Antonioli: «Serve un'ultimo sforzo per chiudere il 2018 nel migliore dei modi»
«Formazione contata, ma ho fiducia nei miei ragazzi: dobbiamo entrare in campo decisi come nelle ultime partite»
«Dall’infermeria non arrivano buone notizie purtroppo - ha spiegato mister Antonioli alla vigilia dell’ultimo impegno del 2018 contro l'Adrense - Belfasti e Ponsat sono fuori e si vanno ad aggiungere a Narduzzo e Rozzio mentre Osuji non dovrebbe recuperare. Siamo abbastanza contati, però credo che i ragazzi forniranno un’altra prova di carattere e di calcio vero. Dobbiamo finire bene il girone d’andata per poi recuperare le energie e ripartire alla grande nell’anno nuovo».
C’è il rischio che la squadra possa sottovalutare l’impegno di domani?
«No, oramai i miei ragazzi hanno dimostrato di essere maturati. L’unico dubbio potrebbe essere quello della condizione atletica, non vorrei che le quattro partite in pochi giorni si sentissero sulle gambe. Dobbiamo stringere i denti ed entrare decisi come nelle ultime gare».
Il turnover resta nuovamente in soffitta?
«Assolutamente. Andiamo avanti per forza con questi giocatori, in panchina saranno tutti under a parte Ungaro. Non è facile giocare così tante partite in pochi giorni, serve una prova di forza da parte del gruppo ma lo vedo carico e questo mi dà fiducia».
Rivedremo Alvitrez da mezzala o partirà ancora come trequartista?
«In mezzo al campo può ricoprire tante posizioni, lo sposterò in base alle esigenze. Mercoledì sera mi è piaciuto di più da mezzala ma è un giocatore da ultimo passaggio».
Cozzari o Crema?
«Credo che confermerò Cozzari, è più portato ad essere offensivo».
Cosa ci può dire sull’Adrense?
«Era partita bene poi è calata. Ha un buon livello di gioco e fermando il Modena ci ha fatto un favore: domani la rispetteremo sul campo».
I dati evidenziano che quella granata è la terza migliore difesa di tutta la Serie D…
«Questo è un motivo di orgoglio: essere solidi dietro è sempre importante e di solito chi punta in alto deve avere una difesa forte, ma questo non vuol dire che trascuriamo le trame offensive».
Il girone di ritorno solitamente è il suo marchio di fabbrica...
«Mi auguro possa essere così anche in questa stagione: la squadra è in palla, spirito e voglia di giocare bene non mancano. Vediamo di finire questo 2018 poi ci tufferemo nel 2019 in maniera positiva».
Qual è il bilancio dei suoi primi 5 mesi a Reggio?
«Sono molto soddisfatto di essere qui: ci sono stati momenti di difficoltà o poco sereni ma comunque prevale la felicità di avere sposato un progetto importante in una piazza stupenda con un senso di appartenenza che si può trovare in poche altre realtà. Allenare la Reggiana per me è motivo di orgoglio».
Ci può raccontare il momento in cui è stato più contento della sua scelta?
«Lo sto vivendo in questi giorni. I ragazzi ora eseguono bene ciò che proviamo in allenamento, l’ambiente nello spogliatoio è positivo: possiamo dire di essere diventati veramente una squadra. Qualche punto in più all’inizio non sarebbe guastato, ma tralasciando quel periodo di assestamento siamo riusciti a conquistare più punti del Modena nonostante qualche partita in meno in casa e la trasferta a Carpi, anche se non mi piace considerarle delle attenuanti. I nostri avversari ora ci temono e cambiano modo di giocare quando ci affrontano».
Ha mai temuto di essere esonerato?
«Non ho paura di queste cose, cerco sempre di lavorare nella maniera giusta: il mestiere dell’allenatore dipende dai risultati e da tante altre cose che si devono incastrare alla perfezione. Ero preoccupato quando la squadra non rispondeva ai miei comandi ma era impossibile pensare che potesse accadere dall’inizio. La fase più delicata è arrivata a Pavia e dopo che abbiamo cambiato il modulo difensivo a Fiorenzuola, ma ora è passata».
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