Viali: «La Reggiana deve iniziare a fare la differenza nelle due aree. La classifica è in linea con il nostro obiettivo»
«Saremo una squadra camaleontica che saprà adattarsi alle varie situazioni. Chi ha bisogno di continuità gioca, se il rendimento cala le cose cambiano. Kabashi e Pettinari? Ora siamo in tanti e devo ottimizzare, il gruppo sa che serve intelligenza»
In questa settimana di sosta del campionato, dedicata completamente al lavoro sul campo anche se non sono mancati gli imprevisti, mister William Viali è comunque protagonista al centro sportivo di Via Agosti davanti ai microfoni della stampa per fare il punto della situazione dopo otto giornate, ma il focus dell'allenatore granata si sposta anche sulla sua idea di calcio e su alcune delle scelte prese in questa fase iniziale della stagione.
Mister, partiamo dal reintegro in gruppo di Pettinari e Kabashi…
«Il loro reintegro nello spogliatoio è abbastanza relativo, poiché hanno da sempre condiviso la quotidianità sia con i compagni che con me. Chiaramente hanno lavorato a parte per un bel po’ di tempo e la loro condizione non è ottimale: Kabashi ha avuto un problema che l’ha condizionato per tutto il precampionato, Pettinari ha giocato le amichevoli estive ma sono le partite vere a determinare la condizione. All’inizio della stagione non volevo che si creasse questa situazione con 28 giocatori a disposizione perché non si possono formare delle differenze all’interno del gruppo e sappiamo già che cinque di questi ragazzi resteranno in disparte negli allenamenti. Il problema è una questione numerica… Ho parlato con i ragazzi e sanno che ci vuole tanta intelligenza. Non si può abbassare il livello e non si può fare come all’asilo, giocando un po’ per uno. Bisogna essere elastici e intelligenti».
Sono rientrati per volontà della società?
«Sono sempre state tutte scelte della società. Non entro nel merito e lo sapete. Si prende atto della decisione e si cerca di ottimizzare la situazione».
Kabashi come lo vede?
«È un centrocampista con molta qualità. Oramai la mia idea di gioco è chiara e sapete che è possibile variare, soprattutto a centrocampo, di partita in partita. Ovviamente cerco di mettere i calciatori a proprio agio per esaltare le loro qualità».
Nove punti in otto partite: questo bottino la soddisfa?
«Non è giusto dire che soddisfa perché potevamo sempre fare di più. Però per quello che è il nostro obiettivo siamo in carreggiata, a due punti dai playoff e uno sopra i playout. In questo momento, rispetto ad altre squadre che vengono enfatizzate, stiamo vedendo le cose in modo più scuro, ma secondo me ci troviamo in una buona posizione. Questa è la Serie B… Bisogna esserne consapevoli. Sono estremamente soddisfatto di allenare questo gruppo: i ragazzi non mollano mai».
Il percorso della Reggiana fino a questa seconda sosta non è stato molto regolare…
«Sì, forse tutto ciò è dovuto anche dal precampionato un po’ burrascoso con i giocatori che arrivano dopo la sosta e successivamente accusano dei problemi. Dobbiamo sempre gestire questo tipo di situazioni. Ad oggi, poter arrivare alla prossima gara con il Frosinone con 23 giocatori di movimento a disposizione non sarebbe male anche per creare una certa continuità».
Lei intende creare un’identità di squadra con rotazioni mirate oppure con i giocatori da ruotare in base all’avversario?
«Partiamo dalle prime quattro partite dove si è vista più qualità: dopo la prima sosta non abbiamo cambiato nulla, a parte la gara con lo Spezia. Sotto l’aspetto del possesso non ho mai cambiato nulla. Ci può essere una rotazione, al massimo, per andare a contrastare più velocemente. Queste rotazioni, al di là dell’aspetto numerico, sono relative. Se con il passare del tempo diventiamo meno spumeggianti, io agisco e non resto ad aspettare. L’unica partita che considero brutta è quella con la Salernitana e i ragazzi lo sanno. Il percorso, anche in base ai numeri, è corretto. Il problema sono i punti in classifica. Che cos’è che determina i punti in classifica? Sono le due aree. Dobbiamo sicuramente fare il salto di qualità».
