La pioggia non ferma i tifosi della Reggiana: fuori dallo stadio infiamma la protesta contro il Sassuolo
Bersaglio dei cori dei tifosi sono stati principalmente la società neroverde e l'ad Carnevali, ma non sono mancate le critiche al sindaco Massari e al club granata. Nonostante gli spalti vuoti, il tifo si è comunque fatto sentire dall'esterno

La protesta dei tifosi granata contro il Sassuolo, o per meglio dire contro l'ad e dg neroverde Giovanni Carnevali, ha lasciato un segno importante nella storia di questa stagione, trasformando una giornata di pioggia e amarezza in un atto di orgoglio reggiano collettivo. Nonostante la sconfitta pesante della Reggiana sul campo, fuori dallo stadio il popolo granata sabato ha fatto sentire la propria voce, contestando la decisione del club neroverde di negare l’inversione delle curve. Un corteo di circa duemila persone ha sfilato per le vie limitrofe al “Città del Tricolore”, ribadendo a voce alta la propria opposizione alla presenza del Sassuolo a Reggio Emilia.
LA MOBILITAZIONE: CORI, STRISCIONI E TANTA DETERMINAZIONE. Il ritrovo era fissato alle 15:30 nel piazzale dell’Inps. Sotto una pioggia battente, i tifosi hanno iniziato a radunarsi, armati di megafoni, tamburi e soprattutto della loro passione per la Reggiana. A guidare il corteo sono stati i gruppi organizzati della tifoseria granata, Teste Quadre e Gruppo Vandelli, che hanno dato il via alla manifestazione un'ora più tardi. Il lungo serpentone granata è avanzato per via Gramsci, bloccando il traffico e intonando cori contro il Sassuolo e Giovanni Carnevali, accusato di aver negato una soluzione di buon senso nella gestione delle due curve. La protesta si è svolta in modo prevalentemente pacifico, grazie anche al lavoro dei leader della curva che hanno cercato di mantenere il controllo. Tuttavia, un paio di episodi isolati hanno rischiato di rovinare tutto: due bottiglie di vetro sono state lanciate in direzione delle forze dell’ordine, colpendo una camionetta della polizia e sfiorando un agente. Un incidente rapidamente sedato dai rispettivi capigruppo che non ha compromesso l’intera mobilitazione, ma che rimane sotto la lente d’ingrandimento della Digos.
LA CONTESTAZIONE SI ALLARGA. Il corteo è passato davanti al celebre murale simbolo della “reggianità” in via Duo, dove i cori si sono intensificati e le critiche si sono estese anche al sindaco Marco Massari e alla società granata, accusati di non aver fatto abbastanza per risolvere la situazione. L’arrivo davanti allo stadio è avvenuto attorno alle ore 17:50, proprio mentre i primi tifosi neroverdi iniziavano ad affluire. Gli ultras della Reggiana non hanno fatto mancare il loro dissenso, pur con toni contenuti. Un elemento inatteso della giornata è stato l’incontro tra i tifosi della Reggiana e un gruppo di sostenitori del Sassuolo, il Sic Ex Murice Gemmae, che aveva già annunciato il boicottaggio della gara. Nonostante le rivalità, le due tifoserie hanno trovato un terreno comune nella contestazione alla gestione dello stadio e alla presenza del Sassuolo a Reggio Emilia. Un’alleanza insolita, ma significativa.
STADIO DESERTO E TIFO A DISTANZA. Quando è iniziato il “derby dello stadio”, come è stato ribattezzato, il “Città del Tricolore” era quasi vuoto: solo 5058 spettatori sugli spalti - questi i dati forniti dal Sassuolo - una cifra pari a meno della metà dei presenti nella gara dell'andata che non riesce a descrivere pienamente il clima provato dentro le mura dell'impianto, paragonabile al silenzio assordante vissuto nei lunghi mesi del Covid. Mentre i pochi presenti in Curva Nord - una ventina circa rispetto ai 44 biglietti venduti - hanno esultato al momentaneo vantaggio della Reggiana con Vergara, il vero boato è arrivato dall’esterno, dove i tifosi hanno continuato a sostenere la squadra da lontano. La superiorità del Sassuolo ha prevalso nel corso della gara, ma per i sostenitori granata il risultato sul campo è passato in secondo piano rispetto alla loro battaglia. Quella di ieri è stata solo l’ennesima dimostrazione della coerenza e della determinazione del tifo reggiano. Da più di un decennio la protesta contro la gestione dello stadio non conosce cedimenti, indipendentemente dalle categorie e dai risultati. Al di là di ogni considerazione sul futuro della Reggiana e sulla proprietà dell’impianto, una cosa è certa: la voce dei tifosi granata non smetterà mai di farsi sentire.