Tutti uniti verso la salvezza: il destino della Reggiana è ancora da scrivere
I granata sono vicinissimi alla zona retrocessione, ma la conferma in Serie B per un altro campionato è ancora alla portata di Bardi e compagni. Le prossime gare al "Città del Tricolore" saranno cruciali: serve compattezza dentro e fuori dal campo

Quando si naviga in cattive acque, le vie d'uscita sono solitamente due: o si raggiunge la riva aiutandosi a vicenda, oppure si affonda tutti insieme, sperando che qualcuno arrivi a lanciare un canotto di salvataggio. Il paragone con Robinson Crusoe può sembrare azzardato, ma descrive perfettamente la situazione attuale della Reggiana in Serie B. I recenti risultati negativi hanno fatto sprofondare i granata a un solo punto dalla retrocessione diretta, ma ciò che preoccupa di più non è solo la classifica, bensì l’atteggiamento mostrato in campo. A Cosenza, contro l’ultima in classifica, la squadra ha disputato una gara quasi anonima, più sul piano mentale che tecnico, soprattutto nei primi 45 minuti.
Le proteste e le critiche della tifoseria sono comprensibili e giustificate, ma questo è il momento di non perdere la testa e restare uniti. Tutti, nessuno escluso. La classifica parla chiaro: la Reggiana è pienamente in corsa per la salvezza, e la lotta per non retrocedere si deciderà probabilmente negli ultimi 90 minuti della stagione. Fino ad allora, bisogna combattere. Una volta chiuso il campionato, arriverà il momento di tirare le somme, fare valutazioni e discutere del futuro, parlare del mercato che poteva essere ma non è stato, del giocatore che poteva cambiare la stagione ma non ha reso abbastanza. Ma adesso, il disfattismo che imperversa sui social non porta da nessuna parte: se vogliamo salvarci, dobbiamo remare tutti nella stessa direzione. Esonerare Viali potrebbe essere la soluzione giusta? A pensarla diversamente è soprattutto la società. Pertanto, salvo sorprese, si proseguirà con lui fino alla fine della stagione. Questa squadra ha mostrato evidenti limiti caratteriali, ma ha anche qualità tecniche superiori a molte avversarie. L'obiettivo è ancora alla portata, come dimostrano i punti conquistati contro squadre più quotate. La débâcle di Cosenza ha evidenziato ancora una volta quanto sia l’aspetto mentale a fare la differenza, ed è su questo che l’allenatore deve incidere di più. Anche i tifosi possono avere un ruolo chiave: il sostegno del pubblico può trasformarsi in una spinta decisiva. E siamo certi che i 107 supporter granata presenti al "San Vito" lo abbiano fatto capire chiaramente alla squadra, radunata sotto il settore ospiti venerdì sera.
Ora arrivano quattro partite fondamentali: Sampdoria, Sassuolo, Cremonese e Pisa, tutte da giocare al “Città del Tricolore”. Qui tutta la città può fare la differenza, continuando a sostenere la squadra dal primo all'ultimo minuto e, perché no, caricando i giocatori già prima di ogni partita, come già accaduto in passato. Calciatori, allenatori, dirigenti e proprietà passano, lo sappiamo bene. Ma chi resta siamo noi. Il nome, lo stemma, la città. E oggi più che mai, dobbiamo salvarci insieme.