari rapidi e veloci e sono proprio quelli che noi soffriamo maggiormente, ma abbiamo trovato buone contromisure. Siamo preparati».

Si aspetta una partita sporca come a Imola?
«La partita diventa sporca quando il campo ti condiziona: non so cosa troveremo ma dopo gare come quella contro l'Imolese e altre, siamo pronti a tutto. Anche l’anno scorso abbiamo vinto tante partite di questo tipo: sappiamo di doverci calare in quella condizione, ma le difficoltà ci sono per tutti. Noi abbiamo giocatori che diventano più bravi con una condizione ideale del campo ma siamo in Serie C e ci accontentiamo di quello che c’è».

Pensa che la sua Reggiana abbia raggiunto la giusta mentalità per calarsi in questi contesti?
«Assolutamente sì, e da un po’ di tempo. Siamo passati attraverso qualche scoppola più o meno forte perché non sempre le cose riescono dall’inizio. Durante le gara bisogna creare qualcosa in più e portare gli episodi dalla nostra parte: possiamo migliorare ulteriormente il nostro score».

Senza il vostro pubblico, costretto a tifare da casa, cambierà qualcosa per voi?
«Penso che la loro assenza in qualche modo inciderà perché siamo sempre stati abituati a sentirli cantare al nostro fianco. Proveremo comunque a regalare loro una soddisfazione importante».

Vincere il titolo d’inverno per il secondo anno di fila non è banale…
«È sempre un piacere arrivare lì. Poi ogni annata va esaminata nel dettaglio: l’anno scorso avremmo meritato anche la promozione. Bisogna fare un girone di ritorno importante per avvicinarci alla quota del girone d’andata: ci impegneremo al massimo per dare seguito a questo».

Ora avete 3 punti di vantaggio sul Cesena e 7 sull’Entella…
«E uno solo sul Gubbio che è poco, ma anche 7 sull’Entella non sono tanti. È ancora tutto in gioco: non voglio dire delle banalità ma non ci sono ancora certezze. Siamo abituati a stare lì, sappiamo cosa comporta tutto ciò…».

In difesa la squadra non prende gol da più di 600 minuti, ma segna e crea poco in attacco…
«Nelle mie esperienze da allenatore ho sempre avuto le migliori difese del campionato. Adesso siamo più compatti e stretti, ci aiutiamo di più e la strada da seguire è questa. Poi avremo modo di fare meglio perché le caratteristiche della rosa sono quasi del tutto pari a quelle dell’anno scorso».

Il suo modo di giocare però è cambiato con i giocatori di quest’anno?
«Sì, ma i giocatori rimasti dall’anno scorso non erano sempre titolari. Onestamente io propongo la stessa metodologia, sono i ragazzi che la interpretano diversamente. Per fare un esempio, Nardi e Guiebre sono giocatori diversi rispetto a Radrezza e Contessa: sono bravi e ci mettono dentro anche quello che non chiedo. Se avremo la serenità giusta e saremo aiutati dai risultati arriveremo a vedere una Reggiana sempre più bella e propositiva. Ma alla fine servirà quella che vince…».

Fausto Rossi arretra spesso sulla linea dei difensori: segue le sue indicazioni?
«Lo facevamo con Cigarini l’anno scorso perché quando gli avversari lo marcavano a uomo. Il mio gioco prevede la ricerca degli spazi e lui si va a trovare lo spazio più comodo dietro. Dico anche che il centrocampista marcato a uomo da un attaccante avversario solitamente è più intelligente quindi ha buone capacità di smarcamento».

Una piccola parentesi sul mercato: cinque attaccanti per due maglie, come ha sottolineato di recente il ds Goretti, sono sufficienti?
«Condivido il discorso fatto dal direttore nel momento in cui si mantiene questo sistema di gioco. Se invece si vuole passare alle tre punte come successo l'anno scorso, si può invece pensare di avere qualcosa di diverso. Al mercato comunque ci lavora il direttore, io mi limiterò a consigliare e vagliare le possibilità che si presenteranno».

Qual è il suo giudizio sulla finale del mondiale giocato in Qatar? Il preparatore atletico Esteban Anitua sarà stato contento…
«Ha pianto di gioia e sono felice per lui. Devo dire che anche io mi sono emozionato. È stata una partita con tantissimi errori ma anche tante emozioni: i grandi campioni in campo possono portare la partita da una parte e all’altra. Ho detto a mio figlio che questa finale è entrata negli annali perché ha visto giocare contro i calciatori più forti al mondo come Messi e Mbappe e alla fine l’Argentina ha meritato di vincere».

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