La sua Reggiana purtroppo è arrivata ad accumulare più di 300 minuti senza segnare…
«Abbiamo preso otto pali, proprio per questo motivo dico che bisogna saper fare la differenza nelle due aree, in attacco e in difesa. Il nostro rapporto tra occasioni concesse e gol subiti è elevato, in attacco bisogna chiaramente aumentare la percentuale di realizzazione».
L’aspetto offensivo è dettato dalla mentalità, secondo lei?
«Sì, per me è legato alla mentalità. I giocatori offensivi utilizzati sono gli stessi, bisogna cambiare e migliorare la mentalità».
A La Spezia come mai ha optato per Girma dal primo minuto e non su Maggio?
«Ho la necessità di accelerare l’inserimento di Girma, sapevo anche io che non lo avrei ritrovato al top ma non lo considero un rischio per la squadra perché avevamo perso la qualità e i guizzi offensivi. E Girma è questo tipo di giocatore che con il guizzo e con l’idea ti può cambiare tutto. Poi, abbiamo fatto meno bene. Chiaramente Girma è da poco in gruppo, io pretendevo determinate cose e lui, magari per una scelta, ha fatto altro. Forse anche per una difficoltà fisica non è riuscito a dare il massimo. Maggio invece si vedeva che era in flessione già con la Salernitana, questa è una considerazione che ho condiviso anche con i giocatori».
Di recente si è visto più Okwonkwo rispetto a Vido: da cosa è dettata questa scelta?
«Rispetto ai compagni Okwonkwo non era riuscito a trovare continuità, ma in allenamento aveva dimostrato di poter essere decisivo in zona gol. Le ultime due gare mi hanno dato altre risposte, ma avevo bisogno di vederlo in azione».
Come risponde a chi dice che in questa squadra sono presenti giocatori con il posto da titolare garantito? Per esempio, Fiamozzi, Meroni, Rozzio, Reinhart…
«È vero che Fiamozzi, Rozzio, Meroni e Reinhart hanno giocato tante partite, Vergara e Gondo anche. Portanova, da quando sta bene, le ha giocate praticamente tutte. Ma parliamo di otto o nove giocatori che hanno avuto continuità. Però, dobbiamo entrare nell'ottica che io farò giocare sempre una squadra che rispecchia le mie idee, che si adatta all’avversario e alle condizioni del momento».
Quindi non si vedrà mai una formazione base fissa per questa stagione?
«Esattamente, non ci sarà una formazione titolare fissa. La Reggiana sarà una squadra camaleontica, che si adatta e utilizza tutte le risorse a disposizione. Rispetto a dieci anni fa è cambiato tutto, anche la gestione della rosa. Prima c'era più continuità, ma oggi devi avere più variabili».
La sua strategia è quella di adattarsi alle condizioni del momento?
«Sì, agisco rispetto a ciò che succede. Se notiamo un calo di forma, è normale che dobbiamo cambiare e adattarci. I cambi devono essere fatti in base alle prestazioni e alla situazione attuale della squadra».
Gondo è stato tolto dalla formazione iniziale in un momento difficile: come gestisce questi casi?
«Gondo ha giocato in molte partite, e quando si trova in difficoltà è giusto che venga tolto per ritrovare la serenità. La pressione ambientale può influenzare un giocatore, dobbiamo considerare anche l'aspetto psicologico».
Come si comporterà con gli altri giocatori quando non troveranno continuità?
«Ogni giocatore è diverso. Se vediamo che un ragazzo ha bisogno di continuità, lo facciamo giocare, ma se dopo due partite non rende, allora dobbiamo prendere delle decisioni diverse. L'importante è sempre agire nel migliore interesse della squadra».
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