Antiste: «In questi mesi sono cresciuto, non penso a tornare in Serie A ma alla salvezza con la Reggiana»
«Tutti i compagni mi stanno dando una mano a inserirmi. La corsa è il mio forte, ma serve anche altro nel calcio. La differenze tra Francia e Italia? Qui c'è più tattica. Vivo a Modena, dopo il gol nel derby mi hanno fatto i complimenti...»
Arrivato a sorpresa poco prima del gong finale del mercato estivo in prestito dal Sassuolo, Janis Antiste ha impiegato qualche partita per ambientarsi e ora è diventato a tutti gli effetti uno dei punti fermi della squadra di Alessandro Nesta: d'altronde, 4 gol (l'ultimo a Pisa) in 17 apparizioni sono un bottino niente male per il 21enne di Tolosa…
«Sono contento per come è andato il mio girone d'andata perché non giocavo così tanto da diverso tempo - ha dichiarato l'attaccante transalpino della Regia, protagonista oggi davanti ai microfoni della stampa nel Centro Sportivo di Via Agosti - Spero di migliorare ancora andando avanti».
Qual è il gol che ricordi con maggiore piacere?
«Un gol c'è, ma preferisco non dirlo».
Eri abituato a segnare di testa?
«Sono un attaccante quindi devo fare gol con la testa, il ginocchio, i piedi… Forse manca solo quello con il destro, ma arriverà».
Dopo un gol ti porti la mano sul naso: la tua esultanza ha un significato particolare?
«È da poco nata la figlia di un mio amico che vive in Francia, mi ha suggerito lui di usare questa esultanza (nella foto sopra, ndr) perché piace e fa ridere i bambini. Anche a me piace, ma posso esultare anche in altri modi».
In quale ruolo ti esprimi al meglio?
«Nel fare l'attaccante sotto la punta: quando c’è spazio e posso attaccare la profondità mi piace di più».
Dove pensi di essere cresciuto a livello personale?
«Adesso non gioco da attaccante ma da trequartista, quindi penso di essere migliorato nella visione del gioco e nella tecnica oltre che come bottino di reti».
Ti è dispiaciuto pareggiare all'Arena Garibaldi?
«Sì, volevo vincere… Sul 3-1 sicuramente sarebbe stata un’altra partita ma il 2-2 è comunque un buon punto, ora guardiamo avanti».
Nei recenti test fisici sei risultato essere più prestante rispetto ai compagni: è questo il tuo punto di forza?
«La corsa è sempre stata una mia dote e l'ho sempre allenata, ma nel calcio non basta correre: serve anche altro».
La Reggiana delle ultime partite è la vera Reggiana?
«Ora il livello è buono ma possiamo crescere ancora: in squadra ci sono tanti giocatori di alto livello. Per me la Serie B è molto strana: tutte le squadre sono vicine tra loro e c'è grande equilibrio, possiamo perdere una partita e ritrovarci in zona playout così come vincere e arrivare ai playoff».
Cosa ti piace di più di questo gruppo granata?
«Il gruppo è veramente sereno, Cigarini e Sampirisi mi aiutano tantissimo a inserirmi oltre a Girma e Gondo che come me parlano francese. Ma devo dire che tutta la squadra mi aiuta molto».
Nesta invece?
«Lui con me discute spesso ma lo fa lentamente visto che non parlo bene l'italiano, così lo capisco più facilmente».
Il tuo obiettivo è tornare in Serie A?
«Adesso è il focus su questa stagione. Tornare in Serie A sarebbe bello ma prima devo fare altri step e pensare solamente alla Reggiana, cercando di aiutare la squadra il più possibile».
Ti reputi un calciatore ambizioso?
«Sì, molto. L'obiettivo principale è la salvezza ma per me possiamo raggiungere qualcosa di bello. Faccio parte di una buonissima squadra con giocatori forti, anche il mister ce lo dice spesso. Ma, ripeto, il nostro obiettivo resta la salvezza».
Ti immaginavi di iniziare con difficoltà e poi crescere?
«Più o meno sì. Non giocavo da tempo e dovevo ritrovare i tempi giusti di gioco e la fiducia. Ora mi sento bene e so che posso migliorare».
La seconda divisione francese, campionato nel quale hai militato, assomiglia un po' alla Serie B italiana?
«In Francia si punta maggiormente sulla fisicità, in Italia invece c'è più tattica».
Ti alleni e giochi a Reggio, ma vivi a Modena: lì sei da solo?
«No, vivo con mia moglie. Ho fatto un giro a Reggio poche volte ma devo dire che come città è simile a Modena e anche qui si mangia bene».
A Modena ora ti riconoscono dopo il gol segnato ai canarini nel derby?
«Dopo la partita sono tornato a casa a piedi e alcuni tifosi mi hanno riconosciuto: subito ho pensato al peggio, ma in realtà mi hanno fatto i complimenti».
Hai due fratelli: anche loro giocano a calcio?
«Sì, in Francia. Il più piccolo secondo me è il più forte tra noi, potrà avere una buona carriera».
Fuori dal mondo del calcio che hobby coltivi?
«Mi piace giocare a padel, a tennis ma pratico anche altri sport. Inoltre mi piace passare il tempo con gli amici».
Il tuo sogno nel cassetto?
«Come tutti vorrei diventare padre e avere una famiglia tutta mia, ma non sono ancora pronto».
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